Gasdotto Snam, oggi udienza al Consiglio di stato

Non si ferma la battaglia contro la costruzione a Sulmona della centrale di compressione Gas della Snam e contro il metanodotto, opera ad esso collegata. Questa mattina si è svolta l’udienza del Consiglio di Stato inerente il ricorso in appello depositato dal Comune di Sulmona, insieme a sei Comuni della Valle Peligna, Pratola Peligna, Raiano, Prezza, Anversa degli Abruzzi, Pacentro e Pettorano sul Gizio, e alla Regione, ad adiuvandum,  grazie a un lavoro svolto con grande professionalità  dall’avvocato Alfonso Celotto, contro l’autorizzazione alla costruzione dell’opera da parte del Mise e la delibera del Consiglio dei Ministri, in seguito alla sentenza del Tar del Lazio che aveva respinto il ricorso presentato, ad adiuvandum, con molti Comuni del territorio lo scorso giugno.

“La nostra difesa – scrive la sindaca Casini -,  rappresentata dall’avvocato Alfonso Celotto, incaricato dal Comune di Sulmona, si è concentrata sul bilanciamento fra diritto alla vita e alla salubrità dell’ambiente rispetto ad interessi economici, la cui strategicità peraltro è divenuta dubbia. Dopo quasi vent’anni dall’avvio del progetto è, infatti, incredibile che non si mettano in discussione i presupposti quando ormai è acclarato che l’attuale capacità sarà più che in grado di soddisfare i fabbisogni di gas metano in uno scenario che ne vede una riduzione dei consumi a favore di fonti alternative. Attendiamo l’esito della sentenza, prevista entro la fine dell’estate, ma Sulmona e il territorio continueranno a sostenere con forza, come sempre fatto in questi anni, le ragioni del no a quest’opera ritenuta fortemente dannosa per il nostro territorio,  lottando con tutti i mezzi a disposizione anche contro la realizzazione del Metanodotto nei nostri territori a forte rischio sismico”.

Continua la sindaca Casini: “Confidiamo che anche il Comune dell’Aquila non si arrenda e, dopo la sentenza del Tar del Lazio di ieri che ha respinto il ricorso proposto nel 2011 relativamente alla richiesta della Snam nel 2005 della pronuncia di compatibilità ambientale per il progetto, continui la battaglia in secondo grado e nell’ambito della Conferenza di Servizi ancora aperta sull’autorizzazione al metanodotto Sulmona Foligno. Vogliamo ribadire la contrarietà unanime di un intero territorio contro la realizzazione del progetto Snam perché, ora più che mai, è forte la convinzione che la centrale e il metanodotto previsti dalla Snam non siano opera strategica, ma anacronistica e lontana dalle linee di sviluppo che vanno verso l’ecosostenibilità, soprattutto in un territorio come il nostro, caratterizzato da numerose fragilità anche sotto il profilo fisico. Andremo fino in fondo perché questa è una battaglia di tutti”.

Intanto ieri il Tar del Lazio ha respinto un ricorso proposto nel 2011 dal Comune dell’Aquila nel quale si chiedeva l’incompatibilità del gasdotto Rete Adriatica con la vocazione e la fragilità del territorio. Non vi è dunque nessuna illegittimità del decreto con il quale nell’aprile 2011 il Ministero dell’Ambiente pronunciò la compatibilità ambientale del progetto nonché del decreto emesso due mesi dopo con il quale ne fu dichiarata la “pubblica utilità”. Alla luce di tutto, per i giudici amministrativi, “non può dirsi, come ritenuto invece da parte ricorrente, che vi sia stato uno sbilanciamento, nella comparazione e valutazione degli interessi confliggenti, a tutto vantaggio dell’interesse economico-imprenditoriale della Snam e a discapito dell’interesse ambientale e della sicurezza dei cittadini. A tale riguardo deve ritenersi che, nel caso di specie, non sia stato valorizzato l’interesse meramente economico dell’impresa proponente, atteso che l’opera fa parte di un articolato progetto, di sicuro rilievo strategico, che mira ad assicurare l’approvvigionamento energetico ai cittadini e alle imprese nell’ambito di vaste aree regionali e dell’intero Paese”.

1 Commento su "Gasdotto Snam, oggi udienza al Consiglio di stato"

  1. GIOVANNI DI NINO | 3 Luglio 2020 at 08:27 | Rispondi

    Auguro ai ricorrenti la vittoria totale, ma, sinceramente, quando leggo “bilanciamento fra diritto alla vita e alla salubrità dell’ambiente rispetto ad interessi economici, la cui strategicità peraltro è divenuta dubbia” della Sindaca, mi cadono le braccia. Nessuno dei rischi accennati si sono MAI verificati, statisticamente, in nessuna parte del mondo: neppure in Giappone dove la terra, quando trema, va oltre 6-7 di magnitudo e lì, mai, dico mai accaduto un incidente attribuibile ad un metanodotto. Nessuna devastazione ambientale, come paventato dai soliti tuttologi, da anni. In quanto alla “strategicità ed interessi economici” mi soffermo su un solo aspetto che la Sindaca, pare (in buona fede) ignori: lo sa che l’energia elettrica che consumiamo ogni giorno in Italia è prodotta con metano? Lo sa che il resto è energia idroelettrica (un buon 20%)condizionato stagionalmente dalle condizioni meteorologiche, una ancora piccola porzione eolica, solare, ma ancora tanto carbone, oli pesanti, combustibili fossili derivati dal petrolio (gasolio, oli pesanti) ed elettricità da nucleare (importata dalla Francia). Quindi, strategicamente ed economicamente, per la Sindaca (e non solo) NON conviene importare più metano per coprire il gap esistente fra consumo e produzione di energia elettrica, risparmiare in costi ambientali ed economici, avere una transizione obbligata togliendo di mezzo le fonti più inquinanti, verso l’utilizzo totale di fonti energetiche rinnovabili: che, purtroppo, non è roba di qualche anno soltanto.

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