
Nasce a Sulmona su proposta de Il Germe il primo Patto digitale di comunità in Abruzzo: oggi alle ore 18,30 presso la nostra redazione in via Angeloni 13, si terrà il primo incontro per la costituzione della comunità che coinvolge scuole, istituzioni, educatori e soprattutto famiglie.
Il Patto digitale di comunità di Sulmona è il primo nella nostra regione e si va ad aggiungere ai 129 già attivi nel resto del Paese.
Promosso dal Centro di ricerca “Benessere Digitale” dell’Università di Milano-Bicocca e da tre associazioni attive nel campo dell’educazione consapevole all’uso dei media (Mec, Aiart Milano e Sloworking), il Patto è una sfida coraggiosa e necessaria che mira ad educare i più giovani all’uso delle tecnologie e in particolare degli smartphone.
I risultati degli studi che cominciano ad avere ora valore scientifico, dimostrano in modo inequivocabile come l’uso degli smartphone nei giovani, in particolare nella fase adolescenziale e pre-adolescenziale, sia causa di gravi scompensi neuronali e comportamentali. L’organizzazione pediatrica statunitense (AAP, American Association of Pediatrics) e quella italiana (SIP, Società italiana di pediatria) hanno evidenziato i rischi per l’esposizione agli schermi precoce e per l’esposizione prolungata per bambini/e e adolescenti, individuandoli in patologie fisiologiche (cardiovascolari, posturali, visive, uditive, dietetiche-alimentari, del sonno); in patologie concernenti il ritardo dello sviluppo del linguaggio e la compromissione dello sviluppo neurocognitivo (attenzione e memoria) con ricadute sulle capacità di apprendimento (problemi scolastici); sono compromesse anche le capacità sociali (relazione con caregiver, relazione con pari, comportamenti aggressivi e oppositivi); infine sono lese l’autonomia (dipendenze) e l’autostima (depressione). Un recente studio dell’Università Bicocca di Milano, sulla base delle valutazioni Invalsi, ha dimostrato che l’uso intensivo e precoce degli smartphone non solo non favorisce l’apprendimento, ma compromette le performance scolastiche.
Un’emergenza diventata urgenza di fronte alla quale una comunità educante, di cui ci sentiamo parte come testata giornalistica e progetto editoriale, non poteva stare ferma. Se è vero che informare vuol dire dare forma alla società nella quale si agisce.
Così abbiamo proposto ai dirigenti scolastici del Centro Abruzzo (dalla Valle Peligna all’Alto Sangro) l’adesione ai Patti digitali di comunità (qualcuno ha già formalmente aderito) e, consapevoli che la riuscita del progetto dipende dal coinvolgimento dei suoi attori, abbiamo messo insieme un primo nucleo di famiglie che oggi si incontrerà nella nostra redazione per decidere insieme le regole del Patto, ovvero i termini del contratto che si andrà a sottoscrivere (chiunque interessato può partecipare, l’obiettivo è di allargare quanto più possibile la comunità).
Si tratta di un contratto che impegna le famiglie, le scuole, le istituzioni, gli educatori e gli stessi ragazzi, a rispettare, ciascuno per le sue competenze, regole e modi di uso degli smartphone. L’idea è quella di costituire due o tre diversi Patti a seconda dell’età dei ragazzi coinvolti: uno per le materne, uno per le primarie e uno per le scuole secondarie. Nei contratti sarà specificato a quale età dare il primo telefono ai propri figli, quando consentirgli di avere una connessione ad internet, quando iscriversi ai social, quando utilizzare i device, in quali ore e in quali luoghi, più in generale come gestire l’indispensabile rapporto con il mondo digitale.
Condividere un percorso controllato permette, innanzitutto, di evitare “l’emarginazione” dei ragazzi, scusa – o assoluzione – principale che spinge le famiglie spesso a cedere alla richiesta a volte “malata” da parte dei propri figli di uso del telefono. Il “ce l’hanno tutti” o “poi resta escluso” per intendersi, che diventa la bandiera bianca delle famiglie anche più coscienziose.
Ma significa anche costruire insieme un’idea di società e di comunità diverse, o almeno tentare di farlo. Tornando a guardarsi negli occhi senza il filtro di una app.
Ottimo articolo ! Questa è informazione necessaria .
La gente pensa che si siccome siamo nel 2025 i nostri figli sono nativi diggggggitalj ormai va di moda questa frase che i genitori ripetono a se stessi e agli altri per coprire i propri fallimenti con l educazione dei figli,ed inve no, state friggendo il cervello di vostro figlio/a ogni volta che per farlo stare zitti gli date il telefonino.
Ottima iniziativa, ma sono del parere che per ambire a risolvere il problema bisognerebbe essere drastici. Fare allo stesso modo di come si fa per prendere la patente di guida. Aspettare la maggiore età quando la psiche del giovane dovrebbe aver acquisito gli anticorpi necessari ed un carattere sufficientemente formato. Dubito che approcci “gentili” possano mettere un giovane nelle migliori condizioni di reagire alle insidie di uno strumento, lo smartphone, i cui effetti a lungo termine sia sulla mente che sulla salute in generale sono ancora tutti da verificare.
Ormai i buoi sono scappato dal recinto !
Penso che non si possa più tornare indietro…ci hanno travolto con questa forzata digitalizzazione .
Il tutto finalizzato al business !
Lo smartphone dei figli ha preso il posto della TV dei genitori, con l’aggravante di essere maggiormente incisivo sulle menti dei piccoli.
La sfida è ardua, e va presa di petto ancor prima del periodo scolastico (dalle materne in poi), e sono i genitori il vero anello debole, viou per necessità, per facilità e per comodità.
Ovviamente non tutto è negativo nella tecnologia, ma lo è nell’uso che se ne fa e il rischio del controllo dele masse e delle loro menti è già presente, l’intorpedimento delle menti per la precisione, il non far pensare e seguire l’onda che ci viene creata, e in questo PURTROPPO anche il sistema scolastico ha le sue GRANDI COLPE nei metodi innovativi di istruzione applicati, ovviamente è il mio parere, ma li vedo questi bambini… imbambolati!
Tutti pecore di un gregge mondiale!
Sopra di tutto, ben vengano queste iniziative!
L’uomo va risvegliato dal suo stato di torpore imposto! Risvegliamo le menti dei figli e dei genitori!