Hacker alla Asl, il Conaratos scrive alla Corte dei Conti e avverte: “Pronti a costituirci parte civile”

Dopo la paura, i disagi, la polemica politica, arriva ora la tutela di dipendenti e utenti. L’attacco che gli hacker del gruppo Monti hanno eseguito sul sistema della Asl 1 è destinato a provocare reazioni e cause da parte di chi da questo attacco è il più danneggiato: l’utente.

Per questo il Conaratos, che sta per comitato nazionale di rappresentanza e tutela operatori sanità, con sede a Sulmona, ha scritto ieri una lettera ai vertici politici e aziendali, ma anche alla procura generale della Corte dei Conti, per avere delucidazioni su come è stata gestita la sicurezza e se sono stati rispettati tutti gli step previsti dai protocolli.

In particolare se prima del 3 maggio erano state eseguite sistematiche e frequenti operazioni di backup dei dati sensibili così come la disciplina in materia prevede. Perché il rischio, oltre la violazione della privacy, è ora quello che quei dati siano andati persi per sempre.

“Questo Comitato – scrive il presidente, Antonio Santilli – si riserva di avviare ogni opportuna iniziativa di tutela degli utenti e dei dipendenti della Asl in ogni consentita sede e, eventualmente, anche mediante costituzione di parte civile nei procedimenti che saranno attivati dai singoli utenti e dipendenti”.

Una class action che potrebbe costare molto cara alla Asl.

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