“Guerra” e pace nelle partecipate

L’assemblea resta convocata nonostante il punto all’ordine del giorno che dovrebbe essere propedeutico alla governance, ovvero quello del bilancio, non sarà affrontato. Sabato prossimo Cogesa eleggerà però probabilmente il consiglio di amministrazione della partecipata che andrà a rimpiazzare l’amministratore unico Vincenzo Margiotta. Non sarà una gestione condivisa, non da tutti almeno, perché alla guida della società ci sarà una squadra figlia di accordi dei singoli e non dei partiti. Presidente dovrebbe essere eletto Nicola Guerra, ex assessore della giunta Federico, costola “socialista” dell’area gerosolimiana. Al suo fianco l’avvocata Valentina Di Benedetto, già candidata e fedelissima di Bruno Di Masci, e Sandro Ciacchi, uomo di centrodestra la cui nomina sembra essere sponsorizzata dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.
Sulla carta, dunque, un po’ di destra, di sinistra e di centro, ma di politico e di pacificazione – quella auspicata dopo tre anni di fratture e ferite – non c’è nulla. Restano fuori Lega da una parte e Pd dall’altra, ma soprattutto quei sindaci soci che in questi anni hanno chiesto un’inversione di rotta nella governance e che, senza successo, avevano chiesto durante l’ultima riunione del controllo analogo di selezionare la dirigenza tramite curriculum. Anche perché i tre anni che verranno non saranno facili per il Cogesa chiamato a ripianare un buco da un milione e mezzo di euro.
Un bilancio in rosso che sarà dunque approvato sotto una governance diversa da quella sotto la quale è maturato: un modo semplice e indolore per nascondere dietro ai “non è colpa nostra” una gestione fallimentare. Una gestione che i sindaci soci non sono stati in grado di controllare come pure la normativa e l’etica li chiamerebbe a fare.
Così è stato per il Cogesa e così, ora, si ha l’avvisaglia sarà anche per la Saca, l’altro gioiello di famiglia che rischia di finire sul banco dei pegni. Nell’assemblea straordinaria convocata per oggi nella società che si occupa del ciclo idrico integrato, infatti, si discuterà dell’avvertimento dell’Ersi di ritirare l’affidamento in house del servizio dopo le promozioni distribuite come noccioline dal presidente gerosolimiano Luigi Di Loreto ad alcuni dipendenti senza effettuare alcuna selezione. Ma questo non sembra essere l’unico problema per la Saca a leggere il parere fatto da Valerio Dell’Olio, esperto incaricato dall’Ersi di valutare la situazione finanziaria e patrimoniale della società pubblica, nel quale si legge che la “società avrà a breve problemi di liquidità/solvibilità”, anche in relazione al fatto che per il 2020 non è stato tenuto in debito conto il probabile effetto che il Covid avrà sul pagamento delle bollette e sulle casse della società tanto da “avere effetti esiziali dal punto di vista del mantenimento del già delicato equilibrio finanziario”.
Chissà se i sindaci soci porranno questa volta qualche domanda o se continueranno ad alzare la manina diligentemente senza chiedersi cosa accada nelle società pubbliche. In tempo di guerra e di pace.

2 Commenti su "“Guerra” e pace nelle partecipate"

  1. Basterebbe obbligare a questi “grandi” amministratori della cosa pubblica di risarcire i danni delle loro malefatte. Chiedo troppo?

  2. Ma anche no…..condivido in pieno…….abbiamo appena finito di pagare il superticket di 10 €…..k ora arriva sto macello su due bollette!!!!!!! Il pozzo di san patrizio è ormai esaurito

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