Creatività e competenza, il “vaccino” abruzzese contro la crisi

Il nostro viaggio nel sistema produttivo abruzzese si conclude nelle province di Teramo e Pescara. La prima, provincia manifatturiera specializzata nei comparti del tessile-abbigliamento, della confezione di articoli in pelle, dell’alimentare e dell’arredo, mentre la seconda specializzata nei servizi, con qualche particolarità manifatturiera.

Nel teramano troviamo, al confine con le Marche, uno dei principali cantie- ri manifatturieri della regione: la Val Vibrata. Un’area di oltre 270 kmq attraversata dal fiume Vibrata, in cui si sviluppò negli anni Ottata, evolvendo antichi saperi legati alla trasformazione e lavorazione della canapa, un vero e proprio santuario internazionale dell’abbigliamento e del casual. Lavoravano qui oltre 20mila dipendenti, circa mille aziende, con un valore della produzione che superava i 1.500 miliardi di lire. Due crisi, quella degli anni ’90 e quella del 2011, misero in ginocchio il distretto, avviando un esodo delle produzioni oltreconfine, verso Paesi vicini e con un minor costo del lavoro. Scomparve così la filatura (verso Bulgaria, Romania, Turchia), mentre la tessitura si ridimensionò (spostata perlopiù in Tunisia) e selezionò, lasciando sul territorio solo le eccellenze come il Ma- glificio Gran Sasso, e quelle realtà attive nel contoterzismo, che lavorano ancora oggi per griffe di caratura mondiale. Di questo sistema, il segmento che ha dimostrato maggiore resilienza è stato quello del jeans, per la scelta fatta da poche aziende (Fimatex, Wash Ita- lia…) di puntare su un prodotto di qualità dedicato a mercati più esigenti. In particolare, l’attività di punta è quella della lavanderia, passaggio fondamentale nella filiera, che non solo resiste, ma si sviluppa e attrae clienti da tutto il mondo. Qui i jeans vengono scoloriti, consumati, ritorti, stramati, rammendati, tanto che l’area si è guadagnata l’appellativo di denim Valley italiana.

Sempre in questa valle è attiva una filiera della confezione di articoli in pelle, sviluppatasi inizialmente, grazie anche alla vicinanza con la provincia di Macerata, nel comune di Alba Adriatica, per diffondersi in seguito in tutto il territorio circostante. Anche qui la crisi del 2011 ha dimezzato il numero di imprese, costringendo quelle rimaste a sacrificare i loro marchi a favore del lavoro conto terzi, ma l’alta qualità delle produzioni ha permesso al settore di tornare ad essere punto di riferimento della moda internazionale: 1.317 imprese, qualcuna in meno delle 1.354 attive nel 2012. La provincia è anche sede di uno dei tre principali poli italiani della produzione di cucine e mobili, che oggi conta su circa 500 addetti. Come per gli altri distretti della regione anche quello del mobile si è sviluppato seguendo il modello adriatico fatto di piccole imprese, che lavorano soprattutto conto terzi, anche se non mancano realtà più grandi e strutturate come Cordivari e Aran cucine. Il distretto affonda le proprie radici nei centri abitati della costa dove era diffusa la lavorazione del legno e in particolare la produzione di tavoli. Sempre nell’ambito del sistema casa, è importante ricordare il poco conosciuto distretto della ceramica abruzzese, trainato negli ultimi anni dall’intensificazione delle relazioni con altri distretti ceramici italiani, come quello dell’Emilia Romagna e la crescita delle collaborazioni con molti atenei italiani.

Infine tra le principali filiere produttive della provincia vanno menzionate quelle agroalimentari. Qui hanno sede importanti aziende industriali che operano sul mercato nazionale ed internazionale come la Menozzi De Rosa 1836 con prodotti a base di liquirizia, la Gelco Perfetti Van Melle attiva nella produzione di caramelle, Amadori leader nella produzione di polli e derivati, Industrie Rolli Alimentari leader nella produzione di alimenti surgelati, aziende vitivinicole di pregio come Illuminati e Pepe, nonché tanti altri produttori di tipicità locali.

Lasciando la provincia Teramana e scendendo lungo la linea adriatica si arriva a Pescara, la provincia più popolosa d’Abruzzo, e tra tutte le province della regione quella a maggior specializzazione terziaria. La provincia risulta infatti ai primi posti in Italia per la concentrazione di addetti nel settore delle agenzie pubblicitarie e seconda negli studi di architettura. Il design, anche se di recente sviluppo, registra trend di crescita interessanti: nel 2015 apre nella città di Pescara la quinta sede dell’Isia Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, prima scuola pubblica di design istituita dal Ministero della Pubblica Istruzione e nel 2016 in città viene avviato il corso di Laurea triennale in Design, presso il Dipartimento di Architettura dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, primo tra le università pubbliche abruzzesi. L’intento nel futuro è quello di fornire un’adeguata formazione nel campo del design industriale, sempre più prioritario per le aziende del territorio e cercare di rendere sempre meno dipendenti le aziende del territorio, ancora troppo sbilanciate verso il contoterzismo.

