I vandali della politica

Partiamo da una premessa per fugare ogni equivoco: l’auto rigata ieri all’ex assessore regionale Andrea Gerosolimo è un gesto che va condannato, senza se e senza ma. Sia esso di origine vandalica pura o dettata da un movente politico. Perché l’inciviltà non si giustifica, la violenza sulle cose e le persone ancor meno e perché l’Alfa Stelvio, per sdrammatizzare, è una bella macchina, che costa anche tanto e che non merita le “rughe”.

Però, per dirla tutta, il movente politico del gesto è tutto da dimostrare e Gerosolimo, da politico navigato, ha fatto di necessità virtù: ha preso la palla al balzo e, con tanto di autoscatto, ne ha fatto il suo biglietto da visita per la campagna elettorale alle porte. Un po’ vittima e un po’ Papa, con quell’enciclica “Pacem in terris” a pacificare la città, dal sapore paternalistico e che anticipa il contenuto politico della sua imminente campagna (per la quale non ancora si è ufficializzato alla città): “L’amore contro l’odio”, “i toni bassi”, “il volontariato come identità”, “i partiti che hanno fallito”, “il territorio che si deve unire”, “tutti insieme appassionatamente”. Insomma la solita.

Parlare di gesto intimidatorio o di sfregio politico però è un po’ eccessivo (che verrebbe da chiedersi, allora, cosa sono stati i camion bruciati al Cogesa, ad esempio), a meno che Gerosolimo non abbia qualche dettaglio e certezza in più da offrire se non all’opinione pubblica, almeno agli inquirenti.

Qualcosa che deve certamente sapere l’avvocato e membro del Psi Massimo Carugno, che dopo l’esperienza da scrittore si è trasformato anche in investigatore: “Gli atti di vandalismo compiuti sulla vettura di Andrea Gerosolimo, al quale va la nostra solidarietà, non sono opera del primo teppistello passato per caso – scrive con granitica certezza Carugno -. Sono figli di un clima di odio e di guerra personale, costruito da mesi in questa città, e sono fratelli di chi vaga per la piazza della politica cittadina preannunciando una campagna talmente infuocata da finire addirittura sulla ribalta dell’attenzione nazionale”.

Che poi la favola del clima di intimidazione, per usare un adagio tutto abruzzese, “l’ha sempr fatt”: erano gli inizi di maggio di cinque anni fa, ricordate, quando, da posizioni opposte, Bruno Di Masci (oggi fedele sodale di Gerosolimo) denunciava “atrocità” mai viste: gatti impiccati, biglietti minatori, telefonate minacciose, che fecero ritirare uno dietro l’altro tre suoi candidati.

“Bugie” gridarono allora i gerosolimiani che contro Di Masci si giocavano l’elezione della Casini. Anche per quei fatti (come d’altronde per quelli molti più seri degli incendi al Cogesa), poi, non si è saputo più nulla, nonostante le presunte denunce presentate dalle presunte vittime.

Ad un mese e poco più dalla presentazione delle liste (esiste la possibilità che si voti a fine settembre anziché ad ottobre), alla città piacerebbe cominciare a sentire parlare di progetti e programmi, di visioni e intenti.

E invece ci ritroviamo a discutere su un’auto rigata e, quando va bene, ad assistere inermi alle offese reciproche come quelle che si sono scambiati la sindaca e il centrodestra nelle ultime ventiquattro ore.

7 Commenti su "I vandali della politica"

  1. Luigi Gagliardi | 25 Luglio 2021 at 09:00 | Rispondi

    Vabè va anche capito, il problema dell’ospedale è stato risolto dai rivali e non può più essere portato in canzone, ognuno si barcamena con quello che ha, non è una cosa nuova al mondo politico.

  2. Javaro’ sei un grande. Hai sintetizzato una realtà molto complicata.
    Ci piacerebbe (se lo sai) che ci spiegassi perché tra l’avvocato e il professore è scoppiata la pace.

  3. Siamo alla frutta

  4. Sandro De Panfilis | 25 Luglio 2021 at 10:45 | Rispondi

    Anche oltre…..
    L’ammazzacaffe’, direi….
    Se queste sono le argomentazioni di una campagna elettorale per una città moribonda…..

  5. A me più che i graffi all’autovettura, mi interessano i selfie, che per la verità sono usciti un po’ male, così come il messaggio subliminale che doveva passare nel selfie è risultato anche peggiore del “supposto sfregio” subito dall’autovettura, CHE É NULLA RISPETTO ALLO SFREGIO SUBITO DALLA CITTÀ IN QUESTI LUNGHI E PENOSISSIMI ANNI DI SOTTOMISSIONE…
    Ma speriamo che si risolva tutto con una EX ESPERIENZA!!!

  6. “costa tanto” e quindi? Desta più scalpore? Se fosse stata una Daewoo matiz contava meno?

    • Rubio del Bigliett | 25 Luglio 2021 at 20:16 | Rispondi

      Vebbe’ si comprano le macchine per farsi vede’.Altrimemti una panda del 1990 è più che sufficiente per girare la vallata peligna. Poi però con la macchina da 60.000 euri , fanno le foto con il telefonino di 150 euri, che, si vede meno. Al Cogesa invece hanno tutti un iPhone da 1000 euri a testa.

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