Fuga dalla Trinità: annullate le elezioni dell’Arciconfraternita

Sarà stato che quest’anno è saltato il Coro e lo struscio della processione, o forse il peso per la responsabilità di un’organizzazione dalla tradizione secolare. O ancora, chissà, si vocifera anche, quella causa che pende per concorrenza sleale alle onoranze funebri che si discuterà il prossimo 23 settembre e per la quale i ricorrenti hanno già annunciato di voler chiedere un risarcimento dei danni. Che se dovesse essere accolto, non sarà proprio questione di spicci.
Fatto è che all’Arciconfraternita della Trinità di Sulmona si è consumato un fuggi fuggi dalle cariche elettive che ieri sera ha costretto il rettore uscente, Antonio Di Nino, ad annunciare il rinvio delle elezioni programmate per domenica 27 settembre.

(ph. Arconfraternita Trinità)


Una scelta obbligata, in realtà, dovuta al fatto che dei diciassette candidati selezionati dai cosiddetti saggi, ben sei hanno rinunciato alla candidatura. Un numero sotto la soglia minima dei quattordici candidati insomma tra cui scegliere i sette che dovranno andare a comporre il consiglio direttivo.
Il colpo di scena era nell’aria e ieri sera, alla scadenza della presentazione della lista, il rettore uscente non ha potuto far altro che annunciare che “è tutto da rifare”.
A partire dalla lista dei candidati, ovviamente, dove i saggi non hanno voluto inserire i nomi del direttivo uscente per un auspicato rinnovamento. Evidentemente, però, la responsabilità deve aver pesato sui prescelti che per un terzo hanno gentilmente declinato, alcuni anche dopo aver accettato in un primo momento la candidatura.


A questo punto non si sa quando e se ci sarà – a breve – una elezione: una delle possibilità, di fronte a questa impasse, è infatti che la confraternita venga commissariata, il che per i Trinitari sarebbe la prima volta. Quasi un’onta.
Il consiglio direttivo, che elegge al suo interno il rettore, è un organo eletto ogni quattro anni ed è fondamentale per il funzionamento della confraternita: decide ad esempio l’ammissione dei nuovi confratelli, dirige e vigila sul comportamento dei circa cento soci, amministra il notevole patrimonio economico dell’associazione, formula regolamenti interni. Se non si dovesse trovare la quadra, quindi, l’Ordinario diocesano potrà nominare un commissario per i sai rossi. Un po’ come accaduto per i cugini in verde di Santa Maria di Loreto che con il commissario sono rimasti per sette anni, fino allo scorso anno.

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