
L’ipotesi più accreditata è quella della mafia dei pascoli e, d’altronde, il “linguaggio” di questa storia era apparso (ne avevamo parlato nella rassegna di Buongiorno Regione su Raitre il 22 aprile scorso) quello tipico della criminalità legata a questo ambiente. Quando Emiliano Palmeri, 28 anni di Castel del Monte, era stato ritrovato, circa un mese fa, sanguinante e in fin di vita in un uliveto. Colpito alla testa da un proiettile captivo, di quelli a chiodi, insomma, che si usano per stordire i maiali prima di andare al macello.
Il figlio dell’ex vice sindaco di Ofena è stato così ritrovato morto ieri sera, impiccato ad una pianta nei pressi di un boschetto. Gli inquirenti sospettano che la sua non sia una morte casuale, né volontaria.
Si potrebbe insomma trattare di un omicidio, anzi di un’esecuzione vera e propria che, d’altronde, era stata preceduta da chiari segnali di avvertimento.
Non solo quel colpo di pistola da macello sparato a bruciapelo, ma anche due cavalli del suo allevamento uccisi e altri due probabilmente avvelenati.
Palmieri era uscito dall’ospedale dell’Aquila pochi giorni fa, dopo un lungo periodo di convalescenza e due operazioni chirurgiche.
Il sindaco aveva escluso si potesse trattare di mafia dei pascoli, ma i fatti e l’esecuzione sembrano ora smentire quella sicurezza.
Sulla vicenda, d’altronde, sin dall’inizio c’era stata molta nebbia: la vittima aveva prima accusato un imprenditore, poi però il presunto aggressore aveva dimostrato di essere estraneo ai fatti.
Ieri mattina del 28enne si erano perse le tracce, poi in serata il ritrovamento, con le indagini condotte dai carabinieri di Sulmona, sotto la direzione della procura dell’Aquila, competente territorialmente.
Oggi stesso potrebbe essere eseguita l’autopsia sulla salma, sperando che si possano chiarire un po’ i contorni di questa inquietante vicenda di cronaca nera.
Storia davvero inquietante …bisogna assolutamente trovare i responsabili!
La colpa è di chi nega che nei nostri territori possano esserci infiltrazioni mafiose e dei politici che vanno a braccetto con gente poco raccomandabile sperando di accaparrare qualche voto !
Speriamo che la magistratura metta fine a questa spirale di eventi nefasti ! W la legalità le forze dell’ordine e la magistratura ….w lo stato !
Riassumendo:
Il regime civilistico dei beni civici non è mai passato nella sfera di competenza delle Regioni e quindi la Corte Costituzionale con sentenza 228 del 2021, ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 1, lettera c), della legge della Regione Abruzzo 6 aprile 2020, n. 9 (Misure straordinarie ed urgenti per l’economia e l’occupazione connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19), nella parte in cui inserisce il comma 3-bis, lettere a), b), c) e d), all’art. 16 della legge della Regione Abruzzo 3 marzo 1988, n. 25, recante «Norme in materia di Usi civici e gestione delle terre civiche – Esercizio delle funzioni amministrative».
Quindi, se ne deduce, che gli argini sono caduti, e che alle parole… alle promesse… agli allarmismi… dei nostri politici sollevate “solo” un paio di mesi fa… nulla è cambiato, e ormai siamo arrivati alla stagione delle richieste dei pascoli in affitto.
Possono le Amministrazioni titolari dei beni civici opporre loro stesse un “ argine” non affittando i pascoli?
Improbabile… per tanti motivi…
E allora, quale soluzione tampone?
I dati sulle superfici dei pascoli montani e delle loro pecularietà sono tutti nel database dell’Agea, la Regione intervenga indennizzando in parte i Comuni, e lasci liberi i pascoli nella disponibilità in primis dei residenti con il pagamento soltanto della Fida Pascolo a prezzi concordati tra l’associaIone degli allevatori abruzzesi e i Comuni interessati dalle superfici pascolive.
La situazione è inquietante… non facciamola diventare drammatica… chi ci ha avuto a che fare sa di
cosa stò parlando… solo i “ Cuor di Leone “ sono riusciti a tamponarla… ma sono sempre di meno e isolati…