Concorrenza sleale, le Confraternite a giudizio

E’ un ricorso che va a toccare un nervo scoperto di due “giganti” quali sono di fatto e nell’immaginario le due confraternite sulmonesi della Santissima Trinità e di Santa Maria di Loreto, una causa che guarda poco allo “spirito” e molto al portafoglio, perché l’accusa mossa è quella di concorrenza sleale e cioè di esercitare, contravvenendo alla normativa regionale e alle direttive dell’Antitrust, il doppio ruolo di gestore cimiteriale e di attività di onoranze funebri. Una doppia attività che è vietata dalla legge, appunto, ma che le due confraternite eserciterebbero in modo diretto e indiretto, procurando ai privati che sono nel settore danni e sottrazione di fette di mercato.


E non è un caso che a rivolgersi al tribunale civile di Sulmona, con un ricorso ex art. 700 – ovvero d’urgenza – che si discuterà mercoledì prossimo, sia stata la società Casa di Caliendo e Salutari, due imprenditori del settore che hanno fatto grandi investimenti ultimamente, aprendo la casa funeraria in via Mazzini. Gli imprenditori, tramite lo studio legale Valeri, hanno infatti chiesto ai giudici di inibire e vietare l’attività di onoranze funebri delle due confraternite, che esercitano in modo diretto e indiretto, possedendo mezzi e stringendo rapporti esclusivi con operatori e che allo stesso tempo gestiscono i loculi, fanno tumulazioni etc..

Il principio, da cui muove l’Antitrust nel 2007 e che la Regione Abruzzo ha fatto proprio con una legge nel 2012, è che “la gestione delle aree cimiteriali è suscettibile di determinare un vantaggio concorrenziale per l’operatore che offre tale servizio, posto che lo stesso può utilizzare la sua presenza nelle aree cimiteriali come volano promozionale per la sua attività caratteristica di operatore funebre”. In altre parole: la moglie addolorata per la perdita del marito, va a comprare il loculo alla confraternita (e già questo è un monopolio imbarazzante) e nel servizio viene offerto il pacchetto completo con funerale, vestizione e tutto il resto, che nel dolore e nell’ansia di risolvere le incombenze burocratiche viene visto come un sollievo.
I ricorrenti chiedono così di fermare questa doppia attività, annunciando anche azioni per ottenere un risarcimento dei danni patiti, una cifra al momento difficilmente quantificabile e che a spanne può essere considerata “dell’altro mondo”.

4 Commenti su "Concorrenza sleale, le Confraternite a giudizio"

  1. Ma trovo assurdo che per morire ed avere un loculo dignitoso bisogna pregare più una confraternita che il “Padreterno”… È ora di autorizzare una struttura crematoria… Anche la libertà nella morte è segno di civiltà

  2. E se fai un investimento da loro comprando un loculo in attesa della dipartita da questo mondo….se poi al momento che devi fare un funerale ti rivolgi ad un’altra impresa di pompe funebri ma comunque da loro devi andarci per farti aprire il loculo (che hai pagato profumatamente x 99 anni) ti fanno pesare la cosa ti guardano in cagnesco per mancati guadagni.

  3. Che vergogna, ste cose solo a Sulmona.

  4. Con così tanto business che è stato creato attorno alla sanità ed al conseguente caro estinto, i poveri vecchi non fanno più quelle belle lunghe agonie di una volta, quando per morire ci dovevano provare perché la morte non arrivava mai. Ora ,la dittatura dei pezzenti, ti fanno morire a comando,in base alla convenienza delle saccocce loro.

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