Commercio di vicinato e sostenibilità. Nuovo piano urbanistico commerciale per Sulmona

Un atto dovuto ma allo stesso tempo un’occasione da cogliere al balzo. Ecco perché l’affidamento della redazione del nuovo piano urbanistico commerciale all’architetto Marcello Borrone è un evento di rilievo per il tessuto economico locale, per rilanciare il commercio anche in un’ottica sostenibile.

A seguire da vicino e con particolare interesse le operazioni è l’assessore Catia Di Nisio, che ha annunciato i diversi step programmati: “Abbiamo già individuato le diverse fasi e come procedere – spiega la Di Nisio – inizialmente sarà necessario raccogliere tutti i dati nazionali sulla situazione del commercio. Una sorta di censimento al quale gli uffici stanno già lavorando. Senza questi dati non si può programmare e, di conseguenza, intervenire. Successivamente sarà avviato un discorso di ascolto e partecipazione, poiché tutti gli aspetti che riguardano scelte del territorio devono partire dal coinvolgimento di chi vi opera”.

Solo dopo aver immagazzinato i dati necessari verranno valutati gli indirizzi che l’Amministrazione vorrà intraprendere. In mente c’è anche una sorta di “commercio di vicinato”, evitando sia il dislocamento, sia una dispersione di attività su tutto il territorio. “Vogliamo valorizzare le attività commerciali già presenti in città – continua Catia Di Nisio – bisogna evitare i grandi centri commerciali che consumano suolo in maniera inutile. Inoltre, per ogni centro commerciale che apre ci sono centinaia di attività destinate a chiudere. Quel tipo di economia sarebbe insostenibile in realtà come la nostra. Ecco perché puntiamo a un’attività commerciale di vicinato, che renderebbe più vivibile anche la città stessa”.

L’ultimo step, il terzo, riguarderà la parte grafica e organizzativa del piano del commercio. Soggetto interessato, inevitabilmente, sarà il centro storico. “A strutture urbane abitative diverse corrispondono esigenze diverse – conclude l’Assessore – Il centro storico verrà trattato diversamente da aree di recente urbanizzazione. I dialoghi con la Sovrintendenza, la Asl e altri entri per il rilascio delle autorizzazioni sono già stati avviati”.

25 Commenti su "Commercio di vicinato e sostenibilità. Nuovo piano urbanistico commerciale per Sulmona"

  1. Era ora !!!!

  2. Parole parole parole | 29 Gennaio 2022 at 20:51 | Rispondi

    Dopo tutti questi “step” saremo tutti morti! L’amministrazione delle chiacchiere e del non fare…male male

  3. dal 1 febbraio circa il 10% dei cittadini dovrá comprare per legge da amazon e similari
    altro che commercio di vicinato

    • Se scelgo di non prendere la patente, non guido la macchina.
      E comunque non preoccuparti. Qualche negoziante cazzone no vax che fa entrare qualche altro individuo cazzone no vax ci sarà di sicuro.
      E se qualche attività commerciale no vax va in difficoltà, può sempre entrare nel business no vax, visto che rende decine di milioni di dollari a quel manipolo di soggetti che controllano le dieci fonti di fake news che tutti i cazzoni no vax citano a pappardella.
      Leggetevi questo, magari Alex P capirà chi bela.

      The Anti-Vaxx Industry
      How Big Tech powers and profits from vaccine misinformation

      Center for Countering Digital Hate Ltd, 2020

      • Sempre quelli come lei! Non cito alcuna fonte… Questa segnalata poi. Continuate a godervi il film. Buona visione

