Il depuratore infinito di Pescasseroli, la Dmc chiede lo spostamento

E’ una storia lunga quella di Pescasseroli e del suo depuratore, lunga trent’anni. Una vicenda che mette a confronto due aspetti del piccolo borgo di cui parla il presidente della Dmc Alto Sangro, Ernesto Paolo Alba. Insomma, il posizionamento del depuratore è stato contestato, lo è ancora. Per questo Alba chiede di aprire un tavolo “presieduto dal commissario ministeriale che sia del crono programma per la realizzazione o che sia di una conferenza di servizi, dove intervengono solo le amministrazioni locali, l’Ente Parco, l’Ente d’Ambito e la Provincia, per rivedere il posizionamento e magari individuarne uno più consono, è un utile suggerimento per risolvere definitivamente il problema”. Dopo il trentennale stallo delle amministrazioni locali, la condanna è arrivata dall’Unione Europea e la sua realizzazione è ora nelle mani di un commissario nominato dal ministero competente

Tuttavia il presidente della Dmc sottolinea: “Si dovrebbe tener presente che Pescasseroli non ha bisogno di andare ad occupare ulteriore suolo con la costruzione di simili impianti. I piani regolatori precedenti, nonché l’ultimo ormai in fase di attuazione definitiva, prevedono giustamente un confine ben preciso oltre il quale non si deve più edificare. Invece di usare le deroghe per posizionare il manufatto oltre questo limite, che avrebbe bisogno anche della necessaria urbanizzazione territoriale, sarebbe opportuno individuare un sito all’interno della pianificazione generale esistente. C’è tanto territorio da recuperare, tanti siti da completare già ricompresi in queste cartografie. Basta un po’ di buona volontà e spirito costruttivo”.

Chiede buon senso Alba, per la natura e l’economia turistica. La Dmc fa sapere, inoltre, “è impegnata a creare un’economia circolare per la implementazione di un sistema di auto-raccolta delle materie seconde e di auto compostaggio, cercando di arrivare al fatidico ‘spreco e rifiuti zero’ e lo fa perché crede nella Green Economy e nel forte impatto comunicativo di siffatta attività come eccellenza territoriale”.

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