Dalle vetrine al teatro, l’operazione anti-degrado a tutela delle locandine “storiche”

E’ sorprendente come con così poco e con ingegnosa delicatezza si riescano a toccare corde fondamentali per la cultura cittadina. Le corde lasciate vibrare, ancora, da Melissa Bozzolini e Serena Larosa sono quelle delle parole che hanno preso il posto di quadri, installazioni e arte varia contro il degrado delle vetrine abbandonate di Corso Ovidio a Sulmona. Dopo l’amara “censura” subita sulle citazioni di Carlo Tresca, Peppino Impastato e Giancarlo Siani sugli spazi dell’ex Max Mara di proprietà dell’Ater, le due ragazze lo avevano promesso che sarebbero tornate con alcune sorprese. L’ultima è di oggi e vuole portare al centro del dibattito un’altra sfumatura culturale: il teatro.

“Vi siete mai chiesti quante vesti teatrali ha indossato il palcoscenico del Teatro Maria Caniglia? Quali personaggi, quali compagnie teatrali dal 1933 ad oggi si sono susseguite?- lanciano così la loro idea- Abbiamo deciso di onorare il nostro teatro scegliendo una commedia di Eduardo De Filippo, portata in scena al Maria Caniglia il 29 Gennaio 1959 ‘La Fortuna con l’ Effe maiuscola'”. Un omaggio, insomma, al gioiello per eccellenza della Sulmona “città” di cultura, ma, tuttavia, una nota dolente ha lasciano suonare: “La locandina originale è tra le poche fortunate che sono state incorniciate e donate al Comune per poi essere esposte nel foyer del teatro dove oggi, purtroppo, molte sono state rimosse. Si può comunque ‘apprezzare’ la locandina dietro le quinte del palcoscenico dove si può anche constatare il degrado in cui è lasciato il teatro”.

Un sollecito, “un invito diretto all’ amministrazione comunale ad intervenire per proteggere quelle locandine che rappresentano pezzi rari ed unici dello storia del Teatro Maria Caniglia, abbiamo il dovere morale di tutelare tali bellezze, frammenti di storia che è ingiusto ed indecoroso abbandonare. Suggeriamo di coprirli, per esempio, con del plexiglass e consigliamo di riposizionare in luoghi diversi tubi e cartelli indicativi che coprono moltissime preziose locandine” questo il loro consiglio.

“Purtroppo il plexiglass non è la soluzione migliore perchè potrebbero rovinarsi ulteriormente a causa dell’umidità” spiega dalla sua l’assessore alla Cultura Alessandro Bencivenga nel sottolineare come le locandine, incorniciate, del foyer sono le stesse visibili dietro al palco, doppioni insomma. A proposito di queste ultime l’assessore prosegue: “Alcune si sono rovinate per i lavori svolti all’interno del teatro, altre perchè purtroppo nel tempo tendono a rovinarsi. Abbiamo valutato la possibilità di restaurarle, ma staccarle potrebbe contribuire a danneggiarle, restaurale sul posto sarebbe troppo costoso quindi si è pensato di lasciarle lì anche a testimoniare la storia del teatro”. “Circa i tubi visibili- prosegue Bencivenga-, si tratta di impianti del teatro, nasconderli vorrebbe dire fare un altro impianto, un lavoro impegnativo per rendere ulteriormente visibile le locandine”. Per valorizzare il Caniglia, tuttavia, l’assessore qualche idea la butta giù, qualcosa a cui aveva già pensato: visite guidate ad orari stabiliti e magari anche teatralizzate con una “Maria Caniglia” che ne racconta la storia ad esempio. “Piano, piano, se mi lasciano il tempo…- aggiunge l’assessore concludendo-. Dalle menti brillanti del territorio mi piacerebbe avere un contributo costruttivo anche solo a livello intellettuale. I problemi sono sotto gli occhi di tutti, lo sapevo ancora prima di entrare in amministrazione”.

Simona Pace

 

1 Commento su "Dalle vetrine al teatro, l’operazione anti-degrado a tutela delle locandine “storiche”"

  1. francesco.valentini1935 | 25 Settembre 2023 at 22:03 | Rispondi

    Con piacere vedo checil problema delle locandine al Teatro e’ tornato alla ribalta:erano statectolte perche’ avrebbero distolto l’interesse degli spettatori.A piu’ riprese sulle colonne de “Il Tempo” perorai la causa per il loro ritorno al foyer :il mio appello fu in qualche modo ascoltato e tornarono in vision.Sapevo pero’ che nei depositi ce ne erano ancora tante e ne parlai con l’allora Assessore alla Cultura (ancora fra noi) che mi assicuro’ chectutte sarebbero state riportate alla luce: ma le Amministrazioni cadono.E il Marrucino di Chieti si offri’,bonta’,di acquistarle: avrebbero fatto la fine delle nostre biblioteche.Ora un appello all’attuale “Assessore”:volonta’ e grinta:la nostra storia teatrale deve tornare a vivere anche attraverso le locandine che stanno marcendo nei depositi:volontari ce ne sarebbero per l’operazione.Ci risentiremo o come tutto a Sulmona fatta la festa,gabbato…con tutto quel che segue?

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