Comunicazione colabrodo: ristoratori contro la Saca per la mancata interruzione idrica

La comunicazione sull’interruzione idrica prevista per oggi, e poi annullata da parte di Saca, ha fatto acqua, e danni, da tutte le parti. E a dirlo sono i commercianti, specie i proprietari delle attività di ristorazione che in vista della sospensione dell’erogazione dell’acqua hanno deciso di tenere la saracinesca abbassata, almeno per oggi. Anche perché l’interruzione, comunicata lo scorso venerdì per interventi sull’acquedotto del Gizio, sarebbe durata almeno otto ore: dalle 09:00 di questa mattina fino alle 17:00. Un lasso di tempo che per i gestori di bar e ristoranti avrebbe messo a rischio la regolare offerta di colazioni, aperitivi e pranzi.

C’è chi già dall’uscita del primo comunicato stampa, lo scorso venerdì, ha pensato di non apparecchiare nemmeno un tavolo, e che non è tornato sui propri passi nemmeno dopo la comunicazione, avvenuta ieri, di un serbatoio d’emergenza che avrebbe garantito per almeno tre ore il servizio idrico negli otto Comuni interessati dalla sospensione. La beffa, però, è arrivata in tarda mattinata, dopo il sopralluogo di Saca, con la stessa società che ha scoperto che le perdite delle tubature non erano ascrivibili ad essa, bensì ad Arap.

Un pasticcio di dimensioni mastodontiche, sia per i consumi, sia per lo sperpero d’acqua in pieno tempo di restrizioni e con un’estate di siccità alle porte. Ma il danno non è stato arrecato solo alle centinaia di famiglie, che hanno riempito inutilmente vasche da bagno e bacinelle in vista dell’emergenza, e che vedranno il conto salato in bolletta. Così come non è solo ambientale, per lo spreco avvenuto tra le mura domestiche. Il danno è anche per le attività che oggi non hanno offerto i propri servizi all’utenza, ai cittadini, e ai turisti che già hanno preso d’assalto la Valle Peligna.

“Non mi lamento per il danno economico – spiega Alessandro Candido, proprietario di un bar in piazza Garibaldi -. È una questione di principio: non si possono allertare 8 Comuni e tutte le loro attività di ristorazione, che di rimando chiudono per precauzione. Non lavoro molto con le colazioni, ma il dover chiudere di mattina è una disagio per tutti: per i clienti; per me a livello sia professionale, visto che il martedì scaricano al mio locale, e anche a livello personale visto che mi sono dovuto organizzare in casa per far fronte all’emergenza. Ho chiuso perché non potevo utilizzare la lavastoviglie, né potevo assicurare alle persone di utilizzare il servizi igienici. Non accetto che dopo tutta questa fatica la Saca faccia una comunicazione questa mattina su Facebook, e non tramite Pec, in cui spiega che l’interruzione idrica non avverrà. Siamo alle solite, è uno scaricabarile che già conosciamo in questo paese dove tutto si fa alla carlona, con troppa superficialità. Prima sarebbe stato opportuno accertarsi del danno facendo un sopralluogo, e solo successivamente allertare la popolazione”.

Problematiche molto simili le ha affrontate anche Lorenza Mancinelli, che gestisce un’attività di ristorazione sempre in pieno centro storico. “Venerdì è uscito il primo comunicato – spiega Mancinelli -, nel quale non era specificata la presenza di un distributore d’emergenza, con un’autonomia di tre ore, comunicata solamente ieri. Chiaramente, gestendo un bistrot avrei avuto problemi sia dal punto di vista delle colazioni, sia da quello di apertivi e pranzi. Perciò ho deciso sabato di posticipare la chiusura settimanale (fissata il lunedì) al martedì. Ciò, ovviamente, ha portato meno clienti nella giornata di ieri con un incasso pari alla metà di quello del martedì. Non è accettabile ricevere tre comunicati diversi in appena 72 ore. La Saca perché non ha fatto prima il sopralluogo e successivamente il comunicato? L’apertura di un’attività non si improvvisa dall’oggi al domani. Ho 11 dipendenti da dover gestire con le turnazioni e ho dovuto rinviare lo scarico a giovedì. Una situazione paradossale”.

