Gasdotto e ferrovia: i pesi e le misure di Marsilio

Per il gasdotto non occorre, per le ferrovie sì. Due pesi e due misure per il presidente della Regione Marco Marsilio che ieri ha annunciato di non essere in grado di esprimere un parere, e quindi di dare o negare l’intesa, nella conferenza dei servizi convocata per decidere sul tracciato della linea ferrata Roma-Pescara.

“E’ impossibile esprimere un parere in scienza e coscienza se non c’è nemmeno il pronunciamento del comitato VIA – scrive Marsilio -.  Abbiamo anche chiesto a Ferrovie di dare pubblica e motivata risposta alle proposte formulate nel Dibattito Pubblico, che ha offerto una partecipazione molto ricca e che ha prodotto ipotesi di tracciato alternative. Tra queste la cosiddetta ‘Variante Plus’, ingegnerizzata da Italferr per conto di RFI, proposta che a nostro parere potrebbe rappresentare la soluzione migliore per mitigare fortemente l’impatto sul territorio e superare una serie di ostacoli e di obiezioni che i Comuni e i comitati di cittadini hanno prodotto”.

Tanta premura politica che è mancata invece sul gasdotto, la cui discussione è stata ridotta dal presidente della Regione ad un mero passaggio tecnico.

Anzi, Marsilio va oltre e fa capire che quello della Regione sarà un diniego all’opera se non verranno rispettati alcuni paletti: “La garanzia di mantenere la continuità delle attività produttive che devono essere delocalizzate e che non possono rimanere ferme per lungo tempo a causa di un trasloco, con particolare riferimento alla zona artigianale di Alanno ma non solo. La realizzazione di sottopassaggi, in particolare nel Comune di Manoppello, che siano in grado di garantire la continuità del tessuto edilizio e del territorio ma soprattutto il transito dei mezzi di trasporto pubblico che oggi assicurano un servizio essenziale alla comunità – scrive il presidente della Regione -. La terza condizione è la massima cura per evitare effetti di disgregamento sociale ed urbano, per cercare di evitare delocalizzazioni o polverizzazioni di comunità locali in ambiti periferici, cercando di ricostruire gli edifici che devono essere abbattuti in prossimità o in continuità con gli attuali insediamenti urbanistici e comunque garantendo alla popolazione che è soggetta ad espropri la più completa soddisfazione dei loro interessi legittimi. La quarta condizione è quella di limitare fortemente le superfici, le altezze e le tipologie delle barriere fonoassorbenti laddove sono strettamente necessarie per abbattere l’impatto acustico”.

Senza il rispetto di queste condizioni, annuncia Marsilio, l’Abruzzo negherà l’intesa.

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