Dove eravamo rimasti…

La tregua, ma meglio sarebbe dire il sonno, è durata poco più di un anno, che con il Covid di mezzo neanche ce ne siamo accorti. E sembra che non se ne siano accorti neanche i politici. E’ arrivata così ieri, dice la Regione, la risposta del Comitato percorso nascite nazionale (Cpnn) alla sudata richiesta di deroga per Sulmona: chiudere Ostetricia e Ginecologia dell’Annunziata, che sotto ai 500 parti annui non si può tenerli aperti. Lo diceva e lo dice la legge, che tutti hanno annunciato di voler smontare. Da Salvini a Meloni, passando per l’ex ministro Grillo, poi persino il centrosinistra da cui nascono la legge 70 e la Lorenzin. Tanto più dopo e in mezzo al disastro del virus, tra fiumi di retorica e voglia di invertire la tendenza, a parole: più medicina territoriale, meno accentramento nei grandi ospedali, più facile accesso alle cure.

E a leggerle le motivazioni del Cpnn, raccontate dall’assessora Verì, perché di carte non se ne vedono, viene anche un po’ di rabbia: “Modesto disagio orografico” ha sentenziato qualche burocrate del ministero che ha fatto i conti sulla carta e anche male, sbagliando chilometraggio e tempi di percorrenze. Svelando la panacea: l’Alto Sangro può andare a partorire ad Isernia (per buona pace della mobilità passiva, fa notare la Cgil) e la Valle Peligna ad Avezzano o a Chieti, anche se poi alla prima spolverata di neve chiudono l’autostrada. E la cronaca ci racconta di vite salvate su quelle strade proprio grazie al punto nascita di Sulmona.

A guardare i numeri, d’altronde, con il goniometro sulla cartina geografica (neanche l’accortezza di usare Google Map), il Cpnn rafforza le sue ragioni: nel 2020 i fiocchi all’Annunziata sono stati solo 213, l’anno prima 215. E d’altronde cosa si pretende da un territorio che registra il più alto livello di spopolamento regionale da sei anni a questa parte e dove, nonostante gli annunci, si continua a non investire in sanità.

“Il regolamento ministeriale sulle deroghe è estremamente chiaro: certezza di rispetto degli standard, ma concreta e reale e non teorica e futuribile – attacca l’ex assessore e ora capogruppo Pd, Silvio Paolucci -. Tutto questo Marsilio e la sua maggioranza di centrodestra lo sapevano bene e nella interlocuzione ministeriale non hanno trasmesso un solo atto di rivisitazione della pianta organica, perché erano coscienti della presa in giro da teatranti che avrebbero dovuto sostenere”.

“Tutta colpa del governo la soglia dei 500 parti è stata messa in discussione all’interno della Conferenza delle Regioni – ribatte il presidente Marsilio – e lo stesso ministro Speranza aveva accolto la richiesta di avviare un tavolo per rivedere i parametri del Decreto Lorenzin e superare queste situazioni”.

“A distanza di due anni, ci troviamo nella medesima situazione che induce il Comitato percorso nascite nazionale del ministero della Salute ad esprimere parere negativo alla richiesta di proroga chiusura del Punto nascita di Sulmona – commenta la senatrice Gabriella Di Girolamo -. Quali sono stati gli impedimenti per attuare gli investimenti assicurati dal centrodestra regionale in campagna elettorale per mettere in sicurezza  questo Punto Nascite che, ad oggi, permetterebbero di garantire  il diritto di tutte le mamme del territorio di essere assistite e partorire a Sulmona”.    

Il gioco dello scaricabarile e dei pesci in barile è ricominciato, dopo essere rimasto sospeso per un anno e mezzo quasi. Senza nel frattempo nulla fare di concreto non solo per il punto nascita, ma per tutto l’ospedale che auspicava la promozione al I livello o anche solo ad un presidio di Base rafforzato. E invece i primari continuano ad essere assenti, gli strumenti obsoleti, il personale carente. Ora, in tempo di Covid, come allora. Dove eravamo rimasti…

2 Commenti su "Dove eravamo rimasti…"

  1. Mezzaluna interna | 22 Gennaio 2021 at 11:23 | Rispondi

    Noxxe, mi perdoni vorrei solo porle un ragionamento, l’evoluzione dell’uomo passa anche dalla ricerca e dalla scoperta di nuove metodologie. Il parto in ospedale rientra a mio modo tra queste e difendere questo nella propria città deve essere una conquista…Semmai io criticherei più sui perché si è arrivati al rischio di perdere una tale conquista..

  2. L’Italia è il paese che ha dato i natali a Pulcinella….io vedo tutte queste promesse di politici come tutte pulcinellate….ma forse il vero Pulcinella era meglio di loro.

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