Trenta presenti, compresi quelli che hanno delegato e quelli connessi in remoto, su sessantasette soci: il Controllo analogo di Cogesa è andato deserto anche ieri. Un’altra volta, un altro giro a vuoto. “Sconcertante – tuona il sindaco di Sulmona e presidente dell’organismo, Gianfranco Di Piero – quella convocata con largo anticipo e già rinviata una volta, era una riunione fondamentale per decidere e capire le sorti della società partecipata. E’ una grave irresponsabilità quella dei soci che di fatto blocca l’amministrazione della società partecipata in un momento molto delicato”.
All’ordine del giorno, d’altronde, c’erano punti fondamentali da discutere: le 53 vertenze sindacali che potrebbero pesare oltre 1 milione di euro sulle casse, con un aumento del budget per il personale di circa 600mila euro l’anno; la verifica dell’andamento del piano di ristrutturazione del debito, oggetto nella scorsa settimana di ben due delicatissime riunioni con gli adivsor (tutti collegati ieri in remoto) e che zoppica proprio per il mancato pagamento del dovuto da parte dei Comuni-soci; l’approvazione del bilancio di previsione 2024, pronto dal 14 giugno scorso e non ancora approvato; il piano tariffario 2024; il fabbisogno del personale e il piano degli investimenti; le modifiche alla convenzione tra Cogesa ed enti locali e quella del funzionamento del Controllo analogo, già discussa, ma che molti Comuni non ancora approvano nei rispettivi consigli comunali. E poi, fuori dall’elenco, ma sicuramente di urgente interesse, le dimissioni formalizzate dal coordinatore generale Stefano Margani che a fine ottobre lascerà Sulmona per andare a fare il direttore in Umbria.
Un mare in tempesta, insomma, su cui si muove una nave alla deriva, con i soci che a confronto Schettino “gli spiccia casa”.
“E’ deprimente verificare tutte queste assenze – dice sconsolato l’amministratore unico Nicola Sposetti – quello che ho detto ai sindaci-soci è che la società è la loro e che dovrebbero interessarsi alle sue sorti. Ci sono molti punti da definire per riuscire a salvarla e l’attiva collaborazione di tutti è indispensabile”.
Un disinteresse allarmante che qualifica il livello della classe dirigente del territorio e che rischia di condannare la società, nella quale lavorano duecento persone e che gestisce un servizio minato come quello dei rifiuti, ad un infelice epilogo.
Siamo nel sud Italia
Dopo che si sono fatti scappare Margani di che vogliamo parlare !
La barca sta affondando e quindi la responsabilità è di TUTTI anche evidentemente di quelli che sono andati via….
No Antonio….la colpa non è di tutti ,…..ma solo di chi la gestisce direttamente o indirettamente .
io credo che chi è andato via forse ha una famiglia ed una dignità da salvare …
Sai ad alcune persone genuflettertsi resta difficile ….sarà l’artrosi non so.
e’ la conferma della pochezza delle persone alle quali abbiamo dato mandato di amministrare i nostri soldi e le nostre proprietà si proprietà perchè una azienda pubblica o partecipata dal pubblico è la nostra è della collettività e loro se ne fregano non per disinteresse ma per immensa ignoranza e sudditaggine però, bisogna dirlo, sono lo specchio della nostra società, restiamo tutti in silenzio, non ci ribelliamo, non ci schieriamo, sempre per il consolidato motivo, potremmo avere bisogno di un “favorino”, siamo più poveri noi di loro. Viva l’Italia…
Caro Stid sarebbe Meraviglioso se il Sig Margani che ormai non fa più parte del Cogesa convocasse una assemblea pubblica per spiegare che cosa è avvenuto nell’Ente in questi ultimi 20 anni. Togliersi i sassolini dalle scarpe è una prova di Forza che la Cittadinanza approverebbe con Entusiasmo per una definitiva chiarezza sulla Gestione Diretta e Indiretta.
Senza parole. Storie di ordinaria mediocrità. Chi vive bene in un posto simile, deve farsi delle domande molto intime e personali. Uno stallo dell’anima della persona della necessità e della dignità.
Un disinteresse allarmante che qualifica il livello della classe dirigente del territorio e che rischia di condannare la società, nella quale lavorano duecento persone e che gestisce un servizio minato come quello dei rifiuti, ad un infelice epilogo.
un applauso alla fine di questo articolo.
ancora nessuno ha capito il vantaggio di questa risorsa: la discarica
ancora viene vista come un mezzo politico non come una necessità di una città
ricordiamoci che NOI , cittadini di SULMONA (e ovvio i dintorni quali pratola, pacentro, ecc) PRODUCIAMO RIFIUTI TUTTI I GIORNI
NON PIÙ RIFIUTI DA LAQUILA
perché la discarica si riempirà prima o poi è un capoluogo dovrebbe incominciare a risolvere i suoi problemi incominciando a differenziare no produrre solo indifferenziati (non importa dove, ma non PRODURLI)
CORRETTA GESTIONE DEI NOSTRI RIFIUTI
per non avere problemi nel nostro domani
RICORDIAMOCI CHE COGESA O NON COGESA, NOI I RIFIUTI LI PRODURREMO SEMPRE
SVEGLIA SULMONTINI SVEGLIA
Alcuni sindachetti abruzzesi. Sempre loro. Quelli tirati sù dai loro compaesanotti. Sindachini di basso rango. Sindacucci impegnati solo per i parenti. Quelli che non sanno neanche che origini storiche hanno i propri luoghi. Omuncoli che neanche con una zappa riuscirebbero a fare crescere un pomodoro. Fidarsi di “questi” in una società è raccapricciante. Chiamiamola con il vero nome: “La congiura dei Sindaci”. Questi micro feudi indipendenti che hanno paura del potere centrale. Tanto la testa la perdono comunque al prossimo giro. Dove scappano?