Frammenti di bombe nel Parco del Sirente. Esposto all’Esercito per potenziale contaminazione

Pezzi di bome e residui bellici infestano gli ettari delle montagne del Parco regionale del Sirente-Velino. La denuncia arriva direttamente dalla Stazione Ornitologica Abruzzese, che ha immediatamente inoltrato un esposto agli enti preposti per sgomberare al più presto l’area.

I frammenti, lunghi anche 40 centimetri, sono ciò che resta di quando i versanti dei massicci abruzzesi erano poligoni montani, utilizzati dall’esercito per gli addestramenti. Il Sirente, ad esempio, ne è stato teatro fino al 1987. Residui di bombe sono stati scovati dai volontari della SOA in un ampio settore delle pendici orientali di monte San Nicola, sopra la piana di Baullo.

Una vera e propria contaminazione del suolo. Ecco perché la Stazione Ornitologica Abruzzese, nel proprio esposto, ha chiesto l’emissione delle ordinanze previste dalla legge da parte del Sindaco di Gagliano Aterno affinché siano rimossi tutti i rifiuti, da cercare non solo a vista ma anche con metal detector e altri mezzi considerata la vegetazione presente.

Sempre la stessa ONLUS chiede alla Regione Abruzzo di inserire il sito nell’anagrafe dei siti potenzialmente contaminati, e all’Esercito di avviare le procedure previste dal Testo Unico dell’Ambiente D.lgs.152/2006 relative alla verifica dello stato dei terreni e delle acque sotterranee, con analisi di tutti le potenziali sostanze contaminanti sprigionate durante le esercitazioni, dai metalli pesanti ai componenti esplosivi delle bombe. 

“Dopo l’avvilente storia del poligono di Monte Stabiata a L’Aquila nel parco nazionale del Gran Sasso, dove il procedimento di bonifica aperto nel 2014 è ancora in alto mare, abbiamo deciso di fare sopralluoghi negli altri poligoni usati nel passato dall’esercito – Dichiara Augusto De Sanctis, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese- .Questo di Monte Sirente è stato attivo per decenni fino al 1987 quando nacque il parco. Venivano colonne dell’esercito anche dal nord Italia per piazzare obici e mortai sulle colline circostanti che puntavano e sparavano verso la montagna. Addirittura ci furono proteste perché colpirono l’acquedotto danneggiandolo. Ogni tanto, anche recentemente, vi è notizia di ritrovamento di proiettili inesplosi. Nonostante ciò nell’area protetta i pascoli attraversati da sentieri escursionistici e utilizzati dal bestiame e dagli animali selvatici sono disseminati di rifiuti bellici. Una situazione inconcepibile che l’esercito deve affrontare e risolvere immediatamente”.

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