Doppio viaggio per risonanza e referti: l’odissea dei pazienti peligni

Il tempo per effettuare una risonanza magnetica, solitamente, varia fino ad arrivare a 40/45 minuti in situazioni normali. Non possono dire lo stesso i pazienti delle strutture peligne, costretti ad affrontare non uno, bensì due viaggi di almeno un’ora ciascuno. Il primo per effettuare la risonanza magnetica. Il secondo per ritirare il referto del test.

Una vera e propria odissea che nasce dalla mancanza non del macchinario nell’ospedale sulmonese quanto di una stanza adatta a ospitare la strumentazione per gli esami. La risonanza magnetica nel nosocomio di Sulmona era stata promessa ben prima dell’inaugurazione della nuova ala del complesso ospedaliero. Peccato che la stanza alla quale era destinato il macchinario non rispettava (e non rispetta tutt’oggi) le dimensioni richieste.

“Siamo ancora fermi con una stanza grezza – spiega Catia Puglielli del Tribunale per i diritti del malato – Già dall’apertura del nuovo ospedale feci una relazione alla Dottoressa Verì e alla Regione Abruzzo, facendo presente gli errati calcoli di misurazione, sollecitando a una veloce risoluzione del problema”.

Un disagio che ha più di una ripercussione sui servizi ospedalieri. Innanzitutto i degenti presso l’ospedale SS. Annunziata che necessitano di una risonanza magnetica devono essere caricati e trasportati in ambulanza presso i nosocomi di Avezzano e L’Aquila. Da qui il naturale problema di tenere impegnati dei mezzi lontano dal territorio che potrebbero servire in caso di emergenza. Bisogna poi aggiungere l’orografia del comprensorio, prettamente montano, e le condizioni climatiche che possono rallentare i tempi di percorrenza.

Insomma, per una semplice risonanza potrebbero volerci anche tre ore a questo punto, tenendo occupato un veicolo ospedaliero per un lasso di tempo importante. A ciò, naturalmente, si aggiunge uno spreco di risorse e denaro pubblico. Non bastasse questo, nonostante la digitalizzazione, l’informatizzazione e il rischio di diffusione del contagio la ASL , per riferite disposizioni interne, non stampa più i referti delle risonanze magnetiche. In poche parole il paziente deve fisicamente tornare ad Avezzano, o all’Aquila, per ritirare il proprio referto. Un doppio viaggio sfibrante, e pensare che basterebbero meno di 40 minuti.

3 Commenti su "Doppio viaggio per risonanza e referti: l’odissea dei pazienti peligni"

  1. Spalanca Porte Aperte | 11 Gennaio 2022 at 17:54 | Rispondi

    E che dire se al Cup di Sulmona si vuole prenotare un esame diagnostico presso il Mazzini di Teramo? Impossibile!!! Quindi triplo viaggio?!? Prenotare, effettuare e ritirare? Cup Regionale?!? Almeno quello delle cugine Marche funziona e rispondono abbastanza celermente anche al telefono.

    • Guarda che, per le prenotazioni, il CUP telefonico funziona egregiamente, anche fuori provincia. Poi basta regolarizzare sul posto prima della prestazione.

  2. bene,un vergogna con servizi da paese in via di sviluppo…in tutte le Democrazie del Mondo con un clic si prenota anche il consulto con il massimo esperto della patologia del caso, il medico di famiglia puo’ prenotare di tutto e di piu’,altro che Cup,carte,timbri,autorizzazione,
    regolarizzazione,trasporti,ecc,ecc, siamo fermi alle “disposizioni interne”,o no?

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