Fossa comune, il canile a rischio trasferimento

Con il rientro oggi in servizio del sostituto procuratore della Repubblica Aura Scarsella, titolare dell’inchiesta sul canile municipale, si saprà probabilmente quale deve essere il destino non solo dei cani sotterrati nella fossa comune scoperta mercoledì scorso dai carabinieri-forestali, ma anche quello dei 270, ancora vivi, che sono ospitati a Code Felici.
Perché al di là della vicenda giudiziaria che vede indagata la gestrice della struttura Gabriella Tunno per smaltimento illecito di rifiuti speciali, il problema, ora, è anche e soprattutto di carattere igienico-sanitario, da una parte, ed economico dall’altra.


Se la procura, come si presume, deciderà di verificare quanti cani e da quanto tempo si trovano sotto terra, dando cioè ordine di proseguire gli scavi, sarà inevitabile e necessario trasferire gli animali vivi in un altro sito.
Pensare di fare l’indagine mantenendo il canile aperto è infatti a dir poco sconsigliabile, per le possibili conseguenze igienico-sanitarie, ma anche traumatiche degli ospiti del canile. La fossa comune, d’altronde, si trova attaccata praticamente alla rete di recinzione dei box che ospitano i cani ed è bastato scoprire appena sei carcasse per rendere l’aria e l’area invivibile, tanto da indurre la stessa procura e i carabinieri-forestali a ricoprire immediatamente le due buche fatte.


Sotto terra, d’altronde, si mormora potrebbero esserci oltre una cinquantina di carcasse, compresa le circa trenta che vennero autorizzate, così dice la Tunno, nel 2015 quando ci fu un’epidemia di cimurro.
La gestrice del canile municipale dice dal canto suo di aver ceduto per un periodo le chiavi del canile a terze persone, ma è francamente difficile credere che la fossa comune, scavata ad un metro di profondità, presumibilmente con l’aiuto di un escavatore, possa essere stata fatta senza che la gestrice ne sapesse niente.
Gli sviluppi giudiziari seguiranno comunque il loro corso, per il momento quello che preoccupa è il destino dei cani ancora vivi e il peso che un loro eventuale trasferimento potrà avere sulle casse pubbliche, perché a pagare, ovviamente, dovrà essere il Comune, essendo il canile una struttura pubblica.


L’opzione più rapida, ma probabilmente più dispendiosa, potrebbe essere quella di trasferire gli animali nei canili sanitari convenzionati della Marsica. Ma la spesa da sostenere in questo caso sarebbe considerevole.
Un’altra soluzione potrebbe essere quella di individuare un altro sito sul quale spostare baracca e burattini, ovvero recuperare le strutture mobili che si riescono a salvare e costruire un nuovo canile su un altro sito.
Anche perché dopo le indagini, che si annunciano comunque lunghe e complesse, ci sarà probabilmente da bonificare l’intera area. E anche per questo serviranno soldi e tempo.

4 Commenti su "Fossa comune, il canile a rischio trasferimento"

  1. bene,basterebbe usare il buon senso,la logica delle prioprita’,del resto accade nel Mondo intero:trascorso un periodo ben preciso,massimo 6 mesi, in mancanza di adozioni ,gli amici a quattro zampe,e non,i pets,passano a vita migliore…o inviati in strutture private, sostenute in tutto e per tutto da Cittadini innamorati degli animali…qui non ci sono i denari per gli umani,per l’erogazione,la fruibilita’ dei servizi essenziali,scuole,mense,ospedali,assistenza per i bisognosi,per gli svantaggiati,disoccupati,anziani,pubblici uffici,sicurezza in generale,decoro,adeguamento tecnologico infrastruttur,ecc,ecc…e si pensa,ci si preoccupa del “trauma” degli animali..siamo alla follia,o no?

  2. Ora che questa signora Tunno,paghi tutte le spese,perché saremo noi contribuenti a pagare,spero che gli sia tolto i immediatamente anche L accesso al canile, visto che è indagata, faceva da anni la paladina del canile….ora aspettiamo altre sorprese…!!!!

  3. Ora tutte queste spese da chi saranno sostenute? Sempre dai cittadini come consuetudine?

  4. Che fine hanno fatto i cani?

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