
Le spese della gestione idraulica finisco nelle bollette di tutti i proprietari di immobili, agricoli e non, all’interno del perimetro del Consorzio di Bonifica bacino Aterno e Sagittario. Lo ha disposto la delibera approvata lo scorso 14 marzo, avente ad oggetto l’approvazione del ruolo di contribuenza provvisorio per l’anno 2025 e canone di concessione per usi extra agricoli e agricoli al di fuori del comprensorio. In pratica scompare l’Imu e arriva a gamba tesa un nuovo contributo da dovere versare.
Le spese per la gestione idraulica del territorio si riferiscono alla manutenzione programmata del reticolo idrico di competenza e degli invasi (Lago San Raniero, Lago San Giovanni e Lago di Capodacqua), relativamente all’esercizio 2025.
Per l’anno corrente, i proprietari degli immobili, agricoli ed extra agricoli inclusi nel perimetro di contribuenza, dovranno sborsare circa due milioni di euro (1.993.181, ad essere precisi).
Le spese per la gestione idraulica del territorio, prevedono, secondo la ripartizione, il 70% per i terreni e il 30% per i fabbricati che ricadono in Valle Peligna. Sui proprietari peligni grava la parte più corposa della spesa, oltre un milione di euro, ripartita in funzionamento organi uffici consorzio (378.000 euro), gestione infrastrutture idrauliche (271.000 euro), gestione dell’irrigazione (227.000 euro) e debiti pregressi (218.000 euro). La bolletta, stima il Consorzio, dovrebbe pesare quindici euro in più per i proprietari degli immobili.
Il 100% per i terreni, invece, nella Valle dell’Aterno. Nessun addebito, invece, per la Valle del Tirino. Esenzione temporanea del contributo per le spese della gestione idraulica per tutti i fabbricati dei comuni dell’ambito territoriale Valle Aterno, (Barisciano, Capestrano, Fossa, L’Aquila, Ocre, Ofena, San Demetrio ne’ Vestini, Sant’Eusanio Forconese e Villa Sant’Angelo) la cui quota resta in carico dei terreni dello stesso ambito territoriale.
Come per magia, con una mail, scopro di essere “consorziata”, io che non possiedo alcun terreno ma solo un’abitazione (prima casa)in Valle Peligna.
E scopro dalla stessa, che trattasi di contributo necessario per il risanamento dei debiti delle amministrazioni precedenti, oltre che per funzionamrnto degli organi ufficio consorzio (quota prevalente).
#icittadinipagano
Il problema non è certo per i pochi euro del controbuto (a me ne sono toccati 13,47, di cui 10,00 per una misteriosa “attività catasto consortile”).
E’ per la modalità, alla chetichella, con cui si mettono le mani nelle tasche dei cittadini senza alcun preavviso e senza alcuna possibilità di interlocuzione (PEC arrivata Giovedì Santo, peraltro ad avviso già scaduto il 15.4.2025 !!!).
E’ per l’assenza totale di benefici delle opere del consorzio (di cui sarebbe utile avere un riepilogo pubblico e dettagliato) nel perimetro urbano sulle civili abitazioni.
E’, infine, per la finalità ben poco etica a cui questi denari vengono destinati, e cioè ripianare i deficit di gestione, senza aver minimamente neppure tentato di accertarne e farne valere le responsabilità.
Per tutte queste ragioni il provvedimento andrebbe studiato per verificarne la legittimità ed andrebbe impugnato se possibile; diversamente l’amministrazione comunale dovrebbe richiederne la disapplicazione, proponendo soluzioni alternative per la salvaguardia della popolazione.
Ma a chi lo dici ?
Condivido in pieno.
Va verificata la legittimità di tale provvedimento.
Nella lettera del presidente senza nome e senza firma è possibile conoscere il nominativo?
Solo in Valle Peligna… Beh, notoriamente siamo i ricchi d’Abruzzo!
Da “consorziati”, così come definiti, dovremmo già saperlo!
Povera Valle Peligna.
Ritengo che ormai i consorzi bonifica non svolgono più nessun ruolo utile per il territorio,furono istituiti negli anni 40 per bonificare le aree paludose.Ad oggi quindi sono essenzialmente inutili.
Che schifo. Dovremmo proporre ricorso tutti ed andare avanti sino in fondo. Purtroppo non è possibile e questi signori ne approfittano.
Che schifo. Dovremmo proporre ricorso tutti ed andare avanti sino in fondo. Purtroppo non è possibile e questi signori ne approfittano.
Secondo me ci sono gli estremi per un ricorso amministrativo per chiedere la nullità della delibera per carenza di potere. Le estensioni dei tributi non possono essere stabilite dal consiglio di amministrazione delle società, anche se Enti Pubblici Economici.