Difficoltà di accesso al credito e post emergenza, Cgil: “La terza in dieci anni”

Solo tre aziende su dieci hanno avuto accesso ai 25mila euro previsti nel decreto Liquidità secondo quanto riporta uno studio del Cna. “Il dato desta particolare preoccupazione in una Provincia come quella dell’Aquila, per la quale la ripartenza post Covid rappresenta di fatto la terza ricostruzione nell’arco di un decennio, senza che le precedenti siano state mai ultimate” scrivono Cgil e Fisac provinciali che avevano già sollevatola difficoltà di accesso al credito per le piccole medie imprese .

“Tra le possibili soluzioni proposte, l’istituzione di fondi di garanzia al 100% in favore di micro e piccole imprese. Oggi scopriamo che neanche garanzie pari all’intero importo erogato sono sufficienti a consentire l’ottenimento di liquidità alle aziende”. Confusione dettata dalla successione di norme secondo il sindacato che aggiunge “Le responsabilità maggiori sono però imputabili agli Istituti di credito, che pur in presenza di garanzie al 100%, hanno disposto istruttorie che variano a seconda delle Banche; sappiamo che qualche Istituto si è spinto fino ad impartire disposizioni che prevedono di non inoltrare pratiche che, in assenza della garanzia pubblica, sarebbero state declinate dalle filiali, tradendo totalmente lo spirito e le finalità del Decreto. Importante in tal senso è stato anche l’intervento dell’ABI, che ha bloccato l’iniziale tentativo delle Banche di utilizzare la garanzia pubblica per sostituire i crediti incagliati”.

PEr Cgil L’Aquila, dunque, sono necessari interventi volti a favorire l’accesso al credito. “Servono, innanzitutto, degli strumenti di controllo per evitare che un quantitativo così importante di denaro, garantito dallo Stato, venga distolto dall’unico obiettivo per cui è concesso, ovvero il rilancio del nostro Paese. Bisogna impedire che tali capitali non finiscano nelle mani sbagliate ed il pensiero va ovviamente alle mafie quali organizzazioni criminali non più limitate ad alcuni territori ma oramai radicate in tutto il paese”.

Ed ancora il sindacato: “Ci attendiamo perciò, anche attraverso un proficuo dialogo con l’Europa, misure di accesso al credito per le imprese tali da sostenere, con le necessarie condizioni di salvaguardia occupazionale e salariale per impedire licenziamenti e delocalizzazione, piani di investimento a medio-lungo termine di cui il nostro Paese ed i nostri territori hanno più che mai urgenza”.

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