Tra manifattura e servizi si muove invece la filiera della musica. La provincia ha visto crescere nel tempo imprese specializzate nei servizi e nella produzione di strumenti musicali apprezzati in tutto il mondo dagli interpreti della musica classica, del jazz, del rock e del blues. La varietà della produzione è molto ampia: accanto a strumenti musicali rari e preziosi messi a punto da maestri artigiani, ci sono aziende che propongono strumenti o apparecchiature innovative e avanzate, come le amplificazioni della Markbass i cui prodotti sono arrivati sui mercati di mezzo mondo. La produzione artigianale include strumenti rari e ricercati: dagli archi costruiti da maestri liutai di fama internazionale e con una lunga esperienza alle spalle come Salvatore Valentinetti e Urgiante Cipolloni, ma anche da giovani liutai tornati in regione a produrre, dopo essersi formati in Italia o all’estero, come Gino Sfarra, Gianni Tribotti, Dado Iannelli o Augusta Di Leonardo; agli ottoni della Strumenti Musicali Casalanguida, alle armoniche customizzate della De Simone Custom Harp, o ai pianoforti. In particolare per i pianoforti, più che per la produzione il territorio è conosciuto per la notorietà raggiunta da alcuni degli accordatori più famosi del mondo: uno di questi è Angelo Fabbrini che, insieme al fratello Vittorio, ha eredito la professione di tecnico accordatore dal padre Giulio arrivando a lavorare per alcuni dei pianisti più famosi al mondo. Nella produzione di fisarmoniche va ricordato Antonio Di Leonardo, per alcuni il “re della fisarmonica”, ma anche la storica azienda Giuseppe Janni & Figli, i cui prodotti dalla fine dell’Ottocento vengono esportati in tutto il mondo, fino ad aziende più giovani come la Della Noce.

A questo punto, per completare questo veloce quadro dell’economia regionale, va sicuramente menzionata una delle più importanti filiere al mondo per la produzione di pannolini. Alla base di questo successo c’è una piccola e agguerrita compagine d’ingegneri e investitori locali, che coltiva da tempo un sistema imprenditoriale il cui enzima è un’allargata e condivisa attitudine a innovare. L’expertise maturato su tutti gli ambiti della filiera (macchine, materia prima, prodotto finale) ha contribuito a fare di quest’industria un fiore all’occhiello del tessuto economico abruzzese. Per quanto riguarda la produzione di macchine, oltre all’indiscusso primato mondiale della chietina Fameccanica, multinazionale specializzata nella fornitura di macchinari per la produzione di prodotti igienici monouso, e da CCS – Cellulose Converting Solutions e Dia- tec. Nella produzione di materia prima, da citare nomi come la pescarese Texol (21 milioni di fatturato, per il 90% diretto all’estero). Infine, nello sviluppo del prodotto finale, oltre alla pescarese Fater, nata dalla joint venture tra Procter&Gamble e Gruppo Angelini, l’azienda oltre ad essere uno dei massimi produttori mondiali di pannolini, negli ultimi anni si è caratterizzata per il suo forte impegno ambientale con l’apertura a Treviso del primo impianto al mondo su scala industriale in grado di riciclare il 100% dei prodotti assorbenti usati. Una innovazione che oggi l’azienda vuole scalare, sviluppando in giro per il mondo impianti: è in realizzazione un secondo impianto ad Amsterdam in Olanda.

Con queste ultime novemila battute finisce il nostro racconto dell’Abruzzo produttivo, un sistema da sempre in bilico tra contoterzismo e autonomia. Un sistema fortemente qualificato che presenta una gamma di competenze manifatturiere estremamente ampia, dalla meccanica all’agroalimentare, dalla farmaceutica all’arredamento, dall’alta moda alla cyber security. Un sistema che nelle crisi che l’hanno interessata ha nel tempo saputo via via scegliere nella qualità il driver principale per competere. L’augurio è che anche in questo frangente, qualità, saperi manifatturieri e competenze rie- scano ancora una volta a risollevare l’economia regionale da questa nuova prova.

Domenico Sturabotti (direttore Fondazione Symbola)

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