
Da detenuti ad operai e artigiani il passo è breve, ma a patto che ciò avvenga in sicurezza. E’ questo il monito lanciato dalla UIL sul progetto che interesserà il carcere di Sulmona, che diventerà punto di riferimento e fornitore degli arredi di tutte le carceri italiane. La Regione Abruzzo, infatti ha già pubblicato un avviso per individuare l’ente di formazione per un progetto finanziato con 750.000 euro dai fondi Pon e Fse, realizzato in sinergia con il carcere di Lecce, dove i detenuti saranno impegnati in opere di falegnameria.
“Con questo progetto – scrive UIL PA – si vedrebbe implementare un grande progetto in una struttura che, sembrerebbe (queste sono le voci che arrivano dai responsabili del settore lavorazioni del carcere) presenti importanti infiltrazioni di acqua. Inconveniente, questo, non di poco conto e che, soprattutto durante periodi nevosi come quello che ha visto coinvolta la Valle Peligna nelle settimane scorse, trasforma un impianto di ultima generazione in una quasi piscina olimpionica e con tutti i rischi che ne conseguono in materia di prevenzione e protezione”.
“Sicurezza e salubrità di tale portata – prosegue il segretario di UIL PA L’Aquila, Mauro Nardella – andrebbero in contraddizione con quanto riportato nel bando soprattutto quando a dover essere presa in considerazione è la fattibilità di tale progetto. Di incidenti e morti sul lavoro se ne parla quasi quotidianamente. Di prevenzione e protezione molto meno. La UIL PA vuole rompere questo filone e, prima che ( si spera mai) i macchinari in uso dai falegnami del carcere portino, in caso di pioggia, anche il Penitenziario di Sulmona ad essere annoverato nella triste casistica INAIL, invitano i competenti responsabili a sistemare prima la logistica del laboratorio e poi alla realizzazione del progetto”.
Commenta per primo! "Falegnameria in carcere, Uil scettica: “Avanti solo con l’adeguata prevenzione”"