20 Commenti su "Comunicazione colabrodo: ristoratori contro la Saca per la mancata interruzione idrica"

  1. Sempre a lamentarvi | 30 Maggio 2023 at 20:20 | Rispondi

    Ma secondo voi la saca ha la sfera di cristallo li passa anche la tubatura del nucleo industriale non è facile sono tubi di enormi dimensioni il problema di Sulmona non è oggi hhe è stata con o senza acqua sono le persone che sono buone sono a parlare anche quando non sanno soprattutto quando non sanno

    • Veramente le tubazioni:
      1) sono cartografate
      2) l’adduttrice del Gizio attuale risale agli anni ’80 e le interferenze con tubazioni adiacenti devono essere conosciute.
      3) una perdita cospicua su una tubazione determina effetti vistosi a monte e a valle (dove sono installati per legge misuratori di portata istantanea con registrazione).
      Oltre al fatto che non si è detto che tutte le reti di distribuzione hanno un serbatoio di volume noto e quindi hanno una riserva idrico di alcune ore (in genere si dimensiona il serbatoio per una riserva di almeno 24 ore con gli abitanti stimati al termine della vita utile per tener conto di eventuali espansioni.)

      • Salvatore Di Bacco | 30 Maggio 2023 at 21:31 | Rispondi

        Non è cosi’ purtroppo. Il censimento è stato fatto un po’ di anni fa ma i dati sono rimasti abbandonati tra l’ato e la saca e non messi a regime e sistema con un software di gestione enon trasformati come dovrebbe essere in un gis o in un sit.

      • Voglio sapere | 30 Maggio 2023 at 21:44 | Rispondi

        Si cospicua se porta quasi 300 litri al secondo quando te ne accorgi ciao

        • 400 l/s attualmente, ma una perdita pari alla portata vuol dire tranciamento completo della tubazione ed è praticamente impossibile che si verifichi. Poi stiamo trascurando un aspetto importante, il carico di Bernoulli. Gli effetti vistosi sul punto di rottura sono determinati dal carico idraulico. è fisiologico avere perdite lungo una adduttrice (circa il 25% della portata immessa), così mi fu insegnato al Corso di Idrologia e Costruzioni Idrauliche. Infine i misuratori di portata a monte e le valvole regolatrici di carico a valle possono mostrare i segnali di un’incremento delle perdite.

      • Dillo pure che lavori per la Saca, unico motivo. Per dire queste idiozie. Complimenti per il rispetto che hai di chi lavora.

    • Non meriti risposta…o sei della saca o non dai nulla dalla mattina alla sera e non conosci i sacrifici di un’attività….PS quando scrivete certe cazzate firmatevi nome e cognome e metteteci la faccia torelli o vacche da tastiera

      • Infatti… anche una buona comunicazione permette di ridurre al minimo i disagi. Risulta chiaro che non c’è stata una buona comunicazione… sarebbe bastato dire “oggi chiudiamo l’adduttrice e i serbatoi non si riempiranno dalle 9:00 al massimo fino alle 17:00. Se riusciamo a risolvere il problema prima riapriamo l’acqua dalla sorgente prima. Nel frattempo i vari serbatoi sono in grado di alimentare le reti di distribuzione (nei centri abitati)per circa… n ore stimate. Quindi si informa la popolazione che potranno verificarsi cali di pressione o mancanza di acqua se il serbatoio si dovesse svuotare del tutto in caso di consumi anomali pertanto si invita la popolazione ad un uso PARSIMONIOSO dell’acqua, dal momento che il serbatoio non sarà alimentato, nell’arco di tempo indicato”. FINE