        • Potevi almeno dare un’occhiata, male non ti avrebbe fatto. L’inglese utilizzato nel Report è peraltro elementare.
          E poi cos’ha che non va la fonte? Troppo accreditata?
          Io il film me lo sto godendo da un pezzo e sembra una riedizione di Will il Coyote: vedo un gruppetto di falliti che si dannano l’anima e continuano a fallire. Perché quando uno pensa che il 90% della popolazione occidentale non abbia capito un cazzo (e in quell’80% c’è praticamente tutta la comunità scientifica), mentre lui e altri quattro analfabeti (perché mi darai atto che nel gruppo c’è una prevalenza di analfabeti) hanno delle alternative percorribili a portata di mano, per individuare le quali non occorre saper distinguere un batterio da un virus, un diritto costituzionalmente garantito da “faccio quello che cazzo mi pare”, una pandemia da una condizione normale.
          E quello che mi fa davvero specie, e lo dico con estrema sincerità, è che in tutte le cose che scrivi traspare intelligenza e attitudine al bilanciamento dei punti di vista. Contrariamente ad osservatore, che parla per slogan, e che pensa che siccome è laureato quello che gli viene in mente è consistente.
          Alex, voi che contestate le misure adottate sembrate dimenticare che chi non le ha adottate ha prodotto disastri ed è dovuto tornare indietro. Errori ne sono stati commessi, ma andare avanti ancora col mantra che il green pass limiti le libertà come se nella Costituzione non fosse scritto quello che c’è scritto, e cioè che il bene collettivo viene prima di quello individuale, è da superficiali (senza contare chi ne parla senza aver letto una riga dell’art. 32). Allora sapete che si fa? Da domani si riprende a fumare nei luoghi pubblici al chiuso, smettiamola di essere le pecore che assecondano una tale limitazione della libertà. E il fumo non è neanche contagioso.

          • Però osservatore, parlando seriamente, l’impedimento a comprare localmente non c’é se non per coloro che hanno ritenuto di fare una scelta che io reputo egoistica e irresponsabile (ovviamente si tratta del mio parere). Dal mio punto di vista, se gli esercizi locali dovessero chiudere a causa di quel 10% che non vi può acquistare, la responsabilità se la deve assumere proprio quel 10%.

          • osservatore | 30 Gennaio 2022 at 14:35 |

            capisco il tuo punto di vista
            il mio é opposto
            ma a questo punto le discussioni sono sterili, le posizioni sono prese

            si va avanti a guerra di logoramento

        • *in quel 90%

        • alex ti consiglio di non rispondere ai tizi

          • Luigi Gagliardi | 30 Gennaio 2022 at 10:40 |

            Eh argomentare le proprie scelte e le proprie idee diventa un casino quando non hanno proprio tutto sto senso.

          • osservatore | 30 Gennaio 2022 at 12:28 |

            le motivazioni delle scelte sono state giá abbondantemente discusse

            se per voi impedire di comprare localmente e far acquistare online non cambia nulla buon per voi. dico solo di non lamentarsi delle conseguenze.
            per tutto il resto c’é amazon

    • @osservatore 😁😁😁

  4. Luigi Gagliardi | 30 Gennaio 2022 at 11:13 | Rispondi

    La cosa curiosa dei centri commerciali è che sono partiti come un unico mega stabile dove accentrare gli acquisti per poi evolversi verso dei veri e propri piccoli borghi dove invece delle case ci sono negozi, una specie di surrogato di un centro storico fornito però di parcheggi e tutte le comodità necessarie al cliente.
    La mia domanda è: i negozianti del centro storico non potrebbero consorziarsi e recuperare le aree della zona industriale e della zona artigianale e farne un loro borgo commerciale? Gestito da loro e non da qualche grande capitalista come i normali centri commerciali, con tutti i comfort necessari al cliente e magari che faccia uso di energie rinnovabili cosi da beccare anche qualche finanziamento europeo.
    Se poi nella cittadella commerciale, fatemela chiamare così, ci mettono dentro anche attività che possono servire all’inclusione ed alla formazione di giovani potrebbero chiedere anche loro un finanziamento alla regione Abruzzo, come ha fatto Romito.
    Nel centro storico potrebbero rimanere tutte quelle attività che fanno comodo al turista, bar, ristoranti ect ect.
    Mi rendo conto che è un progetto piuttosto utopistico, pieno di ostacoli (tra cui per primo la visione anni ’80 delle persone rimaste in valle) e per certi versi anche mai tentato ma ogni viaggio inizia con un piccolo passo.

