Hub del gas “surreale”, un campeggio per rilanciare la lotta

Dal 2006 a oggi il consumo di gas in Italia è calato del 16% eppure il governo (almeno una parte) sembra andare dritto verso il sostegno alla Trans Adriatic Pipeline (Tap). Non sorprenderebbe lo stesso atteggiamento nei confronti del metanodotto Rete Adriatica Snam nonché della centrale di compressione a spinta prevista a Case Pente nel comune di Sulmona. I dati sull’uso del gas da parte della popolazione italiana, d’altronde, non sono campati in aria bensì forniti dal ministero dello Sviluppo Economico.
Quanto basta per “certificare quanto sia surreale il dibattito attorno alle nuove grandi opere volte a realizzare in Italia il cosiddetto ‘Hub del Gas’- scrivono dal Coordinamento formatosi per contrastare le grandi opere in Abruzzo- soprattutto tenendo conto del fatto che le infrastrutture esistenti sono addirittura sotto-utilizzate e della necessità di abbandonare le fonti fossili, come il metano, a causa dei cambiamenti climatici che stanno mettendo a rischio la vivibilità del Pianeta come sostenuto dagli scienziati”. Metano pericoloso gas serra, come riportano importanti riviste del settore, perchè “ha una capacità clima-alterante 84 volte quella della CO2 a parità di emissioni. E’ vero che noi lo bruciamo e in quel caso emettiamo CO2 ma esistono perdite dirette di metano per circa il 3-10% di prodotto lungo tutta la filiera, dall’estrazione allo stoccaggio passando per trasporto e distribuzione. Un problema gravissimo” rincarano dal Coordinamento che rilancia la lotta.
L’occasione sarà il campeggio nazionale che si svolgerà dal 30 agosto al 2 settembre a Campo di Giove in pieno Parco Nazionale della Majella. “Passeggiate, dibattiti, incontri e assemblee per ribadire, dopo la grande manifestazione di Sulmona del 21 aprile scorso, un No alla strategia per trasformare il nostro Belpaese, il paese del sole, in una piattaforma logistica per le fossili e un Sì alle tecnologie per il risparmio energetico e la produzione sostenibile e diffusa di energia. Crediamo- concludono gli organizzatori- che il nuovo governo debba presto rispondere nel merito su questi dati senza riproporre le ricette sbagliate di chi li ha preceduti a favore delle grandi lobby di petrolieri ed affini”.
S. P.

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