Di sua sponte

Il regolamento è stato approvato l’altro giorno in consiglio comunale dopo ore di dibattito e di polemiche ed è finalizzato a regolare l’attività del volontariato che negli ultimi mesi ha avuto un particolare incremento, ma che è stato anche al centro di dure polemiche, strumentalizzazioni politiche e anche violenti attacchi personali. Tanto che il consigliere comunale Mauro Tirabassi, che in commissione aveva sollevato dubbi giuridici sul regolamento e sulle modalità del volontariato, è stato oggetto di una campagna sui social pesantissima, spesso scesa nell’attacco personale.

Pensare che qualcuno possa essere contrario al volontariato è quanto meno ridicolo ed è evidente che i dubbi sollevati sono finalizzati a migliorare semmai uno strumento che, ancora oggi, qualche dubbio lo pone.

Il regolamento è composto di dieci articoli con i quali si dettano finalità, metodi, rapporti, ambiti, compiti e responsabilità dell’attività da svolgere, con l’istituzione di un Albo specifico a cui possono iscriversi tutti i cittadini residenti maggiorenni.

Irreggimentare un’attività spontanea come il volontariato potrebbe essere tuttavia un’arma a doppio taglio (perché ad esempio escludere i minori da azioni che possono contribuire alla loro formazione civica?), ma d’altro canto si rende necessario per evitare che chiunque si svegli la mattina e decida secondo il suo imprescindibile gusto e competenza di intervenire su un bene pubblico.

Tant’è che il regolamento individua la figura di un responsabile all’interno del Comune che coordina e detta modi, tempi e luogo degli interventi che, d’ora in poi, saranno stabiliti e pubblicati dal Comune in un apposito elenco. Fissa l’obbligo di un’assicurazione (che sarà pagata dal Comune per i privati e dalle associazioni per i loro iscritti) e impone il rispetto di strumenti e misure di sicurezza che, nel caso manchino al volontario, lo stesso Comune fornirà.

Ci sono tuttavia un paio di punti ancora da sciogliere nel documento approvato dall’assise l’altro giorno. L’assessore Salvatore Zavarella (che ad esempio non potrà far parte dell’Albo perché residente a Pratola) ha chiarito in consiglio che l’Albo non esclude che volontari non iscritti possano comunque dedicarsi alla cura del bene pubblico. L’articolo 2 del regolamento, tuttavia, mette nero su bianco che “la fruizione istituzionale dell’attività di volontariato, prestata da liberi cittadini o associazioni in possesso dei requisiti” possa essere fatta “purché iscritti all’Albo comunale dei volontari civici”. Se ne deduce che, a meno che non si voglia ripulire il giardinetto di casa propria, per passare la scopa, il tagliaerba o ancora più ripulire una strada pubblica, si debba essere iscritti all’Albo e di conseguenza avere l’autorizzazione da parte del Comune.

Un altro passaggio ambiguo, su cui il consigliere Tirabassi ha chiesto lumi senza avere risposta, è poi quello della figura del coordinatore nominato dal Comune. In particolare nel passaggio in cui (articolo 7 comma b) a questa figura è demandato il compito di “accertare che il volontario a cui viene assegnato un incarico sia in possesso delle capacità cognitive, pratiche e fisiche a svolgere la prestazione”. Una sorta di allenatore con curriculum da psicologo, insomma, che non si capisce come e con quali credenziali possa valutare – specie – le attitudini cognitive di una persona (oltre che fisiche e pratiche).

Il rischio concreto è che il regolamento, nato dal nobile intento di coordinare l’attività di volontariato, rischi di imbrigliarlo in quella stessa burocrazia contro cui i volontari spesso decidono di “fare da soli”.

8 Commenti su "Di sua sponte"

  1. Nelle terre di uso civico questo regolamento dovrebbe essere assolutamente inutile perché già esistono gli antichi diritti dei residenti di legnatico erbatico etc. Perciò chiunque può intervenire seppur poi l’erba non gli serve per alimento degli animali domestici ma può comunque portarsi a casa qualche legno per il caminetto. Questa regolamentazione poi è assolutamente inopportuna per la reputazione dell’istituzione pubblica, tanto che il degrado estetico è conseguenza di profondissimo fenomeno di corruzione e di povertà nelle amministrazioni, e l’iniziativa di rimedio all’abbandono che sorge nella indignazione dei privati è proprio per sopperire a queste triste condizioni, mentre, subito un ente ne trova spunto opportunistico per intromettersi e ripresentarsi spacciando la finzione delle sue carte. Lo stato pietoso di complessiva malattia epidemica che, colpendo l’ambiente balza agli occhi, mostra la inefficienza e l’anacronismo degli enti comunali insieme ciò alla qualità degli uomini che aspirano a sedervicisi. Però il primo atto non dovrebbe essere di tagliare i rami degli alberi ma tagliare proprio gli enti cessandone immediatamente la inutilità ,ricostituendo altre forme amministrative più varie fluide moderne e favorevoli al benessere della popolazione, ciò con minori spese ed elargendo molto minori indennità finanziarie od abolendole completamente agli amministratori ,perché ormai vanno candidati negli enti solo per aspirazione o stretta necessità di quei pochi soldi mensili che gli riconosce il governo per sedere in una poltrona e lasciare il mondo esterno al volere della sola natura.

  2. Un manicomio!!

  3. Manicomio???de più…

  4. Luigi Gagliardi | 17 Gennaio 2021 at 22:32 | Rispondi

    Io trovo che sia una ottim idea perchè immagino che a qualcuno possa venire in mente di farsi male di proposito facendo volontariato e poi fare causa al comune per avere un po di pecunia.
    Immagino anche che la figura del coordinatore sarà davvero difficile da trovare e quindi il volontariato rimarrà bloccato, il regolamento può di certo essere scritto meglio, ad esempio in caso di mancanza del coordinatore si può dare questo incarico d’ufficio al sindaco o all’assessore all’urbanistica o a qualche altra figura che già esiste.
    Spero che stretto giro verrà modificato in tal senso.

  5. Nessun corso di primo soccorso? E la nomina del rspp? Asp? Rls? Cse? Il dvr? La verifica dei dpi? Il pos? La nomina del medico competente? Unilav? La dichiarazione organico medio annuo? Schede uso e manutenzione degli attrezzi?

  6. Il C.s.e. è obbligatorio solo quando si tratta di lavori edili e nel cantiere si ha la presenza anche non contemporanea di più imprese. Che c’entra con il volontariato?

  7. Mi trovo totalmente d’accordo con il tuo articolo. La parte relativa alla “valutazione delle competenze” rischia di diventare un pastrocchio all’italiana sulla spinta del volemose bene. Chi decide poi con quali attitudini uno possa venire giudicato ? Non scivoliamo nel ridicolo per favore. Ad ognuno il suo, bene, ma allora che si fa, si regolamenta per deregolamentare ? O é un cavallo di Troia per l’accesso ad altro. Sicuramente non é un problema mio, non avendo neanche più la residenza nella mia Sulmona.

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