Fistole “riparate” con il grasso: protocollo innovativo ideato dal sulmonese Porziella

Riparare le fistole dell’apparato gastro-intestinale con il tessuto adiposo dello stesso paziente. Il protocollo medico innovativo, in grado di salvare vite umane, arriva direttamente dal Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, e porta la firma del medico sulmonese, Venanzio Porziella. L’intuizione di sfruttare la componente cellulare mesenchimale del tessuto adiposo del paziente stesso e del suo ‘secretoma’, è merito del dottore sulmonese e della dottoressa Dania Nachira, UOS di Chirurgia Esofagea – UOC di Chirurgia Toracica. A mettere a punto il protocollo, assieme ai dure, sono stati il dottor Angelo Trivisonno, chirurgo plastico esperto nell’estrazione e lavorazione del grasso, e il dottor Ivo Boskosk.

Porziella è Responsabile della UOS Chirurgia Esofagea – UOC di Chirurgia Toracica di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ricercatore in Chirurgia Toracica presso l’Università Cattolica. “Il protocollo messo a punto – spiega in modo semplice Porziella – è un po’ come mettere una toppa nella camera d’aria forata della ruota di una bicicletta, un ‘mastice vitale’ fatto di cellule intelligenti come quelle del tessuto adiposo e sostanze in grado di promuovere la riparazione dei tessuti”.

La brillante idea risale a due anni fa, quando al Gemelli è giunta una cinquantenne che aveva riportato una lacerazione all’esofago, scaturita da episodi di vomito durante la chemioterapia per curare un tumore al colon. Da qui l’intuizione di richiudere quel buco utilizzano il tessuto adiposo della paziente stessa. Il prelievo del grasso e la sua purificazione, oltre che l’installazione, sono avvenuti durante lo stesso intervento in sala operatoria. Un vero e proprio autotrapianto, senza rischi di rigetto per il paziente.

“La donna era in shock settico – spiega Porziella -. Un intervento in urgenza ha permesso di drenare il pus dal cavo pleurico e di posizionare una protesi nell’esofago per chiudere il buco. Purtroppo, alla rimozione dello stent due mesi dopo, la fistola era ancora lì, pronta a far danno; il giorno stesso della sua rimozione era infatti ricomparsa la sepsi. È allora che insieme alla dottoressa Dania Nachira abbiamo avuto l’idea di fare un tentativo inedito di riparazione, sfruttando la capacità rigenerativa del tessuto stromale adiposo, prelevato dalla stessa paziente”.

Al momento sono stati trattati con successo 30 casi, e i pazienti arrivano da tutto il mondo per sottoporsi al protocollo. Il progetto, inoltre, è stato inserito dall’American Society for Gastrointestinal Endoscopy nella top ten tra le più innovative, significative e impattanti per la pratica clinica, nel settore gestione delle fistole.

1 Commento su "Fistole “riparate” con il grasso: protocollo innovativo ideato dal sulmonese Porziella"

  1. Oltre che un luminare, un Sulmonese davvero dal cuore grande….ho avuto modo di incontrarlo nel percorso di un calvario di un mio caro parente, malato terminale. Ha avuto parole e modi che nel nero della tempesta hanno illuminato il senso della vita e della speranza.
    Davvero un Signore.
    Che Dio ti benedica

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