Emergenza sanitaria in Valle Peligna, il Pd di Pratola: “Spoliazione del diritto alla salute”

Il circolo del Partito Democratico di Pratola Peligna fa eco alle parole pronunciate (o meglio scritte) dalla dottoressa, nonché consigliera comunale di Sulmona, Caterina Di Rienzo. Al centro del dibattito i precari servizi sanitari nell’area peligna. Il territorio, infatti, soffre sempre più dei disagi causati da una gestione del personale medico, e ospedaliera, ai limiti della criticità. Il tutto al netto di comunicati stampa della Asl 1 con numeri e dati che mascherano le tangibili difficoltà della popolazione nell’accesso ai servizi.

A destare preoccupazione tra i dem pratolani è il rischio della possibile cancellazione del servizio offerto nel centro psichiatrico di Pratola Peligna. La volontà della Azienda sanitaria locale è quella di internalizzare l’attività di assistenza riabilitativa ai pazienti in carico alle strutture psichiatriche dell’azienda nell’ottica del più ampio processo di riorganizzazione del governo aziendale, con il conseguente mancato rinnovo dell’appalto alla cooperativa che gestisce tale servizio nel Comune pratolano.

“Tale decisione – scrivono i dem – desta seria preoccupazione vista l’incapacità dell’Asl e della Regione di reperire personale qualificato e  assicurare i servizi minimi ed essenziali per la salute nel territorio Peligno ma soprattutto c’è preoccupazione per le sorti dei 15 lavoratori e per la continuità dell’assistenza ai ragazzi. Ancora una volta sono i fragili e le loro famiglie ad essere colpite da una insensata gestione della sanità  che assomiglia sempre di più ad una spoliazione dei servizi sanitari essenziali. Il Circolo Pd di Pratola Peligna invita la Asl e la Regione Abruzzo a gestire con più serietà , scrupolo e attenzione l’emergenza di carenza di medici di base, pediatri, psicoterapeuti e psichiatri che affligge  la Valle Peligna, si invita a rispettare e a ripristinare il diritto alla Salute dei cittadini Peligni gravemente colpito da incapacità gestionale e da  scelte insensate che stanno rendendo davvero difficile avere cure costanti e adeguate soprattutto per i più fragili”.