Consorzio di bonifica: 10 milioni per i contatori elettronici. D’Alfonso: “Soldi gettati al vento”

Si firma “contribuente Consorzio di bonifica” Alfonso D’Alfonso, candidato consigliere regionale di “Abruzzo Progressista e Solidale” con Luciano D’Amico presidente, in un comunicato dove avanza non pochi dubbi sulla gestione del Consorzio di bonifica Aterno Sagittario.

Primo fra tutti quello sui 10 milioni spesi per “l’applicazione di contatori elettronici su tutte le prese per l’irrigazione della Valle del Tirino”, contatori che poco possono fare di fronte alla situazione in cui versano le reti sottostanti, un “colabrodo” come le definisce D’Alfonso, continuamente soggette a riparazioni con conseguenti interruzioni del servizio. Riparazioni i cui costi continuano a gravare sui contribuenti per un servizio che di fatto viene erogato solo per quattro ore al giorno. Eppure ben nove dei dieci milioni sono stati destinati ad un intervento che alla beffa di un servizio carente aggiungono il danno di “ingenti risorse pubbliche gettate al vento”.

Incomprensibile per D’Alfonso “la visione strategica” alla base di una tale decisione presa, tra l’altro, senza verificare se dall’intervento saranno esclusi gli idranti che “non vengono utilizzati com’è a conoscenza degli acquaioli del territorio” spiega il candidato consigliere.

Ma è alle domande su come verranno ripartiti i costi di un simile intervento e su chi dovrà sostenerli che D’Alfonso chiede risposte. Molto probabilmente saranno i contribuenti chiamati a sostenere il peso economico di un intervento che finora ha comportato solo problemi a causa delle macchine escavatori e del personale della ditta incaricata dei lavori che entrando nei fondi privati hanno “arrecato danni alle colture senza neanche ripristinare i manufatti”. Colpa, per D’Alfonso, di chi ha autorizzato modalità e tempi di un intervento il cui senso continua a sfuggire allo stesso D’Alfonso come ai tanti consorziati alle prese con le lastre di cemento e altro materiale abbandonato dall’impresa sui loro fondi. Tutto per modificare prese “di difficile utilizzo” di cui, ipotizza il candidato consigliere, i vertici del Consorzio forse non si sono nemmeno resi contro.

A rincarare la dose di sconcerto dello scrivente è la decisione di tenere ferma per più di un anno la centrale idroelettrica di Capodacqua (Capestrano) nonostante il rincaro dei costi energetici che sarebbero stati coperti dall’utilizzo della centrale e che invece sono ricaduti sui soci. Centrale che ad oggi, dopo decenni di gestione interna, è stata affidata ad un’impresa esterna “in cambio di una percentuale dell’incasso” equivalente per D’Alfonso a “una perdita di un’entrata sicura, senza un reale vantaggio di noi consorziati”.

Costi cresciuti negli ultimi anni anche per la decisione presa in sede di approvazione del bilancio, di “spalmare su tutti i contribuenti una ingente somma derivante dai mancati incassi da parte dei proprietari di terreni non rintracciati”. Una soluzione adottata dal commissario regionale “per scaricare sui consorziati altri costi oltre a quelli che il consorzio costantemente si porta dietro” in base ad una normativa che D’Alfonso e gli altri consorziati vorrebbero conoscere.

Una situazione dunque non più sostenibile quella della gestione del Consorzio di bonifica Aterno Sagittario come di tutti i Consorzi di bonifica in generale che per “noi imprese significa avere un pessimo servizio a costi altissimi, quasi 200 euro a ettaro” conclude Alfonso D’Alfonso non più disposto a sopportare sacrifici per “garantire privilegi a chicchessia”.

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