Direttore del Parco Maiella: il Tar respinge il ricorso di Pellegrini

Il Tar ha respinto il ricorso presentato da Massimo Pellegrini contro il Parco nazionale della Maiella “per il risarcimento dei danni subiti per effetto della deliberazione del consiglio direttivo del Parco n. 13 del 2016”. I giudici amministrativi di primo grado hanno ritenuto infondati i motivi addotti da Pellegrini contro la decisione dell’ente Parco di non ratificare la deliberazione con cui si approvava l’avviso pubblico per individuare una terna di candidati da sottoporre al ministro per l’ambiente per il conferimento dell’incarico quinquennale di direttore del Parco.

Una vicenda che, nata nel 2012, l’anno successivo aveva portato ad individuare sedici nominativi, tra i quali quello di Massimo Pellegrini, appartenenti a soggetti dotati dei requisiti richiesti e per questo ammessi alla procedura di selezione della terna da sottoporre al Ministro. Nello stesso anno però, l’ente Parco provvedeva a nominare quale direttore “un soggetto estraneo non dipendente dall’ente” e, come sostenuto da Pellegrini nel suo ricorso, non in possesso dei requisiti richiesti perché “non iscritto all’appostio albo istituito presso il Ministero dell’ambiente”. In tal modo, secondo il ricorrente, l’ente Parco sarebbe rimasto inerte rispetto alla deliberazione del 2012 non concludendo il procedimento di designazione della terna dei nominativi da presentare al ministero per la nomina del direttore. Con conseguente danno a carico dello stesso Pellegrini che, inserito nel primo elenco, “aveva una concreta chance di essere nominato” in quanto “soltanto il suo profilo corrispondeva a quello richiesto”. Ma è proprio questo il punto che non ha convinto i giudici del Tar che hanno ritenuto “non provata l’esistenza di un danno certo” perché “non vi è certezza circa il fatto che il ricorrente sarebbe stato ricompreso nella terna e poi che lo stesso sarebbe stato scelto dal ministro dell’Ambiente quale direttore del Parco”. Per poter affermare ciò infatti, si legge nella sentenza, “la comparazione tra il curriculum di Pellegrini e degli altri tre inviati al ministero andava fatta in via comparativa”, cosa che non è avvenuta e la circostanza che il ministro non abbia ritenuto validi i nominativi inviati “non significa certamente che lo stesso ministero avrebbe ritenuto valido il nominativo dell’odierno ricorrente”.

Ricorso respinto dunque per Massimo Pellegrini, uno dei protagonisti di una vicenda balzata gli onori della cronaca per una gestione già oggetto di denuncia da parte di ex direttori di parchi abruzzesi scesi in campo a sostegno delle ragioni di Pellegrini. Accuse che il presidente del Parco Lucio Zazzara ha sempre respinto difendendo le scelte di un ente la cui finalità è sempre e solo stata quella di valorizzare il territorio e le sue potenzialità.

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