Il Cavettaro, che magnifico bugiardo

La rivoluzione era il non detto. Agire da banditi senza farsi beccare. Magnifica bugia stracolma di libertà: uscire con due libri presi a cazzo sotto l’ascella, preciso e puntuale come la Sweda. Che fuga, far finta di andare a scuola. Scarpinare sfiatato fin sopra al ripetitore, sul colle tondo e cavo, dove alle spalle di san Cosimo il sole si nasconde. Tornare di corsa sudato e impolverato come un piumino spazzatutto. Sporchissima scopa di saggina.

Ognuno sapeve lu sé. Furbissima tua madre, non faceva domande. Muta fissava con ribrezzo le scarpe che facevano schifo. Inzaccherate. Pensavi di averla fregata, mah, con la testa quasi nel piatto era meglio non guardarla negli occhi. Il sabato riapparivi in classe, chissenefrega, assente impunito. Anche i prof stavano al gioco: niente interrogazioni. Erano regole non scritte, scolpite nell’aria da Cosma e Damiano, ogni primo venerdì di marzo.

Venne poi la seduta generazione dei motorizzati, con il culo sul sellino e la coccia senza casco. Con miscela nel serbatoio e in tasca giustificazione firmata da papà. Le ruote dentate scavavano la strada impennata, senza asfalto, solcata dal tempo e dalle piogge. In un lampo la spianata delle torri d’acciaio, spuntate negli anni come funghi, si riempiva di giovani senza macchia, rave party autorizzato con pane, frittata e qualche canna. Il sotterfugio era sfumato. Come i sogni di rivolta, barricate in piazza e lucciole nei campi.

Si provò allora a trasformare questo benedetto giorno in marcia con bandiere e per la pace, disertata in massa da gente senza voglia, come se la maledetta guerra non potesse mai arrivare sotto il nostro muso. Chiamare a raccolta gli studenti a Case Pente, per sommare le loro voci ai megafoni No Hub. Evitare, chissà, che qualcuno potesse dare il via libera a scavare e intubare. Far passare il metano sotto i piedi. Qualsiasi decisione sopra le teste.

Benvenuti nel mondo globale, quadrato non tondo, dove tutto si sa prima che accada. Nei siti dei maghi del cielo, acqua, vento o secca senza sorprese. Negli affollati gruppi WhatsApp dove la maggioranza si fa opinione. Legge. Delle mamme ansiose, impiccione, informate sui fatti, ogni passo dei figli, anche i pensieri. Sugli umori delle nuvole e dei ragazzi. Decisi oggi a rimanere a casa, a letto, per onorare una tradizione che non può più esistere. Disintegrata dal nuovo registro. Nemico elettronico dell’innocente menzogna e della Festa dei Cavettari.

Dylan Tardioli

11 Commenti su "Il Cavettaro, che magnifico bugiardo"

  1. Bellissimo pezzo. Complimenti.
    Quanti ricordi….
    Peccato che oggi questi ragazzi non possano più vivere certe cose, o almeno non possano più farlo nei modi descritti nella lettera

  2. Per chi ha provato San Cosimo, il pezzo fa stringere il cuore…
    Le Marlboro conprate a Giammarco, il raggi del sole di primavera il colle rotondo e perfetto come la ragazza acqua e sapone che incendiava l’umore adoloscenziale…..

  3. Quanta verità. Davvero commovente…

  4. Anche mia nipote,quinto liceo classico,è salita.
    Quando ieri me l’ha detto mi si è stretto il cuore.
    Bellissimo articolo(come al solito).

  5. Una gran bella pennellata di ricordi. Mi sono venuti i brividi a ripensare a quei venerdì di pioggia e passi. Complimenti

  6. Zanna Bianca.!!!! I miei primi accordi di chitarra!!! Che bei tempi!!

  7. Puccio D’Aniello | 3 Marzo 2023 at 20:55 | Rispondi

    …” rave party con pane e frittata e qualche canna”…
    Ecco… tralasciando pane e frittata o pizza con mortadella… è cominciato tutto con “ qualche canna”, per passare ad oggi al consumo di migliaia di tonnellate di schifezze di ogni genere… e i risultati sono evidenti e terrificanti per chi la consuma e per le povere famiglie impotenti e annichilite dalla disperazione…

    • Esistono decine di studi scientifici sugli antecedenti del consumo di droghe pesanti e molti evidenziano che l’alcool é, tra i giovani adulti, la molla più significativa.
      “Those who commence alcohol use in the early teenage years are more likely to use cocaine subsequently, even after controlling for early onset cannabis use and other socio-demographic characteristics.”
      Le tonnellate di schifezze che circolano ora non sono colpa delle canne, ma di una società inutile, incolta, individualista, frustrata, senza passioni e hobbies. Cazzoni delusi dalla propria vita fatta di nulla.

  8. Puccio Io dietro Piazza Venti ho fumato canne e oggi sto benissimo…..ai tempi si diceva “ho svoltato”….se tutt i fumassino solo paura Maria il mondo sarebbe più colorato.
    Peace

    • Puccio D’Aniello | 4 Marzo 2023 at 09:40 | Rispondi

      … sedicente “ ho fumato canne e oggi stò benissimo”… presta maggiore attenzione a quello che uno scrive… oltre che a prestarne al proprio di scritto… altrimenti uno potrebbe pensare agli effetti collaterali che queste Maria comunque lascia nel cervello di chi le assume e le ha assunte nel passato… personalmente sono altre le “ Marie” che cercavo e che piacevolmente mi hanno fatto “ volare e sognare”…
      Poi noi, da buon partenopei, alla sedicente parola “ stò benissimo”… tocchiamo sempre “O’curniciell’” oppure “O’ Scartellato”… così tanto per scaramanzia…

  9. Bravo e grazie.
    Infatti sui venerdì di marzo del nostro territorio potremmo costruire imprese editoriali piene di contenuti multidisciplinari capaci di offrire contributi educativi forti di cui il territorio ha un fortissimo bisogno. Te la senti di fare da calamita (collettore) ?

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