Covid, non c’è Santo che tenga

“In comunione con Papa Francesco preghiamo oggi per gli artisti: che il Signore ci indichi le strade della bellezza e dia a tutti noi la grazia della creatività specialmente in questo momento di pandemia”. Con questo semplice post su Facebook l’attività della Diocesi Sulmona-Valva resta ancora affare da dirette social. Si è celebrata poco fa, infatti, una funzione e sempre tramite la pagina ufficiale è stata documentata l’esposizione del busto di San Panfilo. Una festa del patrono a porte chiuse, quindi. Come simile sarà quella della Madonna della Libera a Pratola dove l’esposizione della statua sarà trasmessa sempre grazie a mezzo social.

L’avvio della fase 2, dunque, non cambia molto il contesto ecclesiastico in Italia e nel territorio peligno con tutto il disaccordo espresso dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) attraverso un comunicato stampa, condiviso dal vescovo nostrano Monsignor Michele Fusco sul suo profilo personale.

Sospendere le funzioni religiose è stata una scelta accettata con “sofferenza e senso di responsabilità” in questo periodo di emergenza. Tuttavia in alcune interlocuzioni la stessa aveva chiesto che “nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia, la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”. Ne sono seguiti “negoziati” pieni di “orientamenti e protocolli” per far fronte alla fase transitoria nel rispetto delle norme sanitarie. Il risultato è la ripresa, in forma ristretta, solo dei funerali dal 4 maggio.

“Alla presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata ad organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia. I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.

Vita sacramentale che, per ora, vede come unica sorgente quella del web e di una buona connessione dati: le vie del Signore sono infinite.

Simona Pace

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