    • Caro Luigi, é una proposta un po’ radicale, ma coglie il punto centrale. Sulmona ha lo stesso assetto urbanistico che aveva 100 anni fa. E ovviamente la cosa non funziona.
      Sono cambiati le attività produttive, i modelli di consumo e di utilizzazione degli spazi urbani. Se prima il terziario non avanzato era attività ad elevato valore aggiunto (pensate a quanti soldi hanno fatto i commercianti negli anni 80 e primi 90, ora non é più così, e non c’é misura di policy che possa contrastare questa tendenza.
      Anche io sono convinto che le attività legate al turismo siano le uniche a poter trainare l’economia del centro storico, supportate da un sistema di regole che ne incentivi lo sviluppo. Poi però ci viole anche capacità imprenditoriale, visione di prospettiva e capitale umano. Senza generalizzare, ma non sono pochi i casi di negozi e bar aperti da chi non ha altro da fare perché non sa fare nulla.

      • Luigi Gagliardi | 30 Gennaio 2022 at 15:18 | Rispondi

        Purtroppo le persone vorrebbero vivere ancora come negli anni passati, sembrano non accorgersi che il mondo è cambiato e non si può più vivere come prima.
        Di sicuro l’industria manifatturiera non tornerà mai più dalle nostre parti, sta fuggendo anche dal grande norde, quella che può rimanere è per settori di nicchia come quello delle auto di lusso dove serve manodopera specializzata che in paesi in via di sviluppo non si trova.
        Da quello che leggo su questo sito le persone della valle sperano che la politica gli porti il lavoro come negli anni ’70/’80, a suon di sgravi fiscali che una volta potevano spostare una industria da un posto all’altro ma che attualmente non compensano minimamente il costo esorbitante della nostra manodopera.
        Quello che si sta diffondendo in Italia (ed anche sulla nostra costa) sono aziende di software in cui i capi sono sul territorio mentre i programmatori, la “manovalanza” è in India o in altri paesi in via di sviluppo.
        Il turismo da solo non risolleverà le sorti della nostra vallata ma di sicuro darà una mano, come hai ben detto servono persone valide e la politica deve aiutare queste persone a reperire finanziamenti, io sono abbastanza pessimista, spero bene per chi è rimasto.

  5. Negozio di vicinato? Mai più, compro e comprerò per il 90% on line e sapete perché? Perché manca professionalità. Un esempio? Ti serve una cartuccia per miscelatore di marca blasonata, nessuno te la ordina e piuttosto ti inducono a cambiare l’intero rubinetto liquidandoti velocemente. Vado su Google e tempo 36 ore ho il pezzo di ricambio a casa! Potrei andare avanti con gli esempi.

    • Luigi Gagliardi | 31 Gennaio 2022 at 08:32 | Rispondi

      Non metto in dubbio che esistano persone poco professionali e quelle non reggeranno la concorrenza di internet, però devi anche capire il target del negozio a cui ti sei rivolto, se vende normalmente a ditte che comprano grandi quantità per fare lavori di ristrutturazione (esempio) il tempo che il dipendente spende per ordinarti un pezzo da 5 euro (facciamo 10 minuti) più il tempo che dovrà spendere per l’arrivo della merce e il ritiro (facciamo 20 minuti) supera in valore le 5 euro che gli hai dato.
      Lo so che è difficile da digerire ma funziona così, il tempo è denaro purtroppo.
      Puoi comprare tranquillamente online ma da negozi che non siano Amazon, per una serie di ragioni che non ti sto a spiegare (ma che potresti dedurre o cercare da solo) altrimenti passo la mattinata a scrivere.

      • Infatti ho comprato da negozio fisico che vende anche online. Siamo nel 2022, bisogna aggiornarsi ed evolversi. La professionalità e la lungimiranza si vede anche in questo.

