Da Cirilli a Cavallone, i “profeti” scacciati dalla patria

Lui non vuole aprire nessun caso, nessuna polemica e nessuna strumentalizzazione, ma quella vicenda, quel “maltrattamento” subito dalla sua città, ha ancora un retrogusto amaro. Un sapore tornato “in bocca” dopo il caso Cirilli che il maestro Paolo Cavallone, uno dei più grandi compositori a livello internazionale, ha voluto commentare qualche giorno fa condividendo uno degli articoli del Germe sull’argomento.

“Per un uomo realizzare opere nell’interesse della propria città di origine, una volta lasciata per ragioni professionali, costituisce sempre motivo di vanto per sé e dovrebbe essere motivo di apprezzamento anche da parte dei suoi concittadini. ‘Bravò’ – scrive in francese, Paese nel quale vive, Cavallone – a Gabriele Cirilli con il quale, a latitudini geografiche diverse, condivido le radici e la voglia di accrescere la bellezza culturale del luogo in cui sono nato, se posso e ne vengo richiesto”.

Poi la storia: “In qualità di compositore ho scritto una partitura dedicata al preclaro Publio Ovidio Nasone presentata dalla Mitteleuropa Orchestra e dall’Orchestre Symphonique de Bretagne (Teatro Modena di Palmanova 2017 e Opera di Rennes 2019), ancora in programmazione, e alla quale, previe intese in loco, ho dato titolo ‘Metamorfosi d’Amore’. Alla stessa – continua il compositore – avrebbe dovuto collegarsi un balletto la cui esecuzione, per mia intercessione, sarebbe stata affidata al corpo di ballo ‘Les italiens de l’Opera de Paris’. Poi…un inspiegabile corto circuito… ha spento tutto togliendo definitivamente luce ad una bellezza annunciata”.

Una storia che è l’ennesima dimostrazione della poca delicatezza e soprattutto dell’incapacità da parte del Comune e della città, di valorizzare risorse monumentali del territorio: artisti di caratura internazionale che per puro amore delle proprie radici si mettono a disposizione, dribblano i rigidi protocolli del professionismo, esponendo il proprio nome e la propria faccia e offrendo occasioni d’oro di cultura alla città, salvo poi essere maltrattati e ignorati. Con il primo ballerino de l’Opera de Paris, Francesco Vantaggio, portato a Sulmona e trattato poco più che come un semplice turista.

Sì, perchè poi il balletto e l’accordo con Cavallone è improvvisamente naufragato alla fine del 2018 nell’indifferenza e in silenzi inauditi, un “cortocircuito”, appunto, che ha riservato agli organizzatori un trattamento davvero poco elegante, nonostante, ancora oggi, il logo del Bimillenario e la città di Sulmona siano in testa alle partiture che stanno girando il mondo.

Il balletto avrebbe avuto un costo irrisorio rispetto al suo valore, ma a quanto pare doveva passare prima il vaglio della severissima commissione fatta in casa che ha distribuito i finanziamenti, riempiendo la città di mostre di pittura ed eventi in gran parte incapaci di superare il confine della galleria di Bussi. Ora che è arrivata la legge sul Bimillenario, che ci sono 700mila euro in cassa da spendere entro fine anno, chissà se qualcuno vorrà riparare almeno a questo torto, a questa gaffe, a questa offesa al “profeta che cercava la patria”. Sempre che il maestro e il suo staff abbiano ancora voglia di tornare a Sulmona.

1 Commento su "Da Cirilli a Cavallone, i “profeti” scacciati dalla patria"

  1. È possibile conoscere il costo previsto per l’evento proposto da Cavallone?

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