Eccidio di Limmari, commemorazione per i 128 caduti della strage nazista

L’eccidio di Limmari, perpetrato dalle truppe nazifasciste e costato la vita a 128 civili, è stato commemorato questa mattina. Un ricordo del sangue versato per via del piombo mortale esploso dalle truppe del maggiore Wolf Werner Graf von der Schulenburg il 21 novembre 1943, ai piedi del casolare Macerelli. Centinaia di corpi lasciati nella boscaglia, tra i casali, sepolti tra la neve fino alla primavera del 1944.

Presenti, presso il sacrario, gli studenti della scuole del comprensorio altosangrino e le istituzioni. Dal Presidente della Regione, Angelo Caruso, al sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, passando per il vicepresidente della Giunta regionale, Emanuele Imprudente, fino al presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana.

“Io penso che essere qui sia importante perché si deve insegnare qualcosa. Non possiamo fare in modo che questi morti vengano dimenticati. Non credo che donne e bambini avessero particolari interessi politici. Volevano solo vivere. Non rendiamoli morti inutili. E’ estremamente importante entrare in luogo come questo. Vedere i nomi di queste persone. Immaginatevi voi questi bambini cosa potessero capire del mondo. In varie parti del mondo stanno soffrendo le stesse cose. Se dobbiamo dare una lezione è che la guerra deve essere veramente l’ultima cosa che può balenare nella testa di ogni governante. Dobbiamo, per ciò che abbiamo subito sulla nostra pelle, fare in modo che la nostra testimonianza di pace sia più forte”, ha sottolineato Fontana che, nel corso della Santa Messa, ha stretto la mano a Virginia Macerelli, 87enne superstite della strage. Lei, sopravvissuta grazie al corpo della madre, caduto su di lei come uno scudo umano.

A far giustizia, sempre se di giustizia si possa parlare, sarà la Corte d’Appello dell’Aquila. Entro il 13 dicembre quantificherà il risarcimento spettante agli eredi delle 128 vittime. Risarcimenti finora riconosciuti solo al Comune di Roccaraso e a una parte delle famiglie delle vittime: 15 milioni di euro.

2 Commenti su "Eccidio di Limmari, commemorazione per i 128 caduti della strage nazista"

  1. Occorrerebbe che, (anche su iniziativa del sito Casa di Vetro) si controllasse quanto denaro muove una visita istituzionale di questa gente, poi per venirci a fornire queste pappette di così insipida ovvietà (Altrimenti fatemi sapere che cosa ha detto di considerevole e di così importante per muovere un costo di questa consistenza) . Ricordo che Mattarella addirittura è andato in Agosto anche a commemorare la battaglia di Tagliacozzo perché il luogo è più fresco rispetto al torrido insopportabile di Roma. Però al Quirinale è nelle altre sedi esistono voci di bilancio già dedicate a queste attività, che vengono quindi svolte, non per necessità ma per consumare i soldi del bilancio interno che chiaramente va a loro beneficio, tra organizzazione di eventi con affidamenti diretti o trattative private, trasferte straordinari ed altre spettanze per impiegati polizia etc. etc. Questa è l’Italia, di chi deve mettere i figli al posto pubblico e di un ministro della giustizia che deve imporre i tribunalini medievali nei tempi della velocità digitale non per fare giustizia ma per accattonare loro il più oscuro denaro pubblico.

    • Luigi Pozzobon | 22 Novembre 2024 at 12:47 | Rispondi

      “…Ti scrivo da Gacko (anche qui case bruciate, saccheggi, assassinii, abbiamo visto una specie di caverna nella quale erano stati buttati vivi e quindi uccisi a bombe a mano circa 500 disgraziati i quali avevano la colpa di essere serbi) dove tutto ormai è ritornato tranquillo perché quando arriviamo noi, i croati, i serbi, i mussulmani, i montenegrini, i comunisti – tutti quanti gente che vive di odio e di vendette da far inorridire – mettono la coda in mezzo alle gambe e diventano docili come cagnolini. Sono tutti un branco di vigliacchi che non sanno altro che assassinarsi a vicenda. Figurati l’altro ieri mi è capitata una povera donna con 5 figli, uno da latte e i più grandi di 8-9 anni, senza niente da mangiare, pieni di freddo, ritornavano alla loro casa tutta saccheggiata dove non c’era più niente. Mi raccontava questa povera infelice che aveva il marito e i figli più grandi tutti assassinati nella fossa di cui prima facevo cenno. Vedere questi poveri bambini mi si è strutto (sic) il cuore e ho fatto dare loro e alla loro madre qualcosa dai soldati e ho detto di ritornare all’ora del rancio per dar loro qualcosa di caldo. Questo è uno dei tanti episodi di miseria che ho visto. A Plava.
      Capitano Luigi Pozzobon 55°Reggimento Fanteria Marche

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