
Ancora pochi giorni per iscriversi, per unirsi ad un gruppo già numeroso “e che diventerà anche un gruppo di amici”, spiega la delegata Ais di Sulmona Elisa Colella. Perché il vino unisce, non solo nel berlo, ma soprattutto nel conoscerlo.
Partirà così a fine mese, per terminare il 16 giugno, il corso per sommelier di primo livello che torna in Valle Peligna dopo una lunga pausa dovuta principalmente al Covid.
Un’occasione che, comunque, non capita spesso e che è finalizzata a promuovere la conoscenza del vino, ma anche a formare nuove figure professionali, tanto più in una zona a vocazione turistica dove l’enograstronomia è una parte importante dell’offerta.
Di strada da fare ce n’è: sono infatti appena dodici i sommelier professionisti nella nostra zona, anche se molti sono invece i degustatori ufficiali, titolo che si ottiene alla fine del corso che, come da regolamento Ais, si sviluppa su tre livelli.
Diventare sommelier professionista è, d’altronde, anche un investimento: solo il primo livello ha un costo di 530 euro, più 90 euro di iscrizione. Poco, a dire il vero, rispetto ai prezzi degli stessi corsi tenuti altrove e considerando anche che sono ben quindici gli incontri-lezioni programmati dal 31 marzo all’Hotel Ovidius di Sulmona e che vedranno come direttore di corso Massimo Maiorano, affiancato da esperti provenienti da diverse parti d’Italia.
Calice in mano al corso da sommelier, però, principalmente si studia: dalla figura professionale, alla viticoltura, l’enologia (produzione e componenti del vino), le tecniche di degustazione (visivo, olfattivo, gusto-olfattivo), gli spumanti, gli aromatizzati, i distillati, ma anche le leggi che regolano il settore e una piccola parentesi sulla birra.
Un’occasione per imparare un mestiere o anche solo ad essere un buon ospite-oste.
bene,e’ora di smetterla con le chiacchiere dei “corsi”( incontri ) con la bevanda derivata dalla fermentazione di frutti,uve incluse ,per comprendere ,essere un “intenditore”di bevande,vino compreso ci vogliono anni,decine di anni non pochi incontri,e, soprattutto tanto denaro,per comprendere le “differenze” bisogna bere,ovvio bere bene,di certo non domandare all’oste se il vino e’buono,e basta ,o no?