Detenzione in cella e meno telefonate: protesta dietro le sbarre

La protesta va avanti da qualche giorno, da quando cioè il direttore del carcere di Sulmona, dando seguito alle direttive del Dap, ha ripristinato le regole pre-Covid dietro le sbarre.

Due telefonate al mese che possono diventare sei (o sette, ovvero una in più a settimana) in casi eccezionali e a discrezione della direzione, anziché le dieci che erano concesse durante la pandemia; e, soprattutto, la detenzione in cella e non negli spazi comuni dei diversi bracci come è stato durante gli ultimi anni.

“Il regolamento parla chiaro – spiega il direttore Stefano Liberatore – i detenuti dell’alta sicurezza possono uscire dalle celle solo a fini trattamentali, che sia cioè per studio, per lavoro, o quant’altro. L’eccezione dettata dalla pandemia non può diventare prassi, tanto più che il Dap ha dato linee precise, stabilendo che a partire da gennaio scorso si devono gradualmente ripristinare le regole pre-Covid”.

I detenuti, non tutti a dire il vero, però, non ci stanno e da qualche giorno ad un preciso orario manifestano con la protesta della battitura: pentole contro le sbarre per fare rumore e richiamare l’attenzione.

Almeno sotto questo punto di vista, per loro, l’emergenza ha avuto qualche risvolto positivo.

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