Giunta azzerata, verso il “governo del branzino”

Tutto come da copione nel teatrino di palazzo San Francesco: i soggetti recitano a braccio, ma sanno bene, ognuno, qual è la loro parte.
Ad aprire la recita è il sindaco senza maggioranza Annamaria Casini che si presenta in scena con la giunta azzerata e la richiesta di “un confronto reale e fattivo per il superamento della crisi”. Determinata a risolverla in quarantotto ore o ad andare tutti a casa, “per evitare un commissariamento lungo alla città”.
Quel “firmate le dimissioni subito” il sindaco lo ripete più volte, soprattutto per azzittire i suoi ex consiglieri di Avanti Sulmona che non riescono neanche a parlare perché coperti dalle urla del primo cittadino (non sempre lucida, ma finalmente un po’ vera), tanto da decidere di abbandonare l’aula dopo un fuoco incrociato che si era abbattuto poco prima sul ruolo e la figura del presidente del consiglio Katia Di Marzio.
La maggioranza non c’è più, questa è l’unica cosa certa: disintegrata nella sue contraddizioni e pronta, ora, a raccogliere il sostegno di chiunque garantisca un po’ di galleggiamento. Perché la verità è che quasi tutti, eccetto il centrodestra (e la netta posizione di chiusura di Tirabassi lo conferma), non se la sentono di affrontare le urne a maggio.
Il secondo attore protagonista entra in scena alla fine dello show: Bruno Di Masci fa un’analisi sincera, contraddice il suo compagno di partito Ranalli sulla non urgenza del consiglio, e ammette che insomma loro non faranno cadere l’amministrazione in attesa di tempi migliori. Che la Lega si sgonfi e che il Pd si riprenda. “Vedrete alle europee” dice Di Masci, la cui strategia per nulla celata è quella di tirarla fino al 2020 con una verifica di quanto fatto dal governo di salute pubblica in autunno. Insomma lo scenario reale è di qualche mese in meno di commissariamento e molti mesi in più per ricomporre le fila del centrosinistra. Cosa che Di Masci intende fare appoggiando nei fatti un sindaco di centrodestra. L’alchimia della politica, d’altronde, ha insegnato molto in questo lembo d’Abruzzo votato al gerosolimismo.
A provare a spoilerare la messa in scena è il consigliere di Sbic Maurizio Balassone, perché “il civismo è un’altra cosa e il sindaco si doveva preoccupare molto prima di aprire le consultazioni con la città e i consiglieri, non ridursi ad esecutrice di accordi fatti dalle lobbies di potere, sempre le solite, e che tengono le redini dell’amministrazione”.
Gli fa eco Francesco Perrotta che parla di “farsa e piatto già apparecchiato – dice – cosa ci avete chiamato a fare” e lo stesso Pingue che prima di abbandonare l’aula ricorda “come la prima telefonata del sindaco è arrivata ieri dopo sedici giorni dalle dimissioni di Angelone e dalla nostra uscita dalla maggioranza”.
Maggioranza alla quale crede ancora Roberta Salvati, non disposta ad accettare ingressi esterni.
Alla fine gli applausi non li prende nessuno: entro domenica “l’accordo del branzino” tra gerosolimiani e dimasciani dovrebbe concretizzarsi con la nomina di una giunta misto-tecnica e un tira a campare per qualche mese.
Mentre “la città brucia” urla il sindaco Casini, dimenticando che la “piromane” è prima di tutto lei.

2 Commenti su "Giunta azzerata, verso il “governo del branzino”"

  1. ANTONIO ROSMINI | 22 Febbraio 2019 at 16:40 | Rispondi

    La situazione sarà complessa, ma il vostro articolo non contribuisce a capire, anzi rende ancora più incomprensibile questa ennesima crisi di questi ridicoli personaggi al potere locale.
    E Di Masci? Quando finirà il suo “manovrismo” a danno della città? Sono decenni. Si invocava un giudice a Berlino. Perché a Berlino? Non un Giudice, ma una Corte di giustizia a Sulmona, per mandare tutti a casa, per sempre, questa razza velenosa, incapace, inconcludente, al potere a Sulmona.

    • L’articolo è chiaro ed il succo è racchiuso tutto tutto nella frase clou:”La maggioranza non c’è più, questa è l’unica cosa certa: disintegrata nella sue contraddizioni e pronta, ora, a raccogliere il sostegno di chiunque garantisca un po’ di galleggiamento”.

      Nessuna giustizia e nessuna corte… sono / siamo / siete gli artefici di questa situazione incancrenita e tenuta in vita dai voti piacenti e di compiacenza dei cittadini!!!

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