I misteri dell’Iti. La Di Nino: “La scuola non andrà via da Pratola”

“Noi siamo pronti” dice la sindaca di Pratola Peligna Antonella Di Nino, risvegliata ieri mattina dalla notizia sullo studio di vulnerabilità sismica dell’Iti pubblicata dal Germe. “Se dovesse essere necessario trovare una sede alternativa all’Istituto tecnico industriale – spiega – ci siamo già attivati per aprire i primi piani delle scuole di piazza Indipendenza e di via Colella, che sono agibili e sufficientemente grandi per ospitare gli studenti. Certo qualche disagio per i laboratori potrebbe crearsi, ma l’Iti non andrà via da Pratola”.

Chissà, se la stessa determinazione avesse avuto l’allora sindaco di Sulmona Peppino Ranalli, se i ragionieri e i geometri che per decenni si sono formati in via Virgilia D’Andrea, sarebbero andati via. In quella sistemazione temporanea che dura da otto anni e che, solo ora si scopre, non era neanche così sicura. Non più della loro sede madre, almeno.

Pesi e misure diverse, dovuti forse ai momenti storici e con di mezzo anche le normative fatte, cambiate, smentite da sentenze di Cassazione.

Sotto l’indice di vulnerabilità di 0,6, dicono le norme tecniche di attuazione del 2018, la scuola è da considerare a rischio e va messa in sicurezza. Chiusa si diceva all’inizio, anche se poi la Cassazione ha chiarito nel 2019 che non esiste il fumus commissi delicti, ovvero non si può stabilire, in una prospettiva probabilistica e diacronica, il “reato”.

Però, a Sulmona, le scuole si sono chiuse per molto meno: la Masciangioli con un indice di vulnerabilità di 0,26 o il liceo classico che ce l’aveva a 0,3. Che è molto in confronto allo 0,096 trovato all’Iti di Pratola (sul blocco più importante dell’edificio).

Bisogna però almeno attivarsi, questo è il senso, per rimuovere quell’inadeguatezza sismica, perché altrimenti la prospettiva diacronica non è più diacronica. Ma diventa un rischio probabile, specie in una zona ad alto rischio sismico come la Valle Peligna. Qui dove gli esperti dicono che prima o poi arriverà la grande scossa.

Il punto è anche e soprattutto questo: cosa ha fatto la Provincia dal febbraio del 2021 quando gli è stata consegnata quella relazione sull’Iti? Quali progetti e studi di approfondimento sono stati fatti o solo commissionati? Cosa è stato messo in campo per rimuovere il rischio?

E, soprattutto, perché nessuno ne sapeva niente e perché quella relazione è stata tenuta segreta?

Non ne sapeva niente il dirigente, né la sindaca di Pratola, né, si presume, quella di Sulmona (a suo tempo). Non ne sapevano niente gli studenti e le loro famiglie.

Uno strano e imbarazzante silenzio, che reclama e pretende chiarezza.

Prima che le porte del Leonardo Da Vinci si riaprano a settembre, se si riapriranno e se qualcuno si fiderà di andarci.

14 Commenti su "I misteri dell’Iti. La Di Nino: “La scuola non andrà via da Pratola”"

  1. Tutto merito del PD un partito che altro non è che un rigurgito democristiano. Che cosa e rimasto di sinistra? I responsabili di questo scandalo scuole: de crescentis PD. Ranalli PD. Casciani PD. Di Paolo grande e grosso pezzo del PD. Asse Casini-gerosolimo-di Masci PD. Viva la democrazia cristiana di un tempo

    • Luigi Gagliardi | 6 Agosto 2022 at 07:53 | Rispondi

      Non è colpa del PD ne di nessun altro partito, è colpa di chi non sapendo come tirare avanti ha deciso farlo con le briciolette della politica locale e la Di Nino, come tutti ben sanno, non ne ha bisogno.

  2. Giustamente per una logica paesana meglio tenerlo scomodo a Pratola che efficiente a Sulmona…
    Povera Valle Peligna, con ste cocce al potere.

    • Maperpiacere | 6 Agosto 2022 at 07:48 | Rispondi

      Efficiente a Sulmona dove?
      Grande Antonella!

      • The dancing Queen | 6 Agosto 2022 at 21:33 | Rispondi

        A suo tempo il Sindaco Ranalli propose delle soluzioni alternative a Sulmona, ma il dirigente Di Paolo le rifiutò tutte, anche contro il parere di docenti e genitori, perché aveva già deciso di spostare la scuola a Pratola.
        Adesso la De Nino fa l’eroina…

  3. Le chiacchiere stanno a zero. Tutti immaginavano che L’ITCG avrebbe perso consensi con il trasferimento a Pratola e così è stato. Quella che era una delle piu” frequentate scuole della città ridotta all’ombra di sé stessa. Tutti ricordano con nostalgia purtroppo, il fiume di ragazzi che la mattina attraversavano ponte Morandi per raggiungere l’Istituto.
    Quindi, a questo punto, visto che L’ITI sembrerebbe messo peggio, si riporti immediatamente la scuola a casa.

  4. Se era da chiudere perché chi ha redatto lo studio non l’ha segnalato al sindaco e al prefetto? Stiamo parlando della sicurezza pubblica.
    Così come è stato fatto per il condominio di sulmona

  5. La Di Nino si opporrebbe ad un eventuale trasferimento dell’ITI a Sulmoma? Ti credo, sa che aumenterebbero il n. degli iscritti..

  6. Tra pizzelle e bottiglie di pomodoro, quando era V.Presidente della Provincia era giusto portare gli edifici a Pratola da Sulmona oggi no…
    W Pratola “bellissima, con molta immaginazione 😂”

  7. Anna Maria Coppa | 6 Agosto 2022 at 15:01 | Rispondi

    Alexandre Dumas padre • A ogni male ci sono due rimedi: il tempo e il silenzio.

  8. Anna Maria Coppa, e quindi?

  9. Ma può un edificio del genere avere un indice più basso del liceo classico di Sulmona?

  10. Se dobbiamo fidarci dei dati tecnici, evidentemente si.

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