I mastri birrai

Di fretta non ne hanno nel capannone alle spalle della Diffusion, il distributore a cui passano casse e fusti di birra dalla porta. A metro zero. Il nome del marchio, in fondo, è stato scelto per questo: “Mezzopasso”, tutto attaccato. “Un elogio alla lentezza a cui si ispira anche il nostro logo, un gambero di fiume. Lento e legato al territorio: nella città delle acque, a Popoli Terme”.

Gabriele Di Marcantonio e Bernardo Perfetti, 49 anni, d’altronde, ce ne hanno messo di tempo per trasformare la loro passione in un lavoro, da quando liceali al Da Vinci di Pescara, finita la lezione di latino e chimica, tiravano fuori pentoloni e malto d’orzo e si mettevano a cucinare birra.

“Era la fine degli anni Novanta e la birra artigianale stava approdando per la prima volta in Italia – racconta Gabriele, che poi ha studiato da avvocato specializzandosi in progettazione europea – eravamo stati compagni di scuola e il tempo, tra una lezione e l’altra all’università, lo passavamo così. Quel gioco è diventato poi una passione ed eccoci qua”.

In mezzo al passo, scorrono gli anni: Bernardo diventa psicologo (professione che svolge ancora oggi), nel suo garage, a Cepagatti, i due compagni di scuola si trasferiscono lasciando la cucina e i pentoloni e realizzando un impiantino da cento litri.  Solo nel 2012 la passione di mastro birraio prende la forma di un’impresa. “Fondammo la Fiscellus Mons che in latino vuol dire Gran Sasso (letteralmente Monte Ombelico, ndr) – ricorda Gabriele – e imbottigliammo la prima birra che chiamammo Mezzopasso. Viene da lì il nome dell’azienda di oggi. Era ancora un gioco, però: vendevamo la birra agli amici del Jayson’s pub a Pescara, ma non eravamo molto abili nel commercio. Vendevamo due casse e ne consegnavamo tre e quelle vendute ce le andavamo a bere noi al pub”.

L’avvocato e lo psicologo, però, ci sanno fare: la birra piace ai clienti del Jayson’s e il proprietario, Giampiero Tornar, gli propone di fare il salto. I tre si mettono così insieme e in società fanno entrare anche la Diffusion Beer di Popoli Terme. Dal produttore al consumatore, passando per il distributore. Nel 2014 la firma in calce alla società che dopo dieci anni di attività, fa fatica oggi a trovare spazio sulla parete della sala degustazione per appendere riconoscimenti e trofei vinti.

“Abbiamo iniziato tutto con capitali privati: una piccola imbottigliatrice, tre fermentatori e un maturatore. Il capannone lo abbiamo aperto qui da Diffusion, non solo perché è nostro socio, ma perché è il distributore e soprattutto si trova a Popoli e la qualità dell’acqua, per un birrificio, è fondamentale. Poi – continua Gabriele – le cose sono cominciate ad andare bene e oggi abbiamo otto fermentatori da venti ettolitri, una imbottigliatrice isobarica da 120mila euro che abbiamo appena acquistato sfruttando gli incentivi del Covid e un filtro molto performante”. Agli investimenti si sono appena aggiunti millecento fusti in acciaio che sono andati a sostituire quelli in plastica usa e getta, ovviamente con un lava-fusti per chiudere la filiera.

“Lo scorso anno abbiamo avuto un incremento di fatturato del 22% rispetto al 2023 – racconta Giampiero che si occupa principalmente di amministrazione – con un fatturato di 400mila euro. Tra i circa trenta birrifici artigianali censiti in Abruzzo, noi siamo tra i sei/sette strutturati. Dopo l’exploit della moda della birra artigianale, oggi il mercato si è stabilizzato e vanno avanti quelli che hanno le carte. Oggi siamo ad un bivio: spazi di mercato ci sono, ma per aumentare la produzione dovremmo fare un salto aziendale. Assumere altri mastri birrai, che non è facile trovare e fare nuovi investimenti. Ci stiamo pensando”.

Mezzopasso produce oggi circa 1400 ettolitri di birra l’anno, il 65% in fusto (circa 3mila) e il resto in circa 100mila bottiglie, con una distribuzione che copre soprattutto Abruzzo, Lazio e Molise, ma che grazie a Diffusion sta toccando anche altri mercati italiani e non solo.

Con i 13 tipi di birra prodotti tocca quasi tutti i gusti: la Kris pilsner che da due anni è la migliore artigianale d’Italia e ha preso la medaglia d’argento a Barcellona, la Red Stones, la Ipa inglese che ha vinto la medaglia d’oro alla World Cup Usa, la Millican Extra, una english strong Ale che nel 2023 ha preso l’oro in Belgio come migliore della categoria e migliore di tutto il concorso e quest’anno ha quasi bissato con l’argento, la Crevette blanche che è fatta con la solina, la Vox Popoli una tripel che oltre alla solina usa del territorio lo zafferano e ancora la Anime che è una Iga (italian grape Ale) fatta con mosto di birra e di vino locale.

“Il mercato delle birre artigianali copre oggi appena il 3% di quello complessivo – spiega Gabriele – chi beve birra artigianale è uno aperto di mente, spesso giovane, che ha voglia di provare e sperimentare. E in fondo quel che mi piace del mio lavoro è proprio sperimentare. Non esiste la birra, ma esistono le birre, che sono il frutto della tecnica, certo, la fermentazione, l’acqua, i lieviti, l’attenzione maniacale della qualità, ma anche della creatività. Io e Bernardo, che siamo i due mastri birrai, ci siamo formati così: quando abbiamo iniziato non c’erano tutorial e non c’era neanche internet. Si provava, sperimentava e studiava”.

In produzione sono in tre, due mastri birrai e un aiutante, con un’attenzione alta sul prodotto: “Bisogna evitare che entri ossigeno, bilanciare ingredienti e controllare la fermentazione. Nulla è fatto di fretta – continua Gabriele – ma ogni birra deve avere tempo e attenzione. La qualità è la prima preoccupazione, lo è sempre stata. Altrimenti avrei fatto un altro lavoro”.

Alla fine del giro ci spilla una pilsner direttamente dalla botte: la guarda e la porge con l’orgoglio di un padre. “Questa è quella che ha vinto nel 2024 e nel 2025 il premio come migliore birra artigianale d’Italia. E’ un po’ fredda in realtà – spiega – ma senti, senti cos’è”.

Tra Popoli Terme e Sulmona c’è il Giro d’Abruzzo e decine di pattuglie di carabinieri appostate. L’unico motivo per non berne un’altra.

3 Commenti su "I mastri birrai"

  1. beatrice ricottilli | 25 Aprile 2025 at 09:50 | Rispondi

    Quando il cervello rimane attaccato al cuore tutti i sogni sono possibili e il “mezzopasso” diventa maratona! Complimenti ragazzi e lunga “birra” a tutti!

  2. Pamela Della Sabina | 25 Aprile 2025 at 14:55 | Rispondi

    Bravi ragazzi e complimenti per la costanza e l’ innovazione che avete messo…. sempre fedele alla “millican”!!

  3. Pamela Della Sabina | 25 Aprile 2025 at 14:55 | Rispondi

    Bravi ragazzi e complimenti per la costanza e l’ innovazione che avete messo…. sempre fedele alla “millican”!! Il top!!

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