
L’Arciconfraternita della Trinità convocherà i membri del Coro del Venerdì Santo per il 19 marzo prossimo: una riunione nella chiesa dell’Annunziata che, per ampiezza, potrebbe essere in grado di ospitare le prove del Coro limitando i rischi di contagio, per decidere cosa fare e con chi. Fermo restando che fino al 31 marzo almeno (ma molto probabilmente fino a dopo Pasqua) al chiuso sarà obbligatorio indossare la mascherina Ffp2. Il che pone dei seri problemi per l’esecuzione dei brani.
Da quanto si è appreso il Coro ridurrà le prove al minimo indispensabile e non saranno cooptati nuovi cantori, ma alcuni membri del gruppo avrebbero già dato forfait, rinunciando comunque a vestire il saio rosso per paura del Covid.
Sempre se lo struscio e la processione ci saranno: nonostante i titoli di qualche giornale (a cui spesso non corrispondono i contenuti negli articoli), infatti, la settimana di Pasqua e in particolare l’evento del Venerdì sono e restano a rischio. E gli unici abilitati a decidere se e come agire sono e restano, per legge, il governo e il prefetto: né i vescovi, né le convinzioni di qualche opinionista dell’ultima ora e dell’ultima spiaggia.
La curva epidemiologica, d’altronde, non migliora come ci si aspettava e dal governo non ancora vengono sciolti i quesiti sul post stato di emergenza fissato al 31 marzo.
Qualcosa certo cambierà, ma alcune misure, come l’uso delle mascherine al chiuso e il divieto di assembramento (misura che potrebbe mettere a rischio la processione), potrebbero restare in vigore almeno fino a dopo Pasqua per essere definitivamente, contagio permettendo, eliminate dal primo maggio.
La road map del governo sulle riaperture è d’altronde molto cauta: domani si tornerà a consumare popcorn e bevande in cinema e teatri, così come si riapriranno le porte delle strutture sanitarie ai visitatori dei pazienti anche se solo a chi è munito di booster o di vaccinazione e guarigione con tampone.
Dal 24 marzo dovrebbero tornare a pieno regime anche gli stadi, mentre dal primo aprile dovrebbe essere eliminato il green pass per gli eventi e per lavorare.
Il Dpcm che detterà modi e tempi delle riaperture era atteso per metà marzo al massimo, ma l’andamento della curva epidemiologica e soprattutto la crisi ucraina, potrebbero far slittare la decisione del Consiglio dei ministri anche a fine mese.
Fino ad allora si dovrà sperare e tenersi pronti.
E’ già qualcosa, pensando a due anni fa, quando, proprio il 9 marzo, l’allora presidente Conte annunciava l’inizio ufficiale del lungo lockdown nel Paese e il vescovo Michele Fusco sospendeva tutte le celebrazioni eucaristiche nelle chiese cittadine.
Sembra passato un secolo, ma la storia potrebbe non essere molto diversa.
Per cantare devo portare la ffp2 poi però ci si può ammassare per ballare, basta andare su fb e vedere le foto dei locali
Infatti allo stadio si canta e si urla tutti insieme ammassati…pare che negli stadi e discoteche il virus abbia serie difficoltà a diffondersi…per il corso la gente cammina e si ammassa senza mascherine…e anche qui il virus nisba…mentre per la processione ecco che all’improvviso il virus riappare…ma per piacere!
Lo struscio sparge il vairus