Due incarichi ad affidamento diretto da 140mila euro l’uno, sul limitar della soglia di legge e della pazienza, per recuperare i crediti vantati dai Comuni soci morosi. La determina del 7 novembre scorso, ma non ancora pubblicata sul sito (perché la trasparenza è ferma ad agosto), dell’amministratore unico di Cogesa Nicola Sposetti è di quelle destinate a far discutere. Perché avvia nei fatti l’azione giudiziale nei confronti dei Comuni e perché lo fa con un esborso di denaro consistente, neanche un centesimo del quale ricadrà sul territorio. Eppure l’azione legale, non è di quelle che richiede chissà quali specialisti: un recupero crediti, semplice per quanto non facile, che dovrà mettere in mora i Comuni che devono pagare arretrati per 4 milioni di euro. Escludendo, cioè, dal contenzioso, le due cause, già incardinate, contro Asm e Mo.Te. che valgono 1,8 milioni di euro.
Ad assicurarsi con affidamento diretto e incarico fiduciario il consistente assegno sono stati gli avvocati Antonietta Ciccozzi del foro dell’Aquila e Fabio Caprioni del foro di Teramo: due professionisti chiamati direttamente, senza neanche un avviso o una comparazione di curricula, dall’amministratore unico di Cogesa che, per ottemperare alle indicazioni del piano di rientro nel quale è previsto l’incasso dei crediti nel giro di un anno, ha deciso di rivolgersi a due legali. Rigorosamente fuori dal foro di Sulmona, nonostante le trattative per recuperare i soldi debbano essere fatte alla fine con i sindaci del territorio.
Insomma: ai sulmonesi la monnezza, agli altri i denari.
Tanti, tra l’altro, perché i 140mila euro per due, gentilmente messi sul piatto da Cogesa, potrebbero essere solo una parte della parcella: “Per ciascuno dei professionisti individuati, in caso di soccombenza della controparte – scrive Sposetti – con contestuale e conseguente condanna (dei Comuni, ndr) a tutte le spese di lite, qualora il giudice liquidi un compenso maggiore a titolo di spese legali rispetto a quanto riconosciuto sulla base della presente determinazione, al professionista sarà riconosciuto il compenso maggiore come stabilito nel provvedimento giurisdizionale, purché lo stesso sia effettivamente riscosso dal debitore unitamente al credito originario vantato dal Cogesa”.
Che poi, che il di più lo paghi Cogesa o i Comuni, sempre di soldi pubblici si tratta. Anzi di soldi del territorio.
Meglio tardi che mai !
Chi sono i comuni morosi? Almeno questa informazione si può avere?
Per quel che riguarda gli incarichi esterni o interni al territorio, penso faccia nessuna differenza, la domanda è: il CoGeSa non ha un ufficio legale interno a cui affidare l’incarico?
Quello che fa ridere è che adesso si indigna anche la cordata che ha avviato la stagione degli incarichi fiduciari stellari !
Almeno non parlassero ora …
Ha detto bene l’articolista… sul “ limitar della pazienza “, perché proprio di questo si tratta… ma della pazienza deincontribuenti.
Hanno creato non una macchina mangiasoldi a danno delle tasche dei cittadini, più passaggi di raccolta ravvicinati nel tempo anche di materie non deperibili come plastica, carta, vetro e metallo… unitamente all’allargamento dei Comuni e società conferitrici di rifiuti da ogni dove della Regione e oltre… quindi più assunzioni amichettali… e aumento dei costi a dismisura da sempre prelevati dalle tasche dei cittadini a prescindere dai rifiuti prodotti individualmente.
Ridimensionate questa discarica onnivora, riportatela ad una dimensione territoriale ristretta e limitata come era in principio… nei piccoli e medi Comuni posizionare raccoglitori di rifiuti non deperibili da svuotare all’occorrenza, mettendo fine a quella giostra di passaggi che non servono a nulla, 3/4 raccoglitori di plastica, metallo, carta e vetro, ad apertura con codice fiscale e telecamere di sorveglianza, bastano e avanzano per una popolazione di 3/400 persone.
Anzi se volete portarvi avanti… copiate il sistema utilizzato nella città di FERMO e comuni limitrofi, che hanno installato raccoglitori di rifiuti con il sistema della pesata degli stessi, previo riconoscimento del cittadino conferitole con codice a barra e rilascio dello scontrino di conferimento.
Così si paga la quota del Servizio offerto e la quota dei rifiuti effettivamente conferiti.
FERMO, nelle Marche, a quattro passi da noi, non a diecimila chilometri di distanza.
Leggasi una macchina mangiasoldi senza NON… e Cittadino Conferitore…
Maledetti correttori automatici!
Tutto ovvio, ma chi era a capo di questa macchina infernale ha fatto altre scelte…
Magari li ha scelti di fuori per evitare che abbiano rapporti di qualsiasi tipo con i sindaci soci morosi.
Ovvio