Dipendente dell’anagrafe intasca la pensione di una defunta: 3 anni per truffa

La pensione se l’era assicurata, non una, ma due, anzi tre, calcolando anche la sua ottenuta nel frattempo. Non una semplice appropriazione indebita, ma una vera e propria truffa ai danni dello Stato, ovvero dell’Inps: così ieri il tribunale di Sulmona ha rimodulato l’accusa nei confronti di Luigi Barbati, ex dipendente dell’anagrafe al Comune di Secinaro. 

Tre anni di reclusione e il risarcimento alla parte civile (ovvero l’Inps) dei 46mila euro che si era indebitamente intascato in quasi tre anni, di fatto usufruendo della doppia pensione di un’anziana morta e della quale aveva la delega al conto corrente.

Tutto nasce dal doppio nome della donna che aveva fatto generare due diversi codici fiscali. Alla sua morte Barbati, che lavorava proprio all’anagrafe, aveva “restituito” uno dei due codici fiscali, comunicando cioè all’Inps la morte della titolare. L’altro codice fiscale, quello con il doppio nome, che guarda caso era quello su cui venivano versate le due pensioni all’anziana e al conto della quale Barbati aveva diretto accesso, era però rimasto attivo. Per quasi tre anni, durante i quali l’Istituto (e quindi i contribuenti) aveva continuato a versare i mensili, ignaro di erogare le pensioni ad una defunta.

E’ stato solo dopo un controllo della guardia di finanza che all’Inps era sorto il dubbio: a seguito delle verifiche non è stato così difficile ricostruire l’erogazione e l’incasso arbitrario delle somme e chi ne aveva usufruito.

Barbati era finito così sotto processo per appropriazione indebita, il collegio del tribunale di Sulmona ha aggravato però ieri la sua posizione, riconoscendo il dolo e l’artificio per prendere il denaro e quindi la truffa aggravata.

1 Commento su "Dipendente dell’anagrafe intasca la pensione di una defunta: 3 anni per truffa"

  1. Si ma è una tragedia in tutti i comuni che il tribunale soltanto sfrutta per lucrare altri soldi per lorostessi. Altrimenti nella posta di un paese vicino hanno rubato i risparmi di tutti i conti postali della gente un po’anziana, oltreché i conti della Santa Patrona che gestiva il Vescovo che ha denunciato per furto il fetido ladrone ereditario di famiglia.Poi il ladrone ha restituito i soldi al vescovo e nella causa penale è stato assolto perché il vescovo ha ritirato la denuncia.Pero’il vescovo di è preso in risarcimento il denaro che il ladrone aveva rubato ad altri più poveri correntisti, quindi si è preso del denaro di provenienza illecita, perciò della refurtiva.Il tribunale però questa ricettazione non la ha vista ,e, per il tribunale disulmona è successo e sta succedendo che alcuni derubati da uno stesso criminale sono stati risarciti con il denaro sottratto ad altri derubati che hanno perso tutto e non si possono neanche curare perché sono rimasti senza soldi.

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