Di Masci alla sbarra: “zoccola” normale terminologia della politica

La ruggine non va via, nonostante quei fatti, accaduti cinque anni fa ormai, appaiano anni luce lontani. Con i protagonisti, entrambi, non più in ruoli di rappresentanza politica e istituzionale. Compagni di partito, persino, un tempo; avversari in aula giudiziaria ora.

L’ennesima, forse la penultima puntata della querelle tra Roberta Salvati e Bruno Di Masci, al tempo consiglieri comunali di Sulmona, è andata in scena ieri al giudice di Pace.

Fase conclusiva di un processo che ieri ha visto fare spontanee dichiarazioni l’ex sindaco, oggi imputato, che appellò la sua collega consigliera con il termine non proprio politically correct di “zoccola”.

Era il 2018, quando la Salvati portò in Aula il caso, finendo con l’essere allontanata dal consiglio comunale dalla polizia municipale: un video ripreso da un telefonino, nel quale Di Masci dava della “zoccola” appunto alla sua collega.

“Terminologia comune in politica” ha detto sostanzialmente ieri in udienza Di Masci, che ha accusato anche la Salvati di essere una disposta a fare carriera politica a discapito degli altri.

Al di là delle presunte o accertate diffamazioni, delle scriminanti e delle responsabilità, resta e si perpetra l’amarezza di veder ridotta ad un gradino così basso la dialettica politica: “Non voglio pensare che la politica cittadina sia così svilita – commenta la Salvati -. Per me la politica è altra cosa, si ispira a valori più alti e richiede un rispettoso confronto su temi attuali e concreti. Da ben cinque anni io e la mia famiglia siamo sulla gogna e questo è inaccettabile. La controquerela di Di Masci nei miei confronti è stata archiviata, ora aspetto un po’ di giustizia”. La sentenza sarà emessa probabilmente il prossimo 22 giugno, le urne, invece, la hanno già data.

5 Commenti su "Di Masci alla sbarra: “zoccola” normale terminologia della politica"

  1. Anche Giorgia Meloni, secondo me che sono vecchio,non la racconta giusta. In confronto a prima si veste tutta,giusta, preparata, chiusa, abbottonata,,,,,,come Sanna Marin. Non vorrei che lo fa per allontanare i sospetti e la troveremo un qualche giorno scatenata in scandalosi balli notturni, in preda all’alcol, sostanze proibite,con musica a tutti volume.
    A Sulmona dobbiamo impiegare denaro pubblico in queste farse giudiziarie invece di sistemare i marciapiedi e le crepe belle strade . Una constatazione generica di un vecchio verso una donna di 30 anni più giovane non può essere molto diversa da questa. È per nentalità che ormai le stesse giovani che a 18 anni ti apparivano tutte virtuose a 70 anni ti appaiono tutte moralmente dubbie già per come vestono ,si muovono, camminano più svelte, bevono etc etc.
    Non è stato addebitato un concreto fatto specifico ma solo comuni riflessioni assolutamente generali. Non si comprende che cosa si dovrebbe giudicare.

    • Un commento vomitevole e misogino. Scadente anche nella sua banalità! Spero che la redazione intervenga !

    • Un commento squallido e quasi delirante…si vergogni! Secondo me la dubbia moralità è solo la sua che dal suo essere soggetto maschile si permette di vomitare questo tipo di pensieri…

  2. … “ constatazione generica di un vecchio verso una donna più giovane di 30 anni”…
    Ecco, adesso mi è chiaro il motivo perché questa Valle sta morendo… per la “ normale terminologia politica” di queste constatazioni generiche utilizzate dai politici locali negli ultimi quarant’anni…

  3. Bell’esempio! | 29 Gennaio 2023 at 03:08 | Rispondi

    Una terminologia da trivio a cui le donne sono costantemente sottoposte. Imbarazzante vista anche la provenienza da un ex preside. Indifendibile!!!

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