  2. Forse l errore principale sono state le varie nomine.

  3. Salvatore Di Bacco | 30 Maggio 2023 at 21:18 | Rispondi

    Sono anni che sollecito i gestori delle reti e la regione a creare una banca dati in gis dei sottoservizi.
    La settimana scorsa sono stato convocato in audizione in commissione ambiente e territorio per evidenziare una serie di criticità applicative della futura legge urbanistica sul governo del territorio. E proprio in quella situazione ho ulteriormente sollecitato cio’ che ho sopra indicato.
    Vi riporto un estratto della mia relazione utile per una riflessione proprio per comprendere al meglio cio’ che è successo oggi:

    Nulla da obiettare sui buoni propositi
    dell’articolo.
    È evidente che il momento storico, ma
    soprattutto il dinamismo
    tecnologico/informatico che stiamo
    attraversando, ben può, oggi, permettere
    alle amministrazioni
    regionali/provinciali/comunali di dotarsi di
    un GIS con cartografia digitale, se non
    addirittura in 3d, con la finalità di censire
    tutti i sottoservizi realizzati sulle
    infrastrutture comunali (che siano strade,
    immobili, terreni, edifici, etc.).
    Da un censimento ed un monitoraggio
    effettuato dall’UNITEL indirizzato ai vari
    comuni abruzzesi emerge, in modo netto,
    una situazione (purtroppo) disastrosa sulla
    piena conoscenza da parte delle
    amministrazioni comunali di tali dotazioni
    strutturali all’interno del perimetro del
    proprio territorio, soprattutto per quelle
    urbanizzazioni che riguardano le reti
    fognanti, le acque bianche di scarico, le reti
    idriche, quelle energetiche, del gas e delle
    infrastrutture in fibra ottica e per quelle di
    connessione.
    Solo una piccola parte dei comuni abruzzesi
    è dotato di una tavola dei sottoservizi
    aggiornata; i restanti brancolano nel buio e
    accade sovente che gli stessi gestori di tali
    sottoservizi si rivolgono ai giovani
    funzionari tecnici dei comuni, i quali non
    sono in grado di fornire tali informazioni.
    E purtroppo ogni volta che si chiede una
    autorizzazione per effettuare scavi sulle
    strade accade l’inevitabile: si tranciano
    cavidotti delle infrastrutture, tubazioni del
    gas (con estremo pericolo), per non parlare
    dei cavi dell’energia elettrica con tutti i
    disservizi arrecati alla popolazione e al
    territorio.
    Quindi ben venga questo censimento
    previsto dall’art. 39, anche perché tutti lo
    auspicavano, ma certo è, che non è possibile
    realizzare ciò che si chiede ai comuni in soli
    90 giorni per informatizzare le piattaforme
    telematiche, o inserire tali informazioni su
    sistemi di data base interoperabili tra tutti i
    gestori, anche attraverso GIS.
    E poi ci si chiede anche: quale è il costo
    economico che i comuni devono supportare
    per adempiere a ciò che la legge impone
    loro?
    A quanto ammonta la spesa occorrente per
    la redazione di tale censimento tecnico,
    operativo e informatico?
    Presumo che il costo per raggiungere tale
    obiettivo sia fuori dalla portata dei bilanci
    comunali già depressi da spoliazioni
    ministeriali e riduzioni di spesa imposti
    loro.
    Tutto questo non può essere attuato
    esclusivamente e solo dai dissestati
    comuni abruzzesi ma è evidente e
    necessario che la Regione Abruzzo
    effettui essa stessa uno sforzo per la
    creazione di una piattaforma unica
    regionale che consenta le acquisizioni di
    tali informazioni da parte degli enti e dei
    gestori di reti pubbliche, mediante un
    formato standardizzato (GIS) comune a
    tutti.
    Regione, Provincia e Comune devono
    avere come finalità (e non solo di
    rispettiva competenza) il
    raggiungimento dell’obiettivo prefissato
    dal comma 3 dell’art. 81

    https://www.ilgerme.it/nuova-legge-urbanistica-di-bacco-in-audizione-necessario-conciliare-diverse-realta-territoriali/

  4. Incompetenti ! | 30 Maggio 2023 at 21:30 | Rispondi

    Hanno messo a soqquadro una città intera, facendo perdere incassi alle attività e mettendo in difficoltà le famiglie. Dovrebbero solo vergognarsi ! Incompetenti allo sbaraglio !

