
I 7 milioni di euro stanziati ieri dalla Regione (dal Fondo Fsc) a favore delle Asp regionali e che si aggiungono ai 3 milioni di euro stanziati lo scorso anno, rappresentano una boccata d’ossigeno importante per le strutture pubbliche che si occupano di servizi alla persona. La riforma delle Ipab (confluite appunto nelle Asp) prima e la pandemia poi, infatti, hanno schiacciato questi enti sotto il peso di spese insostenibili, non bilanciate, tra l’altro, da un aumento della platea di utenti.
Ad aumentare a dismisura sono state ovviamente le spese del personale e della gestione sanitaria per una utenza molto fragile e per la quale i rischi dei contagi Covid sono stati e sono più alti.
“Tra tamponi, personale da sostituire per le diverse quarantene, mantenendo però gli stipendi, e costi di sanificazione – spiega il presidente della Asp2 Casa Santa dell’Annunziata, Armando Valeri – le uscite negli ultimi due anni sono state molto alte e hanno creato indubbiamente qualche problema di liquidità. Prima del Covid alla Casa Santa eravamo riusciti ad azzerare i sospesi, riuscendo ad attivare tempi di pagamento praticamente immediati. Oggi, invece, qualche problema in più ce l’abbiamo”.
Il finanziamento dello scorso anno ha concesso all’Asp2 circa 200mila euro (incassati per il 75% finora) e questo nuovo contributo varrà alle casse della Asp sulmonese circa 500mila euro, tenendo conto che la distribuzione sarà fatta in proporzione ai posti letto accreditati.
“Bisogna calcolare che l’incremento della spesa è stata di almeno il 30% – continua Valeri – a fronte, però, di una riduzione dell’utenza: alla Casa Santa, ad esempio, siamo passati da 47 a 39 ospiti: c’è una innegabile difficoltà a reperire nuova utenza”.
Un problema che non è solo della Asp Casa Santa, ma che coinvolge tutto il settore di cura e residenza per gli anziani: la Casa di riposo di Sulmona Mazara, ad esempio, ha oggi 33 utenti, quando in passato non è mai andata sotto i 40 e, più in generale, tanto le residenze per anziani, quanto quelle assistite o le case di riposo, registrano un indice di posti letto liberi del 20%: un dato impensabile prima della pandemia.
“Molti anziani sono morti, altri restano a casa per diversi motivi – spiega Valeri -: le famiglie che si trovano in difficoltà tendono a far restare i propri anziani in casa, sia per motivi economici (comunque il costo di una retta spesso assorbe gran parte della pensione, se non di più, ndr), sia per motivi di sicurezza, perché le case di riposo e le strutture per anziani sono state durante la pandemia spesso centri di focolai di contagi, in alcuni casi, fortunatamente non nel nostro, devastanti”.
Un meccanismo che sembra aver colpito in particolare Sulmona dove tra il 2019 e il 2021 la platea degli ultraottantenni è aumentata del 6,6% passando da 1968 a 2098 unità, a fronte della media provinciale che ha registrato un aumento di neanche l’1% (0,92%).
… per anziani o persone con gravi disabilità, che hanno bisogno di cure specifiche e personale specializzato per somministrarle, potrei anche capirlo il “ ricovero” presso strutture idonee a prendersene cura… ma genitori o nonni pienamente autosufficienti, o quasi, perché non farli restare a casa e accudirli amorevolmente?
…“Na mamma è bona pe cient figli, ma cient figli nun so buon p na mamm”…
Una società inaridita senza più valori… ecco quello che siamo diventati.