Dieci avvisi di garanzia per sversamenti di inquinanti nelle acque del Gran Sasso

Sono dieci gli iscritti al registro degli indagati dalla Procura di Teramo, fra vertici dell’Infn, Strada dei Parchi e Ruzzo Reti, tutti accusati di inquinamento ambientale. Il caso che ha dato vita all’indagine sarebbe lo sversamento di sostanze pericolose nel corso degli anni dai Laboratori del Gran Sasso.

Gli avvisi di garanzia sono stati spiccati per: il presidente dell’Infn Fernando Ferroni, il direttore dei Laboratori Stefano Ragazzi, il responsabile del servizio ambiente dei Laboratori Raffaele Adinolfi Falcone, il responsabile della divisione tecnica dei Laboratori Dino Franciotti, il presidente di Strada dei Parchi Lelio Scopa, l’amministratore delegato di Strada dei Parchi Cesare Ramadori, il direttore generale di Strada dei Parchi Igino Lai, il presidente della Ruzzo Reti Antonio Forlini, il responsabile dell’Unità operativa di esercizio della Ruzzo reti Ezio Napolitani e il responsabile del servizio acquedotto della Ruzzo Reti Maurizio Faragalli.

Scrive la Procura nelle carte di accusa: “Il pericolo di inquinamento delle acque del Gran Sasso in termini di potenziale compromissione o deterioramento significativo e misurabile è palese dalla documentazione in atti, per le particolari condizioni riscontrate e per l’inefficacia delle misure di prevenzione sino ad oggi messe in opera”.

Dichiara Augusto De Sanctis, della Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso “Il Gran Sasso è uno dei patrimoni idrici più importanti in Europa e lo difenderemo sempre. Da aprile 2017 abbiamo depositato ben 5 dettagliatissimi esposti, fondati su leggi e migliaia di documenti raccolti con gli accessi agli atti. Abbiamo dato il nostro contributo fattivo alle indagini della Procura, dei NOE e dei CTU che ora mettono quelli che appaiono come dei punti fermi circa le gravi inadempienze dei principali soggetti coinvolti, INFN, Strada dei Parchi e acquedotto del Ruzzo. Uno squarcio su una condizione estremamente grave che riguarda 700.000 persone, una grande infrastruttura come l’A24 e uno dei laboratori di fisica più grandi e importanti al mondo”.

“Ora seguiremo da vicino l’evolversi della vicenda – continua De Sanctis – e ci aspettiamo che le migliaia di tonnellate di sostanze pericolose siano allontanate dalla montagna più alta dell’Appennino, Parco nazionale che custodisce un patrimonio idrico unico, approvando contestualmente il Piano delle Aree di Salvaguardia delle Acque Potabili atteso da 12 anni. Auspichiamo che il Governo intervenga a tutti i livelli, da un lato assicurando le risorse economiche per le infrastrutture e dall’altro con interventi concreti sugli aspetti gestionali”.

Savino Monterisi

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