Funerale sleale, le Confraternite andranno a processo

La “processione” non è finita per le Confraternite cittadine, anzi. La causa che la Casa funeraria Caliendo e Salutari ha ingaggiato nei loro confronti per concorrenza sleale, va avanti. La giudice del tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, ha infatti sciolto la riserva sulle eccezioni avanzate dai legali delle Confraternite, stabilendo in modo netto che non esistono né profili di incostituzionalità, né difetto di giurisdizione.

Il prossimo primo marzo, dunque, il processo sarà incardinato con la fase istruttoria che dovrà portare a decidere se alla Casa funeraria vanno riconosciuti i danni per il “doppio lavoro” fatto dalle Confraternite in questi anni. Oltre un milione di euro, la cifra richiesta, e riferita al periodo non prescrivibile che va dal 2016 al 2020 (quando è partita la causa).

La Casa funeraria, in sostanza, lamenta la violazione dell’articolo 35, che al comma 6 stabilisce che “L’attività funebre è incompatibile con la gestione del servizio cimiteriale e del servizio obitoriale; è invece compatibile con la gestione delle case funerarie e delle sale del commiato”. In altre parole le Confraternite di Santa Maria di Loreto e della Santissima Trinità non potrebbero offrire servizi funerari (ovvero organizzare i funerali) e allo stesso tempo essere proprietari e gestire i loculi del cimitero, perché, in sostanza, si trovano così in una posizione di vantaggio sul mercato, potendo vendere insieme al loculo (che è frutto di una concessione del Comune) anche il servizio funerario.

I legali delle Confraternite avevano tentato di fermare il processo, ipotizzando una questione costituzionale per la violazione della legge sulla libertà d’impresa e addirittura sulla libertà di culto. “Istanza assolutamente generica e manifestatamente infondata – scrive la giudice, che aggiunge anche un punto esclamativo -: non si comprende come la predetta norma possa porsi in conflitto con l’art. 8 della Costituzione il quale tutela la libertà religiosa e di culto”.

Infondata anche l’eccezione sulla titolarità del giudice che, secondo le Confraternite, dovrebbe essere questione amministrativa e da discutere quindi davanti al Tar: “Non si ravvisa alcuna situazione inerente l’esercizio di un potere amministrativo o la contestazione in ordine alla legittimità di un provvedimento amministrativo – si legge nell’ordinanza -, ma esclusivamente la presunta violazione di norme imperative da parte delle convenute che avrebbero determinato, a detta degli attori, condotte anticoncorrenziali che come tali possono fondare la conseguente adozione di un’inibitoria o di un risarcimento del danno”.

Il processo è nato e morirà a Sulmona, in attesa di sapere a chi spetterà “il funerale”.

1 Commento su "Funerale sleale, le Confraternite andranno a processo"

  1. Brunetto R. Alatri | 21 Novembre 2022 at 23:02 | Rispondi

    Il conflitto che si è profilato è davvero molto acceso. Non vorrei che ci scappasse il morto.

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