Confesercenti e Cinquestelle contro l’ordinanza di Marsilio

Secondo la Confesercenti del Centro Abruzzo l’ultima ordinanza del presidente della Regione Marsilio, avente per oggetto “Nuove disposizioni recanti misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da virus COVID-19 – Misure restrittive temporanee per i Comuni di Bugnara, Lucoli, Civita d’Antino, Pettorano sul Gizio e Sulmona” va immediatamente ritirata perché non risolve il problema dei focolai sviluppatisi nei vari centri, non fa giustizia di chi rispetta i protocolli sanitari e danneggia profondamente il tessuto imprenditoriale in quanto le aziende, soprattutto del settore alimentare, enogastronomico e dell’accoglienza che hanno da poco riaperto le proprie attività dopo il lunghissimo lockdown dei mesi precedenti.

Per la Confesercenti del Centro Abruzzo, la sicurezza collettiva dei cittadini non può passare per la chiusura alle ore 20 degli esercizi pubblici di una città che aggraverebbe la situazione con la migrazione verso le località limitrofe non interessate dalla Determinazione del Presidente della Regione Abruzzo. Per l’Associazione di categoria, piuttosto si rendono necessari maggiori controlli delle forze dell’ordine che debbono gestire le regole del distanziamento sociale e, comunque, tutto quanto previsto dai Decreti del Governo centrale.

Sulla vicenda interviene anche il consigliere regionale M5S Fedele che parla di “delibera regionale è poco chiara”. “Siamo già stati abituati a documenti scritti male da questa Giunta regionale, che rischia di creare enorme confusione prima e, in seguito, di dover nuovamente mettere mano alle delibere per aggiustare il tiro. Le restrizioni di specie previste dal Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio sono contenute in un documento scritto probabilmente di fretta, tanto da non specificare, tra le altre cose, quali siano nel dettaglio le attività commerciali che devono essere sottoposte alla chiusura anticipata prevista per le ore 20:00. Sarebbe stato sufficiente fare riferimento ai Codici Ateco che identificano in maniera non fraintendibile le singole attività, così come fatto a livello nazionale dal Governo nell’affrontare le fasi più acute dell’emergenza Covid. La problematica, oltre che dagli stessi negozianti, ci è stata sollevata anche da alcuni commercialisti e consulenti del lavoro che non riescono a dare indicazioni chiare ai loro assistiti in quanto non contenute nel documento prodotto da Regione Abruzzo”.

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