Contrazione scolastica e riduzione organico: crisi didattica nell’aquilano

La lettura a livello regionale era stata fatta già alcuni giorni fa. Le scuole abruzzesi perderanno oltre 2.700 alunni il prossimo anno scolastico. Una crisi che investe l’intera regione, provincia dell’Aquila inclusa con un -622 che fa malissimo se si pensa che il numero minimo per la formazione di una classe prima in una Scuola Primaria è di minimo 15 alunni (che scendono a 10 nei territori montani), che moltiplicati per cinque fanno 75. In pratica è come se nell’aquilano sparissero quasi 9 istituti il prossimo anno, se teniamo in considerazione il numero minimo di studenti per ogni sezione.

Spopolamento e denatalità sono i fattori che più di tutti influenzano questo trend negativo, con Valle Peligna, Piana del Cavaliere ed Alto Sangro dove si registrano i numeri peggiori di questa crisi didattica. Che poi, ad essere onesti, è tutto un effetto a cascata con la mancanza di lavoro che porta via le famiglie, avviene una contrazione scolastica, diminuisce l’organico richiesto e i docenti di ruolo vengono trasferiti fuori regione, dove porteranno assieme a loro figli e denaro. E così via, come un cerchio inesorabile.

Una triste rotta circolare, quasi impossibile da invertire nonostante i gridi d’allarme che arrivano soprattutto dai sindacati. “Sono numeri tremendi – spiega Miriam Anna Del Biondo, segretaria generale di FLC CGIL dell’Aquila – Se leviamo L’Aquila e Avezzano, che godono di buon salute scolastica, abbiamo a torno tutti i numeri della crisi. Ci saranno oltre 600 iscrizioni in meno il prossimo anno, di cui circa 350 riguarderanno la scuola dell’Infanzia e la scuola Primaria. Le situazioni di sofferenza più impegnative, soprattutto nella scuola dell’Infanzia e nella scuola primaria, si registrano chiaramente nelle aree interne e gravano su presidi scolastici già sottodimensionati o che si avviano ad esserlo. E non usiamo a caso la parola presidio. Riteniamo, infatti, che la presenza delle scuole nelle aree interne sia fondamentale per la tenuta sociale dei territori. Questi dati dimostrano che nelle nostre aree interne il fenomeno della denatalità diffuso si combina con i dati allarmanti dello spopolamento dando via ad un alto rischio di desertificazione”.

Meno iscritti significa anche una minore richiesta di organico, sia docente e sia di personale ATA, al quale si tampona con le pensioni. Se dovessero essere presenti più professori che cattedre lo decreterà l’Inps che sta attendendo di ultimare la visione delle domande di pensionamento da parte dei docenti. Qualora dovesse accadere inevitabilmente qualcuno rimarrà con il cerino in mano, e a seguire tutti gli altri precari del mondo scuola che, bene che gli andrà, saranno costretti a spostarsi. Nella peggiore delle ipotesi, invece, dovranno attendere la chiamata (forse invano) per tutto l’anno sul divano di casa.

“Il problema è dato anche dai parametri richiesti – prosegue la Del Biondo – infatti il Dpr. 81/2009 mira piuttosto a tagliare le cattedre nel mondo scuola. E’ quello che ridefinisce gli organici e il numero di studenti per le singole istituzioni scolastiche. Sono numeri difficili da pareggiare per il territorio. Nella provincia serve un progetto a livello di servizi, ospitalità, sanità e naturalmente scolastico. Viene meno il diritto allo studio nelle aree interne. Un esempio è quello delle pluriclassi. Infatti, dal prossimo anno, nelle sezioni del quinto anno della scuola Primaria sarà introdotto il docente di educazione fisica. Questo, però, non avverrà in quelle sezioni pluriclasse dove alunni di diversa età sono messi assieme per raggiungere il numero legale. E’ un diritto che viene meno, così come avvenuto con la pandemia. Non tutti avevano i mezzi per potersi connettere. Noi chiedemmo un tavolo tecnico all’Amministrazione di Sulmona nel settembre 2019 per salvare, almeno, il centro più importante del comprensorio peligno. All’epoca la nostra richiesta fu ignorata dalle istituzioni. Speriamo che venga vagliata dalla nuova Amministrazione per salvare un territorio che sta attraversando un momento di vera emergenza”.

Commenta per primo! "Contrazione scolastica e riduzione organico: crisi didattica nell’aquilano"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*