Il 25 novembre di mamma Alfonsina: “Denunciate la violenza”

Cosa resta negli occhi di chi resta. Oltre e dentro il 25 novembre. Questo 25 novembre dell’anno più doloroso per la Valle Peligna. Del femmincidio più violento e cruento, consumato la notte del 29 gennaio scorso al terzo piano di una casa di Carmagnola.

Alfonsina Papa, mamma di Teodora Casasanta e nonna del piccolo Ludovico, rompe il silenzio al Festival “ControViolenza” de La Diosa e parla, racconta e “prega”: si rivolge agli studenti del liceo linguistico Vico che con lei sono assiepati sul palco del Pacifico e li esorta a non minimizzare, a non sottovalutare, a non lasciare senza peso i segnali della violenza. L’apprezzamento non gradito, la password dei social consegnata, gli ordini “dell’amore”, che amore non è. Quello che si è portato via i suoi angeli.

Intorno al cerchio organizzato dal Germe ci sono le istituzioni, la scuola, gli operatori del settore, gli studenti e Alfonsina. Con il suo carico di dolore e speranza e rabbia: “Ci vogliono pene più severe per chi commette questi massacri – dice – e bisogna parlare della violenza sulle donne, bisogna educare i giovani, aiutarli a capire i segnali, i campanelli di allarme. Bisogna esortare le vittime a denunciare: quello che Teodora non ha fatto, portandosi dentro il suo dramma diventato tragedia”.

Una giornata lunga un anno, culminata e iniziata la mattina con il lancio dei palloncini rossi dalla piazzetta delle tre panchine di Roccacasale dove Teodora era nata ed era cresciuta, prima di inseguire i suoi sogni in Piemonte. Una breve cerimonia piena di emozione, accompagnata dalle note de La Cura di Franco Battiato e a cui è seguita l’inaugurazione della mostra “L8 tutti i giorni” approdata, come inevitabile, al castello di Roccacasale, lì dove tutto è iniziato.

Dal palco del Pacifico l’impegno del sindaco Gianfranco Di Piero ad istituire al più presto una delega per le Pari Opportunità che manca e quello di stare vicino a questa battaglia, che è battaglia culturale, innanzitutto, prima che giuridica e di repressione.

Un 25 novembre intenso quello vissuto dalla Valle Peligna, denso di appuntamenti, di libri, di incontri, di musica, teatro ed empatia. Con la scossa della morte di Teodora e Ludovico a cui vanno i pensieri e gli abbracci di un’intera comunità.

“Loro mi danno la forza – continua Alfonsina dietro le quinte – i ragazzi con la loro dolcezza, la loro consapevolezza, la serietà nell’approccio al tema”. Un percorso che continuerà e si amplierà nelle scuole, promette la dirigente del Polo umanistico Caterina Fantauzzi, davanti ai suoi ragazzi del Vico e di fronte alle opere d’arte che gli studenti del liceo artistico Mazara hanno realizzato e che pendono come moniti dalla balaustra del cinema.

Mai più, si ripete mentre si contano le 109 vittime di quest’anno. Un massacro continuo, uno ogni 72 ore dicono le statistiche.

Numeri dietro ai quali ci sono persone, storie, vite. Spezzate.

2 Commenti su "Il 25 novembre di mamma Alfonsina: “Denunciate la violenza”"

  1. Mi chiamo Antonio | 26 Novembre 2021 at 05:54 | Rispondi

    … tutto vero… tutto condivisibile… ma non è abbastanza per cambiare la mentalità degli uomini, o meglio di tutti i maschi, verso la donna “ oggetto” di possessione, di dominazione sessuale… di sottomissione.
    Puoi inasprire le pene all’infinito, potresti in estremo giustiziarli tutti… e succederebbe ancora.
    “ Battaglia culturale”… non raccontiamoci bugie noi maschietti… i commenti che facciamo tra di noi sulle donne… vanno a finire sempre su “ quella cosa” .
    Ai primi segnali alzate le antenne, consigliatevi con un’associazione o un centro di ascolto ( questi si da potenziare), e troncare immediatamente la relazione se le cose oltrepassano il limite del rispetto reciproco.
    Senza se e senza ma.

    • Bravo Antonio! Lo sforzo che va fatto adesso, verso i giovani, è proprio quello di insegnare loro a non fare, a non pensare, “quei commenti” che riguardano solo un aspetto.

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