
Era stata costretta, nel 2015, a mettersi in malattia a causa di una patologia che le impediva di svolgere le proprie mansioni di infermiera, dalle normali attività di corsia ai turni notturni. Fino al 2017 quando, dopo varie battaglie, è stata inquadrata come coadiutore amministrativo. Un incarico ricoperto però solo sulla carta perché, di fatto, costretta dai suoi superiori a non fare nulla per un anno e mezzo.
Scatta il pignoramento da 250mila euro per la Asl 1 che non aveva risarcito l’infermiera costretta a poltrire sul posto di lavoro fino alla pensione. Dopo la causa intentata dalla donna contro l’azienda sanitaria infatti quest’ultima era stata condannata al risarcimento che, nonostante le continue sollecitazioni, non è mai stato versato. Così, diventata esecutiva la sentenza, a luglio la donna assistita dall’avvocato Domenico Ciancarelli, ha presentato l’atto di precetto facendo scattare il pignoramento della somma di 250mila euro. Il giudice di esecuzione del tribunale di Sulmona ha fissato l’udienza al 18 dicembre prossimo, data in cui, dopo otto anni di calvario, l’infermiera sarà finalmente risarcita.
Perché dovrebbe pagare la ASL con i soldi dei cittadini e non direttamente la persona fisica?
Causa pretestuosa, visto che ha percepito il suo normale stipendio.
Poi 250 mila €, sono 8/10 anni di stipendi metti.
Ma ci rendiamo conto che la dignità dei lavoratori ha fondamentale importanza e che un lavoratore non può essere lasciato a fare niente. Cosa significa che c ha preso lo stipendio?! Che si avvii un procedimento per danno erariale piuttosto!