Gioco d’azzardo, l’analisi del territorio

Popolo di santi, poeti, navigatori e anche giocatori. Tra accaniti del gratta e vinci, lotterie e slot machine, tra chi insomma è un giocatore habituè a chi più semplicemente tenta la fortuna una volta ogni tanto, il bel paese continua a mostrare un dato che pesa, vantando nel 2016 un quarto posto, dopo Stati Uniti, Cina, Giappone. Un miliardo di euro al mese bruciato nel gioco, queste le cifre che impressionano.

In questi giorni il Sole 24ore ha pubblicato uno studio condotto dalla società Infodata nel quale sono riportate nel dettaglio le cifre spese nelle regioni e nei comuni italiani. E così si passa alla domanda, ma quanto spendono i cittadini per il gioco? Andando a sbirciare la regione Abruzzo, il dato si mostra eterogeneo, con la presenza di comuni parsimoniosi che appaiono nella mappa delle giocate, di color azzurro, ad altri maggiormente dediti all’appuntamento con la dea bendata, segnati con le tinte dall’arancione al rosso, dunque i territori in azzurro sono quelli in cui la raccolta è inferiore alla media nazionale, pari a 610,3 euro pro capite, di arancione invece una raccolta superiore. Osservando le tinte del territorio saltano all’occhio numeri che non ti aspetti, cifre da capogiro in piccoli centri.

Sui toni dell’arancione accesso e sul rosso ci sono Campo di Giove raccolta pari a 885 mila e 507 euro, in media per residente pari a 1.109 euro, Castel di Sangro 7 milioni e 256 mila pari a mille e 93 euro pro capite, Roccaraso 2 milioni e 642 mila euro pari a 1.622 euro a residente, Molina Aterno 332 mila e 493 euro circa 864 euro a residente, un arancione per Sulmona 18 milioni e 102 mila euro in media 740 euro, tra le azzurre invece Pettorano solo 347 mila e 488, 252 pro capite, Pacentro 326 mila e 551 con 286 euro pro capite, Raiano, un milione 362 mila e 491 euro a residente e ancora Villalago, Introdacqua, Prezza, Bugnara, Cansano, Vittorito, Pescocostanzo solo per fare alcuni esempi, tutte al di sotto.

Da ricordare poi il dato di qualche mese fa fornito dal giornale L’Espresso che riportava per la città ovidiana 22 milioni di euro relativi al 2016 con 232 apparecchi in città, lo scorso dicembre il dato abruzzese allertò la Regione, L’Aquila record per presenza di slot machine in Italia, una ogni 83 abitanti.

Cifre queste che lasciano pensare anche se, i luoghi e i dati richiamati, parlano di somme spese e non di dipendenza da gioco. Parliamo di soldi effettivamente sborsati che di certo non possono passare inosservati, perché tra puntate occasionali e leggere, si nascondono storie di patologia, di dipendenza, storie di famiglie finite sul lastrico e quelle in cura nei Sert.

Nella regione verde d’Europa, ricca di parchi e bellezze naturali ma anche di precarietà, in particolare in alcune zone, il rifugio nel gioco o il semplice strizzare l’occhio alla fortuna sembra essere una pratica in via di consolidamento, ad allarmare però è quel passaggio dalla monetina buttata lì al gioco patologico, un confine che, per alcuni, non sarebbe poi così tanto difficile da varcare.

Anna Spinosa

 

 

1 Commento su "Gioco d’azzardo, l’analisi del territorio"

  1. nella nostra italietta,nel nostro borgo la patologia del gioco d’azzardo legalizzato e’ realta’….miliardi di euro le imposte,pochi spiccioli le cure,la differenza a carico delle singole famiglie….confine di che?

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