  5. La sfera di cristallo, persone che si lamentano, bla bla bla bla …..una vallata bloccata scuole chiuse bar ristoranti attività produttive che pur di far lavorare i propri dipendenti hanno accumulato quantità di acqua, che tecnicamente si poteva risparmiare e tutto questo si risolve con scusateci ci siamo sbagliati non è compito nostro. Confido in futuro proprio nell’utilizzo di una sfera di cristallo sicuramente piu’ credibile.

  6. Solidarietà con tuttì. È incredibile quello che è accaduto.
    Danni di questo tipo sono irreparabili, soprsttutto innestano una pericolosa sfiducia nei depositari del potere delle pubbliche utilità. Bisogna essere cauti e attenti
    Perfetto avvertire del rischio; delittuoso tralasciare di avvertire che l’allerta era rientrata. Sono interessi di tutti in gioco;: famiglie e imprese.

  7. … GIS… Tavola dei sottoservizi… Costo economico dei Comuni… misuratori di portata… valvole regolatrici… Serbatoi di accumulo di emergenza…
    Scusate di che state parlando?
    Qui è evidente a tutti i cittadini che l’unica cosa certa è il recapito delle bollette dell’acqua sempre più “ salata”… ed è altrettanto certo l’incapacità di una classe politica di amministrare non per il primario interesse pubblico, ma per il proprio tornaconto personale.

    • Non è colpa della SACA per le bollette, ma dell’ATO unico. Non è noto a molti che le tariffe sono regolamentate e sono calcolate attraverso complessi criteri di normativa che possono essere riassunti in costi totali/volumi erogati.
      Fino a quando esistevano vari ATO le tariffe erano decise ripartendo i costi totali dell’area (non lo stesso acquedotto) diviso i volumi erogati le nostre erano basse in quanto il nostro acquedotto è semplice, a gravità e, tutto sommato, di piccola estensione. Altri acquedotti della regione hanno sollevamenti meccanici con pompe elettriche, pozzi di captazione, problemi vari che noi non abbiamo e maggiori lunghezza. Ovviamente questi costi con l’ATO unico sono ripartiti su tutta la regione a scapito nostro. E per ultimo l’inflazione dal momento che sulle tariffe è compreso un aumento progressivo in base ad alcuni parametri legati ad essa.

      Risultato: l’ato unico è stata una scelta non buona.

  8. Capisco che si possa sbagliare , ma l’errore commesso è grave ed ha comportato disagi al comprensorio

  9. C’è una bella differenza tra lamentarsi ed evidenziare la superficialità di certe comunicazioni che comunque hanno arrecato danno economico a me ed altre attività. Quando personalmente evidenzio un problema non è per lamentarmi ma per aprire un dialogo e trovare una soluzione per il futuro.

  10. A parte che le attività chiuse si contano sulle dita di una mano a parte che la siccità alle porte non risulta essere un problema di questa zona a parte che la comunicazione non è il problema ma il non sapere di chi fosse la tubatura a parte che si parla solo di Cogesa perché dopo il cambio della
    Governare la Saca è tutto bene e non si parla neanche del salasso della bolletta acqua (deciso dal nuovo AU di fresca nomina) a parte che però si parla dell’aumento dei rifiuti e del
    Cogesa ogni giorno. A parte tutto ciò sta tutto apposto

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