  6. Mamma mia che solidarietà!!!

  7. COE.SO. Associazione culturale per la Coesione Sostenibile | 31 Gennaio 2022 at 16:10 | Rispondi

    Per riflettere e ragionare insieme aiutando i decisori eletti e quelli incaricati ad intraprendere percorsi coerenti tra criticità ed opportunità: buona lettura.
    1. https://www.suapcloud.it/h511/index.php/modulistica-e-documenti-utili-449.html
    – Gli esercizi di vicinato possono anche essere ubicati all’interno dei centri commerciali.
    2. https://www.studiomarino.it/studiomarino_commercio.htm
    – Completano le tipologie merceologiche di settore insieme alle medie e alle grandi strutture.
    3. https://www.strategieamministrative.it/dettaglio-news/201611291050-commercio-di-vicinato-un-protocollo-tra-comuni-lo-tutela-/
    – Un programma di azioni mirate, su scala sovracomunale, per valorizzare e rafforzare il commercio di vicinato.
    4. https://www.smartius.it/ecommerce/proximity-commerce-cose-come-funziona-digitalizzazione-negozi-vicinato/
    – Il “proximity commerce”, fenomeno glocal che vede i negozi di vicinato affiancarsi ai grandi player del commercio elettronico.

  8. Sulmona 31.01.2022
    Con tutti i limiti migliorabili ma almeno ci stanno provando, cortesemente senza dare addosso a nessuno, suggerite soluzioni e miglioramenti e non solo critiche negative. Spero che i dipendenti e la giunta comunale si diano da fare per costruire progetti credibili 💶 europei per intercettare i fondi del Pnrr, non. è assolutamente ammissibile ed accettabile o pensabile che chi lavora nell’ambito amministrativo pubblico non si dia da fare per studiare. Abbiamo l’emergenza delle strade e dei marciapiedi, due mesi fa, sono finito per terra per un dislivello di betonelle non visibile di sera davanti alla ex caserma Cesare Battisti. Uno scandalo le strade ed i marciapiedi della città.
    distinti saluti
    Domenico Silla

  9. Sulmona 31.01.2022

    La città e la Valle Peligna così come il circondario si sta spopolando sempre più ogni giorno. La giunta comunale faccia sistema operativo economico e sociale con i municipi vicini, unendo i progetti del Pnrr, alzi lo sguardo oltre queste montagne perché il lavoro c’è in Valle Peligna e circondario. Agricoltura di qualità, turismo culturale, aree archeologiche da scoprire, a Corfinio vi è una mini Pompei e nessuno scava? Archivi e Biblioteche, alta cultura, palazzi nobiliari da far visitare, questa è una terra meravigliosa benedetta dal Paradiso e lo affermo da bolognese che è vissuto anche ad Ancona, si svegliassero un pochino I sulmonesi perché i pratolani si dimostrano superiori pur non avendo il patrimonio artistico e culturale di Sulmona.

    distinti saluti
    Domenico Silla

  10. Bisogna lavorare a comparti. Settore industriale. Catturare aziende ed industrie con incentivi clamorosi per nuovi insediamenti nella zona industriale di sulmona. Incentivi idem con ampliamento zona artigianale.turismo.proposte di investimenti nel settore del divertimento con incentivi contattando direttamente le aziende costruttrici. Desertificazione del centro storico. Ristrutturazione degli immoobili comunali, riportare con urgenza gli enti uffici caserme in centro da utilizzare apertura nel periodo estivo di una stazione dei carabinieri in centro. Centro servizi culturale liceo classico trasferimento immediato da pratola scuola geometri e perche’no riattivazione del filobus stazione centrale centro storico e zona nuova urbanizzata con una circolare fissa e turismo religioso con tanto di navetta a disposizione e poi possiamo parlare di commercio di vicinato al centro di sulmona. Visto il declino del centro storico lo spopolamento dei residenti e le chiusure delle attivita’ commerciali oramai conclamate altre alternative e soluzioni non ce ne sono e qualcuno si dovra’assumere le responsabilita’ del declino della citta’ di sulmona.

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