E’ la prima commissione, a parte quella Bilancio che si è già riunita più volte per scadenze improcrastinabili, ad essere convocata: dopo quattro mesi dalle elezioni, però, si preannuncia un altro scoglio politico domani per la maggioranza di palazzo San Francesco.
La terza commissione, quella cioè Territorio e Servizi, è stata infatti indetta per approvare il Piano valanghe della Regione, un atto formale che dovrà essere preceduto, però, da uno propedeutico, ovvero la nomina del presidente e del vice presidente dell’organo consiliare.
Il problema è che questa commissione, secondo gli accordi dopo il voto, doveva essere guidata da Maurizio Proietti che, al tempo della “spartizione”, era membro della lista e del gruppo di Libera e Forte. Gruppo dal quale, però, è uscito, insieme alla moglie Caterina Di Censo, per confluire nel gruppo misto.
Il divorzio ha portato inevitabilmente alla perdita della “dote”, anche perché i componenti del gruppo misto non hanno diritto di voto nelle commissioni, tant’è che Proietti, che doveva presiederla, non è stato neanche convocato per domani.
Insomma domani la commissione si riunirà senza sapere chi dovrà presiederla, senza un accordo ufficiale, almeno.
In teoria se la guida della Terza dovesse rimanere nelle mani della lista Libera e Forte, dovrebbe essere Francesco Perrotta a prendere l’eredità, unico membro del gruppo rimasto in consiglio.
Ma a questo punto le carte saranno tutte da rimescolare e forse non solo nelle commissioni.
Il comportamento di Proietti e consorte è stato a dir poco inqualificabile.
Non credo che sia dispiaciuto più di tanto per non poter presiedere una Commissione.
Non c’è molto da guadagnare…